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Ecovillaggi: elezione sociocratica

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Un paradigma elettivo che allena alla responsabilità personale, all’attenzione al bene collettivo e all’onestà fraterna, ovvero ad una leadership condivisa.
Dal 15 al 17 Aprile presso l’ecovillaggio Il Vignale, a Blera (VT) si è tenuto l’incontro primaverile dei soci della Rete italiana villaggi ecologici – RIVE.
Sotto un tendone da circo, baciati dal sole e mossi dal vento, un nutrito gruppo di ecovillaggisti, rappresentanti di progetti e soci sostenitori si sono riuniti per decidere insieme il futuro prossimo dell’associazione. Ce ne parla la presidente RIVE, Francesca Guidotti. L’intento è descrivere ciò che accade all’interno di uno dei movimenti di cambiamento italiano dove si sperimentano modalità di organizzazione in cui la struttura è un riferimento per dare lo spazio per gli aderenti di esprimere la propria bellezza e sperimentare una leadership condivisa.
Due sono stati temi principali trattati: l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo e l’organizzazione dell’imminente raduno estivo RIVE, che quest’anno si terrà presso il Comune di Vidracco (IV), in collaborazione con la comunità di Damanhur.
Per ulteriori informazioni sul raduno, clicca qui. Per l’elezione sociocratica, continua a leggere. Per la galleria delle immagini, vai in fondo all’articolo.
Senza paura, sperimentare il nuovo
Da un anno, grazie alla proposta di alcuni soci, RIVE ha cominciato a sperimentare il metodo elettivo sociocratico. Nell’ultimo incontro i soci lo hanno applicato per il rinnovo del Consiglio Direttivo. Ilprocessosociocraticoribalta il punto di vista dell’elezione democraticapermettendo ad ogni votante di esprimerepubblicamente il proprio voto, in segno diresponsabilità personale,attenzioneal bene collettivo eall’onestà fraterna.Oltreal nome degli eletti, questo processo faemergere con forza la ricchezza, le competenze, i talenti nascosti che l’associazione ha al suo interno. Lungi dall’essere esauriente, provo a spiegare di che cosa si tratta, toccando i punti principali del processo.
L’elezione sociocratica
L’elezione sociocratica prevede l’aiuto di un facilitatore, una figura terza competente che prepari e supporti il processo. Nel caso di RIVE ha ricoperto il ruolo di facilitatore Pierre Houben, presidente di Transition Town Italia. La scelta è stata compiuta non solo per le sue competenze ma anche perché rappresentante di una “rete amica” che, come RIVE, guarda all’ecologia applicata e all’ecologia delle relazioni come una chiave concreta per il cambiamento. Non è superfluo dire che Pierre ha saputo gestire l’elezione con serietà e leggerezza, autoironia e serenità, anche quando il suo compito lo ha messo davanti a difficili scelte.
Il facilitatore, aiutato dalla presidenza e dal CD RIVE, ha elaborato un documento descrittivo delle caratteristiche dei candidati. La descrizione era divisa in tre aree: la Responsabilità (che cosa deve fare il Consiglio), le caratteristiche essenziali per il ruolo e quelle auspicabili. Questo documento è stato letto all’inizio della sessione di elezione ed è stato approvato dall’assemblea.
Dopo di ché, sono stati individuati gli aventi diritto al voto e gli eleggibili. Di seguito, Pierre ha effettuato una breve descrizione del processo di elezione:
1° fase, candidature
– tutti gli aventi diritto al voto scrivono il proprio nome su un bigliettino e sotto, il nome della persona che intende candidare.
– il facilitatore raccoglie i biglietti e comincia a chiamare ogni votante chiedendo di enunciare sinteticamente le motivazioni della propria scelta. L’essenza di questo momento è far emergere in modo evidente le caratteristiche principali per cui si vuole eleggere una persona.
2° fase – possibilità di cambiamento
– finito il primo giro, il facilitatore richiede a tutti se, alla luce di quanto emerso dal gruppo, l’elettore è intenzionato a mantenere o cambiare il proprio candidato.
3° fase – la nomina
– Ascoltati tutti nel secondo giro, adesso il facilitatore ha l’arduo compito di nominare il candidato che ritiene opportuno. Da notare come nell’elezione sociocratica non viene nominato chi ha più voti ma coloro che rispecchiano di più la descrizione del ruolo e che hanno ricevuto a sostegno forti motivazioni.
4°fase – obiezioni
– Nominato il candidato, il facilitatore chiede ad ogni elettore se ha obiezioni verso questa nomina. L’obiezione potrebbe far emergere informazioni importanti, ragionevoli dubbi, richieste di chiarimento al nominato per qualche questione rimasta in sospeso.
In base alle obiezioni sollevate il facilitatore può: mantenere il nominato con una clausola di verifica cadenzata o cambiare la nomina. Fatto ciò, richiede a tutti se ci sono obiezioni e si ripete il processo finché non emergono più obiezioni.
Ma il candidato può avere obiezioni verso la sua nomina?
