Condomini anonimi, casermoni fatiscenti, villette a schiera quasi delimitate col filo spinato. Non siamo in una zona di guerra ma per le strade delle nostre città. Tanti oggi sentono il bisogno di trasformazione e qualcuno si è già messo all’opera raccogliendo le esperienze virtuose in tutta Italia.
Nel 2015, cento ambasciatori del cambiamento hanno risposto all’appello dell’Italia che Cambia – testata giornalistica e associazione – per collaborare ad un progetto volto a definire una visione comune per il 2040. Gli ambasciatori hanno lavorato a tavoli tematici diversi: vi proponiamo qui quello dell’abitare, facilitato da Andrea Paoletti, a cui hanno aderito Francesca Guidotti, per la
Rete italiana villaggi ecologici – RIVE, Juri Battaglini,
LUA Laboratorio Urbano Aperto, Mario Festa –
Ru.De.Ri Rural Design per la Rigenerazione dei Territori, Enrico Grillo – Rete
Mondo Comunità e Famiglia,
Condomini Solidali, Andrea Paoletti –
Casa Netural,
UUUSHH, Federica Ravazzi
INSITI opportunità urbane.
In questo documento si trova uno sguardo a tutto tondo sull’abitare oggi in Italia. Dall’analisi emerge come i luoghi abbandonati possono essere rampe di lancio per il futuro, luoghi da cui ripartire per cambiare volto alle città e alle campagne. Città e campagna devono tornare a dialogare perchè l’una non può esprimere il suo potenziale senza l’altra. Inoltre è necessario cambiare gli strumenti di gestione del territorio perchè quelli attuali sono contorti e obsoleti. Facilitare l’accesso ai mezzi di comunicazione nelle zone isolate risulta ad oggi indispensabile per rendere immediato il traferimento delle persone dalla città alla campagna.
Non solo, è venuto il momento di ripensare al tema della bellezza del contesto in cui si vive, perchè segna profondamente l’essere umano: per imparare ad amarla e rispettarla, la bellezza deve essere vissuta. Se continuiamo a costruire quartieri anonimi che al posto dei giardini hanno parchi di cemento e rinchiudere alberelli in prigioni di rete metallica, sarà difficile sviluppare la sensibilità alla bellezza, alla cura, all’arte. Il contesto dove si vive contribuisce anche a sviluppare un senso di socialità, un’affezione alla propria comunità. La casa esce dall’appartamento e si estende nei cortili, per le strade, nelle piazzette. Un pò come accadeva una volta, due o tre generazioni fa…
Ecovillaggi, cohousing, condomini solidali, sono la sperimentazione di cittadini dell’epoca contemporanea che, stanchi di un certo stile di vita, di sentire disagio verso le offerte della società, di rapporti disgregati e manipolatori, hanno scelto la via del tentativo. Hanno scelto di crearsi il luogo, e quindi la comunità che sognano. Sono centinaia in Italia le esperienze piccole e grandi di abitare collaborativo. Non si tratta solo di costruirsi una bella casa ecologica ma sopratutto di reimpostare i propri paradigmi mentali a favore di una cultura che vede nella diversità ricchezza, nel confronto pienezza, nella natura la direzione.
L’ultima parte del documento porta una visione concreta dell’Italia nel 2040. Tutto quello detto fin’ora applicato alla realtà. Non si tratta quindi di un sogno ma di una possibilità costruita con esperienze reali, già sperimentate. Ma non aspettate il 2040 per vederle realizzate: in fondo al testo ci sono indicazioni su tante azioni che ognuno può cominciare oggi ad applicare nella propria vita, al lavoro o nel proprio gruppo sociale di riferimento. Infine lasciatevi rapire dalla bibliografia e sitografia: aprono gli occhi e il cuore su mondi inimmaginabili!
Buona lettura!