Continua l’avventura in bicicletta di Samuel Perini e Andrea Bandoli, i due ragazzi marchigiani che sono arrivati in Spagna partendo proprio dalle Marche. Complessivamente, alla fine del viaggio, avranno percorso 1700 chilometri. Le tappe? Tutte in ecovillaggi. Esperienze di condivisione. E’ la volta di Los Molinos del Rio Aguas.
Vi proponiamo il resoconto di viaggio di Samuel e Andrea.”Los Molinos del Rio Aguas è un villaggio posto nel bel mezzo del deserto dell’Almeria con una storia di oltre 40 anni. Negli anni ’70 dopo l’abbandono dovuto alla seconda guerra mondiale, un gruppo di inglesi appartenente al movimento hippie vi si insediarono e ristrutturarono quello che ora è un incantevole luogo autosufficiente dal punto di vista elettrico e idrico grazie a pannelli fotovoltaici e solari più una stufa in fase di costruzione e una pompa ad ariete idraulico low cost da loro stessi costruita e mantenuta.Noi abbiamo visitato tre strutture componenti Los Molinos del Rio Aguas.La prima è stata la “casa de la realidad” costruita in perfetta armonia con il luogo da David Dene aiutato da altre persone provenienti da altrettanti paesi. La casa fornisce energia elettrica ad altre due case, alimentando perfino uno studio di registrazione musicale. Questo ci ha lasciati piuttosto stupiti e al tempo stesso entusiasti dal momento che grazie allo sviluppo tecnologico è possibile utilizzare energie alternative e rinnovabili anche per attività di una certa richiesta elettrica. Infatti uno degli argomenti di fondamentale importanza in questo luogo non è tanto il sole ma bensì l’acqua in quanto si può sentire il forte impatto sulla risorsa idrica di una multinazionale di olivi. “The feeling is strong” afferma David anche perché questa è una regione caratterizzata dalla siccità in cui l’unica fonte di acqua è il fiume che attraversa il villaggio. Purtroppo una negoziazione in cui entrambe le parti escano vincitrici è scarsamente probabile e per ora una soluzione non è ancora stata trovata. Nonostante tutto David ci fa notare un aspetto positivo del vivere una situazione come questa, le persone sono consapevoli della quantità di risorse che si dispone; in questo modo si riducono (aggiungerei io “felicemente”) gli sprechi e quindi l’impatto sull’ambiente. Questa consapevolezza ci permette di collegarci alla seconda struttura che abbiamo visitato e che ci ha ospitato molto generosamente: il progetto ambientale Sunseed. Parlando con il coordinatore del dipartimento “Tecnologias Apropriadas” (in totale ci sono sei dipartimenti consultabili al sito
www.sunseed.org.uk) abbiamo potuto osservare una rilevante consapevolezza ed attenzione soprattutto verso la risorsa idrica. Ad esempio per quanto riguarda l’irrigazione dei dodici orti di cui sei produttivi, vengono utilizzati dei sensori di umidità del terreno ed in base alla necessità della specie vegetale viene rilasciata la giusta dose di acqua, non un millilitro in più ne uno in meno. Il risultato è straordinario infatti la cosa che ci ha immediatamente meravigliati è la ricchezza vegetale presente in tutto il villaggio a confronto della sponda opposta del fiume principalmente arida. L’acqua da sola non è sufficiente per questo straordinario risultato ma va aggiunta la fertilizzazione del terreno. Sunseed utilizza due tipi di compost: il primo è la compostoilet e cioè, come suggerisce il nome stesso, un bagno davvero semplice da utilizzare e costruire con effetti miracolosi sulla produzione. In particolare quella presente a Sunseed è composta alla base da tre strati di ghiaia con un diametro differente per una migliore filtrazione. La compostoilet è poi a contatto con un canneto il quale viene successivamente utilizzato per recinzioni e altre attività di manutenzione. Il secondo tipo di compost prevede una buca adibita per i rifiuti alimentari che una volta riempita viene ricoperta con della terra; qui avviene la magia: dopo alcuni mesi si può osservare la germinazione spontanea dei semi, una lezione ad opera della natura da cui imparare le caratteristiche di ciascuna specie. L’osservazione e quindi la pratica sono attività che vengono preferite dal centro di formazione ambientale Sunseed rispetto alle lezioni orali. Emma, coordinatrice del dipartimento “Comunicacion y Educacion” ce lo conferma con la frase “learning by doing” e ci racconta come questo metodo sia funzionale nel rendere consapevoli visitatori e volontari sul proprio impatto ambientale e più in generale sulla sostenibilità. La terza ed ultima struttura che abbiamo visitato è “El Mirador de Los Molinos” che Diego definisce il centro sociale del villaggio Los Molinos del Rio Aguas dove è possibile essere ospitati e/o organizzare o frequentare corsi di vario genere dallo yoga alla costruzione in terra cruda. Non si tratta di un business ma si cerca di ricoprire i costi mantenendo un equilibrio tra quello che vogliono le altre presone e quello che vogliono gli abitanti di tale struttura. Ma è anche la parte più legata alla tradizione spagnola perché Diego ci parla di un bisogno che gli spagnoli hanno di incontrarsi in una “piazza” per stare insieme e chiacchierare.