Al candidato è riconosciuta l’obiezione alla propria nomina solo se è impossibilitato concretamente a svolgere il ruolo. Per esempio, essere impossibilitati a muoversi o avere problemi che richiedono la propria presenza, sono motivi validi per rifiutare la candidatura. Dire “non so se sono in grado, non mi sento all’altezza, starò via un mese” non sono sufficienti per rifiutare un incarico perché sono tutti motivi su cui è possibile migliorare o trovare un accordo. Sperimentando in varie occasioni la sociocrazia, ho notato che questo momento è situato durante il processo in punti diversi. La sociocrazia classica inserisce questo momento come ultimo stadio del processo, c’è invece chi lo pone dopo il primo giro di nomina, per arrivare più velocemente ai potenziali candidati. Personalmente preferisco questa opzione ma è un metodo sperimentale e come tale in continua evoluzione.
Per conoscere un pò di più la sociocrazia, leggi questo articolo.
Quali risultati per RIVE?
Abbiamo impiegato 5 ore con una pausa di 20 minuti, per eleggere 9 candidati in un’assemblea di 40 persone. Detto così sembra un tempo infinito ma vi assicuro che è stato così piacevole ed appassionante che solo verso la fine del processo l’assemblea ha cominciato a sentire il calo di zuccheri, erano le 14:00!
Il processo elettivo è stato interessantissimo perché ha fatto emergere tutto il patrimonio umano dell’associazione. Un patrimonio fatto di bellezza, capacità, caratteristiche, carismi e sensibilità che spesso restano un po’ nascoste se non emergere in rapporti uno-a-uno, amicali o confidenziali. L’elezione è uno spazio in cui la “conoscenza che ho di te” può diventare una consapevolezza collettiva. Non devo essere la migliore amica di tutti per sapere quale bellezza umana c’è tra i membri del mio gruppo. Durante l’elezione possiamo dircelo, condividerlo e valorizzarlo. Fare una scorpacciata di stupore. E’ stato un processo che ha affermato ciò che è il bene collettivo, non la volontà del singolo individuo, maggioranza o minoranza.Si è giocatocon sincera onestà, sia nell’apprezzare l’altro che nell’esprimere i propri dubbi o puntualizzazioni, attraverso le obiezioni, con un sentimento di autentica fratellanza.
Infine, ecco l’elenco dei nomi del nuovo Consiglio Direttivo RIVE per il periodo 2016-2018.
Le caratteristiche degli eletti sono a scopo esplicativo; è una sintesi di quanto emerso durante l’elezione ma non è da intendersi come esaustivo.
Amy Kabat de La Comune di Bagnaia, ecovillaggio. Amy porta con sé la conoscenza storica essendo una dei fondatori di RIVE, il senso di accoglienza, un’esperienza ventennale di comunità, l’ascolto e la ponderatezza, l’accezione positiva della lentezza.
Macaco Tamerice di Damanhur, ecovillaggio. Macaco è stata presidente del GEN Europe, la Rete Europea degli ecovillaggi, è nel Consiglio degli anziani del GEN intenazionale, è stata “Regina guida” di Damanhur. Porta competenza relazionale e metodologica, dinamismo, pragmaticità e connessioni.
Giorgia Lattuca di Avalon, Popolo degli Elfi, ecovillaggio. Giorgia porta una coinvolgente apertura di mente e di cuore, la dolcezza e la voglia di stare in connessione con il mondo. Attualmente membro del gruppo internazionale RIVE, ha spiccate capacità progettuali e un’attenzione acuta verso le energie sottili.
Francesca Guidotti di Cà dei Venti, ecovillaggio in costruzione. Presidente uscente, ha memoria storica dell’associazione, si prende cura del rapporto con ogni socio ed ha un’ampia visione delle cose unito al senso di lungimiranza.
Roberto Liardo di Habitat, ecovillaggio in costruzione. Roberto porta il pragmatismo, competenze in ambito giuridico e determinazione, è un bollitore di idee oltre ad avere capacità organizzative e affidabilità.
Fabiana Guercini de Il Vignale, ecovillaggio in costruzione. Fabiana mette a servizio la sua grinta, sincerità e schiettezza nel sollevare l’attenzione su temi difficili; porta costanza, presenza e pragmatismo, oltre alla voglia di confrontarsi.
Federico Grisci di Tribù Universo, progetto. Federico porta delicatezza, affidabilità, l’inesperienza legata alla voglia di imparare, al mettersi in gioco. Punti di forza? La sua sensibilità e capacità di osservazione interiore.
Paola Crasso di Roma, soci sostenitori. Paola, unica consigliera che ha rinnovato la carica è stata riconosciuta all’unanimità per la sua dolcezza, apertura di cuore, capacità di prendersi cura delle persone e dei compiti, oltre a saper egregiamente lavorare in gruppo e gestire rapporti a distanza.
Ringraziamo tutti i Consiglieri uscenti, che in questi due anni hanno svolto un generoso, attento e appassionato servizio per l’associazione: Alfredo Camozzi della Comune di Bagnaia, Cristina Evangelisti di Torri Superiore, Stambecco Pesco di Damanhur, Lorenzo Postacchini di Città della Luce e Roberto Manzone del Sogno delle Ginestre.
Un rigraziamento anche a Maurizio Ferrario del PER – Parco delle energie rinnovabili, per la gentile concessione delle foto.

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