Estate fiacca, crisi nera, calo devastante: l’estate 2012 è stata dipinta come la stagione nera del turismo italiano. Serve una nuova etica per il turismo in crisi.
L’estate 2012 ha rappresentato un autentico scossone in tutto il comparto, con un calo di presenze di circa il 22% rispetto all’anno precedente.
Tutte le tipologie di strutture ricettive hanno perso qualcosa. Ma i distinguo ci sono e vale la pena ricordarli.
I dati dell’Osservatorio nazionale del turismo confermano infatti la tenuta degli itinerari enogastronomici, con la crescita del turismo straniero, che compensa il crollo di domanda da parte dei turisti italiani.
Per quanto riguarda le strutture, è opportuno notare la contenuta flessione degli agriturismi (- 3.7%) rispetto alle altre tipologie di alloggio: nel confronto con i dati del 2011 infatti negli alberghi le prenotazioni sono calate del 6.1%, nei campeggi del 6.8% e nei villaggi turistici addirittura del 19.8%.
“La crisi, dopo aver falcidiato la classe medio-bassa, adesso sta colpendo il ceto medio, che in Italia ha sempre costituito la struttura portante del sistema dei consumi” ha dichiarato il presidente di Federalberghi, che ha annunciato la richiesta al Governo e al Parlamento dello stato di crisi del settore.
E così il ministro Piero Gnudi intanto ha espresso l’intenzione di voler varare entro fine anno il piano strategico sul turismo con l’obiettivo di rilanciare il settore “per tornare a essere il primo paese in Europa”.
Al di là dei primati, rimane da verificare su quale tipo di turismo si vuole puntare, perchè il cambiamento epocale esige anche un cambio di visione.
Durante la giornata mondiale del turismo, lo scorso 27 settembre 2012, è stato firmato un nuovo protocollo d’intesa per l’adozione dei principi del codice mondiale di etica del turismo dell’Onu.
Si è parlato di un turismo responsabile che rispetti l’ambiente e il patrimonio artistico e culturale, e che promuova la sostenibilità puntando su qualità dei servizi, dell’offerta e del livello di professionalità degli operatori.
Per un paese che ospita 25 parchi nazionali e detiene il 50% del patrimonio artistico mondiale, una nuova etica del turismo rimane imprescindibile. Per il bene dell’economia, delle persone e dell’ambiente che ci circonda.
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