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Una nuotata nella natura

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I posti più selvaggi e incontaminati d’Italia per godersi un’acqua cristallina e la meraviglia della natura che ci circonda. Un modo per fare ecoturismo responsabile evitando le mete sovraffollate.
Stessa spiaggia, stesso mare? Ma chi ce lo fa fare! La tipica estate al mare all’italiana, pigra, ripetitiva e un po’ convenzionale, difficilmente crea occasioni di avventura e contatto autentico con la natura.
Diremo di più: alla fine siamo diventati un po’ tutti complici dell’opera di cementificazione e privatizzazione delle coste a cui è stata sottoposta la nostra Penisola. Laddove infatti si ricerca la comodità come supremo valore è difficile che si possano vivere, magari in solitudine, esperienze di vera immersione nel paesaggio o nell’atmosfera culturale di un luogo. Grazie allo scambio di informazioni in rete, oggi si stanno cominciando a immaginare percorsi e situazioni di viaggio davvero alternative, dove la riscoperta del territorio da parte del singolo si accompagna ad una nuova consapevolezza degli equilibri del proprio corpo, e del proprio ruolo all’interno dell’ecosistema. Situazioni che sfuggono al turismo di massa e che spesso trovano poco spazio nei media convenzionali.
l movimento del wild swimming, letteralmente «nuoto selvaggio», risponde proprio a questa esigenza, e nell’arco di pochi anni ha suscitato un interesse esponenziale: si parla di circa trentamila aderenti organizzati, secondo i dati forniti dalla Outdoor swimming society. Il movimento, che nasce in Inghilterra e che non a caso rievoca i fasti romantici di personaggi come Coleridge e Wordsworth, con la loro ricerca del pittoresco e del sublime, ha avuto come primo teorico «consapevole» il naturalista Roger Deakin, autore nel 1999 diWaterlog, un saggio di enorme successo che, descrivendo l’ebbrezza delle proprie nuotate nelle acque indomite della Gran Bretagna, reclamava a gran voce il diritto di accesso indiscriminato alle coste e ai corsi d’acqua del suo paese.
È solo negli ultimissimi anni, tuttavia, che è emersa la figura di Daniel Start, scrittore e fotografo con l’animo dell’attivista, che in un breve periodo ha pubblicato cinque bellissime guide fotografiche ai mari e ai corsi d’acqua di Francia e Gran Bretagna, mostrando veri angoli di paradiso sottratti alla speculazione e all’inquinamento e spronando ad abbandonare la tipica svogliatezza «da villeggiante» e a costruirsi con le proprie mani un’esperienza da ricordare.
Con l’uscita di Wild Swimming Italy, a cura di Michele Tameni (a poco prezzo si può scaricare anche in versione digitale), finalmente anche i più avventurosi tra i viaggiatori e nuotatori italiani potranno scoprire questa filosofia di vita e metterla in pratica in alcuni degli angoli più selvaggi e scenicamente unici della nostra penisola.
Dalle Alpi alla Sardegna
Se a disposizione degli anglosassoni c’è una costa del tutto sottovalutata, ma che forse proprio per questo presenta ancora numerosi angoli di solitudine e contemplazione, noi italiani, falcidiati dalla speculazione edilizia e dall’incuria, possiamo rifarci con i nostri fiumi, con i nostri laghi alpini e le nostre terme.
Michele Tameni nel suo libro ci suggerisce decine di luoghi straordinari; invitandoci con bellissime fotografie e guidandoci con indicazioni dettagliate per raggiungere i luoghi segnalati. Si va dalle impervie piscine naturali di Rio Pitrisconi in Sardegna, al bianco accecante delle Terme del Bullicame vicino Viterbo, sino ad arrivare alle Pozze Smeraldine sulle Dolomiti, così chiamate per l’incredibile colore delle loro acque.
Le regole del wild swimming sono poche, anzi il gioco è proprio quello di sfidare le tante restrizioni imposte sul territorio, il più delle volte incomprensibili se non illegittime. Si tratta piuttosto di cambiare mentalità, non facendoci intimorire per esempio dall’acqua fredda che, lungi dal rappresentare un pericolo, ha al contrario numerosi effetti benefici scientificamente dimostrati, quali rilassare la muscolatura, alleviare la depressione e rafforzare il sistema immunitario.
Questa full immersion nella natura è peraltro un’ottima alternativa ad attività dal forte impatto ambientale, un modo per vivere sulla propria pelle il rispetto per la natura: la propria presenza in questo modo non rappresenta un disturbo, ma una preziosa salvaguardia.
In Italia un cambio di mentalità sarebbe quanto mai necessario dopo decenni di devastazioni legate al turismo di massa: sono ancora pochi gli angoli selvaggi che ci restano ed è importante creare consapevolezza della loro esistenza, per poterli vivere senza intaccare in alcun modo il loro delicato equilibrio.
Per saperne di più
www.wildswimming.co.uk
• Alla pratica del wild swimming sono anche dedicati numerosi gruppi su Facebook, principalmente inglesi, come la già menzionata Outdoor Swimming Society.

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