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Un inverno da Lupi

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La stagione migliore per conoscere la fauna selvatica!
Arriva l’inverno, gli umani si rintanano nelle loro tiepide case. E gli animali, quelli che non vanno in letargo, escono allo scoperto. I cetacei si spingono fino a lambire le coste, gli animali del bosco si avvicinano ai centri abitati.
Percepiscono che siamo più ritirati, meno chiassosi e spacconi. Possiamo anche andar loro incontro, ma dobbiamo usare mille cautele. Con l’aiuto di persone esperte, possiamo entrare a contatto con il loro mondo, o andare a conoscerli più da vicino, senza interferire sui loro ritmi di vita.
La stagione fredda è il periodo ideale per partecipare ad attività di volontariato per il censimento degli animali selvatici, in diverse aree protette della penisola. Per molti di noi sarà possibile intraprendere dei percorsi di conoscenza a stretto contatto con la natura, lontano dalle piste.
da sci o dai sentieri più battuti. Avvicinandosi alla fauna selvatica si impara a osservare in silenzio, si apprendono comportamenti più rispettosi, codici di un linguaggio universale che abbiamo forse dimenticato, e che possiamo riportare un po’con noi, nella vita di sempre.
Ululati e orme nella neve L’esempio più calzante è quello del lupo, l’animale più temuto delle favole, che negli ultimi anni sta ripopolando i boschi dell’Appennino, spingendosi fin oltre le Alpi. In Italia c’è una lunga tradizione di tutela di questa specie, un’esperienza da raccogliere, testimonianza del fatto che, nonostante il palese degrado dei nostri paesaggi, esistono ancora zone remote adatte al ripopolamento di un animale importante, perché al vertice dell’ecosistema.
Uno dei luoghi dove incontrare il lupo è il Parco delle Foreste Casentinesi, dove gli animali selvatici non mancano. Nello scorso mese di ottobre il ruolo di protagonista lo ha avuto il cervo. Sono arrivati centinaia di volontari da tutta Italia per ascoltare il bramito del principe della foresta, dando vita a un regolare censimento, realizzato secondo criteri scientifici. Uomini e donne di tutte le età, studiosi o amanti della natura, si sono divisi in gruppi, per tre giorni nelle notti d’autunno per conteggiare, penna, bussola e torcia alla mano, i richiami d’amore di questi maestosi mammiferi. «Erano circa seicento persone da tutta Italia, distribuite tra Romagna e Toscana» ci racconta Mattia Speranza, membro della cooperativa In Quiete che collabora con il Parco e il Corpo Forestale dello Stato. «Qui i volontari arrivano tutto l’anno, ospitati nelle foresterie del Parco di Montanino (Ar) e di Corniolo (Fc). Collaborano nella manutenzione di sentieri, nel controllo del territorio, nella gestione della fauna e nel monitoraggio». Adesso, nel periodo invernale, è la volta del lupo: la neve, di un bianco immacolato, ci aiuta a individuarlo, perché conserva le sue tracce.
«Le ultime stime parlano di una presenza di circa 10 branchi su queste montagne, in tutto dai 50 ai 60 capi» precisa Giuseppe Paris, presidente dell’associazione Amici del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che organizza varie iniziative in campo faunistico e forestale. Il monitoraggio attualmente sta studiando i comportamenti nella linea di confine tra due branchi per capire come si muovono o se ci sono pericoli per le attività di allevamento. «Si usano fondamentalmente tre tecniche» spiega Giuseppe «l’analisi delle feci, lo snow tracking, ovvero il rilevamento delle tracce nella neve, e il wolf howling, letteralmente «ululati di lupo», registrati su tracce audio ed emessi con trombe acustiche, orientate verso il luogo di interesse. Se il lupo c’è, risponde».
Giuseppe ci spiega che negli ultimi quarant’anni non si è verificato un solo caso di aggressione agli umani. Ci racconta che suo nonno, contadino minatore della bassa maremma, il lupo l’aveva visto spesso, ma allora c’erano i cani a fare da guardia e il lupo non si è mai avvicinato. «Il lupo è un animale schivo, che di solito ha paura dell’uomo. La tecnica dell’analisi delle feci, chiamata analisi genetica, ci ha aiutato a capire che oltre il 95% del suo cibo è costituito da fauna selvatica. Solo in rare e determinate situazioni si avvicina a greggi e animali domestici. Ma questo accade quando non sono state adottate precauzioni da parte degli allevatori: un gregge deve avere un ricovero per la notte e soprattutto essere difeso da cani da guardia come il pastore maremmano. Certo, se c’è
un gregge incustodito, il lupo fa il suo mestiere».
L’associazione sta portando avanti un progetto che si chiama Casentino in Cammino, per attirare viandanti e appassionati del trekking su queste strade solcate da percorsi spirituali e segnate da crinali boscosi, ribattezzati dall’associazione Crinali di Legno. Insieme alla cooperativa In Quiete, organizza incontri di divulgazione, campi di volontariato e percorsi di ecoturismo in cui ci si può cimentare con le tecniche del wolf howling o dello snow tracking. «Vogliamo far capire a tutti che difendere il lupo è molto importante, proprio perché è al vertice della catena alimentare: è un selettore naturale, che preda gli animali più deboli, migliorando anche la qualità e la salute delle varie specie. E poi è il padre di tutti i cani, non può essere nemico dell’uomo». Prossimi appuntamenti lupeschi il weekend dell’Immacolata e il periodo di Capodanno.

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