Chi ormai non ha la mente proiettata alle vacanze estive? E se si è fatta una scelta di vita vegan, come è meglio organizzarsi? Fino a pochi anni fa i vegani erano ancora relativamente pochi, almeno in Italia, ma da qualche tempo a questa parte lo stile di vita cruelty free sta raggiungendo numeri tutt’altro che insignificanti. Proprio per questo tutto ciò che ruota intorno a ricettività e turismo si sta organizzando per soddisfare una richiesta in continuo aumento. Quindi, oggi non è più così difficile godersi un viaggio o le vacanze in piena coerenza veg.
«Fino a cinque o sei anni fa, quando si era lontani da casa era piuttosto difficoltoso trovare supermercati o ristoranti con prodotti o cibi vegan, ma oggi le cose stanno cambiando» spiega
Martina Tallon, ideatrice del noto blog
vegancucinafelice.it. Certo, quando «viene meno la grande risorsa del “fatto in casa”» dice Martina, «ci si chiede sempre se l’albergo dove si alloggerà avrà un menù vegan, se si troveranno ristoranti adatti o, ancora, se sul volo aereo sarà possibile scegliere». Ma è anche vero che «le opportunità sono fortemente aumentate, anche perché i vegani stessi generano possibilità e attività dando vita a un circuito virtuoso inarrestabile. C’è una scelta più ampia nei negozi, una disponibilità maggiore da parte dei ristoratori, iniziative, attività, manifestazioni, siti, blog. Ci sono più attenzione, curiosità e sensibilità».
I numeri
I numeri confermano questo trend. Il 7,6% del
campione Eurispes 2017 ha dichiarato di seguire una dieta vegetariana o vegana: il 4,6% si dichiara vegetariano (-2,5% rispetto al 2016) mentre i vegani sono il 3% (erano l’1%). In pratica, circa 1 milione e 800.000 italiani non mangiano né carne né derivati. Per quanto riguarda l’offerta professionale, i ristoranti che secondo Tripadvisor si dichiarano disponibili a offrire pasti veg sono oltre 32.000 in Italia e 3.500 le strutture che offrono anche ospitalità. In questo quadro, i dati dicono che il Nord vince sul Centro che vince sul Sud. Le grandi città come Milano, Bologna, Firenze, Roma e Torino sono le zone con maggiore offerta e influenzano anche la classifica regionale, ma gioca anche la popolosità delle regioni. Lombardia, Emilia Romagna e Toscana si classificano ai primi tre posti come opportunità offerte, mentre fanalini di cosa sono Calabria e Molise.
Il segreto? Pianificare
Quindi, non resta che pianificare per bene i propri spostamenti, informandosi sugli alberghi che prevedono menù vegan oppure hotel vicini a ristoranti veg. Se si devono affrontare viaggi aerei, è utile contattare le compagnie chiedendo se esiste la possibilità di prenotare pasti vegan e con quanto anticipo. Se si viaggia con animali, è sempre utile farlo presente per assicurarsi che le strutture li accolgano con la dovuta attenzione.
«Il viaggio cruelty free oggi è più che mai una realtà» spiega
Vittorio Curtarello, presidente di Food Vibration onlus, l’associazione nazionale che promuove una cultura gastronomica locale, biologica, vegana ed ecosostenibile. «C’è la possibilità di costruirsi itinerari di viaggio scegliendo agriturismi, bed&breakfast, ristoranti e bistrò che garantiscono soggiorni e servizi a basso impatto e senza crudeltà. Basta informarsi e organizzarsi». Food Vibration ha anche ideato una guida studiata per scoprire l’Italia che non sfrutta gli animali, di cui è uscita la versione aggiornata:
Viaggia vegan 2018 (Terra Nuova Edizioni).
«In Italia è sicuramente possibile e relativamente facile individuare luoghi già vegan oriented. Il punto è prendersi il tempo necessario per costruire il proprio viaggio mettendo insieme i consigli di una buona guida, quelli di amici e conoscenti, i siti internet e le APP. Meglio comunque non accontentarsi di inviare una mail; è utile parlare direttamente, se possibile, con chi pensate possa fornirvi un certo tipo di servizio». E se capita di incappare in un ristoratore “convenzionale”, «è bene non chiedere “cosa avete di vegano?”» consiglia Vittorio. «Un operatore che non sa bene come comportarsi sarà in imbarazzo e potrebbe reagire con rigidità e fastidio; meglio chiedere direttamente pietanze che si sanno già essere prive di proteine animali. Sconsiglio, poi, di cogliere qualsiasi pretesto per dibattere questioni di principio. Meglio parlare della propria scelta se si intravede il momento giusto e con rispetto per chi ci sta di fronte».
La guida, un utile strumento
Una
buona guida è comunque uno strumento assai utile per individuare punti di riferimento.
Viaggia vegan è senza dubbio studiata per costruirsi la vacanza su misura. Censisce le strutture ricettive presenti in Italia, segnalando la percentuale di “veganità”, di biologico, di chilometro zero e di ecosostenibilità, così come la possibilità di avere pasti crudisti o senza glutine. Vi si trovano le strutture che offrono vegan in Italia, anche accanto a piatti vegetariani. «In alcune aree non ci sono strutture 100% veg nel raggio di centinaia di chilometri e in questi casi ne segnaliamo alcune
vegan friendly» aggiunge Vittorio. Abbiamo poi verificato se si utilizza olio di palma, se c’è disponibilità di un orto biologico, se vengono ben accolti gli animali, se si fa raccolta differenziata dei rifiuti e se si utilizzano energia da fonti rinnovabili e stoviglie compostabili o ecodetergenti».
Dunque, non resta che “lavorare” sull’itinerario in attesa di fare le valigie!