Progetti e connessioni, strumenti e approcci differenziati: le reti nazionali degli ecovilaggi europei si uniscono in un percorso comune di crescita e attivismo.
E’ nata poco più di un anno fa al primo schiudersi dei fiori di mimosa, che in quella stagione tinge tutta la valle di un giallo oro sorprendente, tra le mura materne dell’ecovillaggio
Torri Superiore, in Liguria.
Si tratta della
Network of Networks, letteralmente
Rete delle Reti, che mette in connessione tutte le reti nazionali degli ecovillaggi europei. Nasce grazie all’esperienza maturata del
Gen Europe – Global Ecovillage Network sezione europea, che già da anni è punto di riferimento per il vecchio continente.
Vista la rapida espansione negli ultimi anni del movimento e la nascita di nuove reti nazionali di ecovillaggi, si è manifestata l’esigenza di creare nuove sinergie non solo fra le singole realtà ma anche tra coloro che svolgono un ruolo di “tessitori di esperienze” nella propria nazione di riferimento, che conoscono bene i movimenti, gli ecovillaggi attivi e le sperimentazioni in atto. Più semplicemente: come la nostrana
Rete Italiana Villaggi Ecologici – RIVE, che per inciso è una delle reti più “anziane” d’Europa, le reti nazionali sono composte dai rappresentanti di ecovillaggi e di progetti. Hanno la funzione di supportare il percorso di tutti coloro che scelgono di cambiare stile di vita e diffondono l’esperienza degli ecovillaggi nella società, condividendo quelle buone pratiche che possono essere utili a qualsiasi cittadino, nella vita di tutti i giorni. Sono persone che hanno la volontà di dialogare con le diversità e trovare mezzi per contribuire ad un cambiamento della società, anche interloquendo con le Università, le Associazioni e le Istituzioni.
Con l’intento di supportare la nascita delle reti nazionali laddove ancora non ci sono, la Network of Networks, detta anche
NetNet, si è impegnata durante tutto il 2014 ad attivare progetti di scambio internazionale per l’apprendimento, intercettando i fondi dell’Unione Europea. Lo scorso anno sono stati sviluppati progetti per le applicazioni del programma
Erasmus+, e per il 2015 si guarda anche all’
EVS, il
Servizio Volontario Europeo e ad
Horizon2020, un sistema integrato dell’Unione Europea destinato a ricercatori e innovatori per la realizzazione dei propri progetti e delle proprie idee.
Grazie a decine di ore di lavoro volontario di una ventina di persone in tutta Europa, è stato possibile realizzare progetti di scambio di competenze e metodi capaci di supportare lo sviluppo di ecovillaggi, comunità intenzionali, movimenti di transizione e nuove progettualità in ambito ecologico e sociale.
I soci RIVE, per esempio, grazie ai volontari del Gruppo Internazionale che hanno messo in atto la partnership Italia-Olanda, hanno potuto godere degli insegnamenti di un docente olandese, Fredjan Twig di
Ecodorp, e una docente tedesca, Nicoletta Geiersbach di Sieben Linden, per un corso di Sociocrazia, un nuovo modello di condivisione del potere, sperimentato già da alcuni anni negli ecovillaggi più grandi d’Europa (come
Sieben Linden e
Findhorn).
Dal 16 al 19 Gennaio 2015, il secondo incontro tra la NetNet si è svolto a
Los Portales, in Spagna. Erano presenti i rappresentanti di Slovenia, Russia, Spagna, Polonia, Olanda e Svizzera. A rappresentare l’Italia per RIVE, Genny Carraro (Cà dei Venti), Riccardo Clemente e Giorgia Lattuca (Popolo degli Elfi).
Nell’intenso incontro di tre giorni, i rappresentanti hanno lavorato a quattro principali temi: progetti comuni, connessione e mutuo aiuto, identità comune e raccolta fondi.
Tra i progetti comuni troviamo l’
Incubator, un programma rivolto a chi intende realizzare progetti comunitari ecologici,
Share the vision, un tour che mira a raccogliere le testimonianze di coloro che stanno attuando il cambiamento (ecovillaggi,
Transition town, Permacultura) e
Free the Land, un progetto di liberazione delle terre dalla proprietà privata per renderle alla collettività.
Aggiornamenti anche dal
GEN-Europe, che in questi mesi sta raccogliendo le candidature per il rinnovo del Consiglio Direttivo che starà in carica fino al 2017.
Un aspetto che emerge da queste riunioni è che nonostante il poco tempo a disposizione, un’enormità di progetti e attività da mettere a punto, c’è sempre lo spazio dedicato al corpo e alla costruzione di comunità. “Ogni partecipante” racconta Genny Carraro “oltre al lavoro puramente teorico-intellettuale-organizzativo, ha potuto raccontarsi, esprimere i propri bisogni e far emergere i sogni. Ci siamo sperimentati in attività corporee in cui ci siamo “messi a nudo” attraverso un interessantissimo lavoro sui sogni. Questo è servito a creare relazioni più strette fra noi, a darci la spinta per collaborare nonostante le migliaia di chilometri che ci dividono e a rafforzare il nostro senso di appartenenza all’Europa, al mondo, alla Terra”. Questa testimonianza fa emergere un aspetto che caratterizza il lavoro comunitario e di rete: riunioni tipicamente operative e organizzative diventano momenti di crescita personale che si trasformano in vettori per il miglioramento collettivo. Come si afferma in Democrazia Profonda (
Deep Democracy – vedi
Essere nel fuoco, A. Mindell): “non è possibile trovare la soluzione al problema allo stesso livello in cui esso si è creato”. Significa che cambiare modalità di azione sperimentando nuovi punti di vista e coinvolgendo ogni parte di se stessi anche in processi apparentemente solo tecnico-organizzativi, può fornirci delle soluzioni per progredire nel nostro lavoro, per agire nella società, per trovare forme di resilienza atte a perpetuare la vita. La diversità di persone e quindi di metodologie ed approcci di cui l’Europa è ricca, lascia sempre in bocca quel sapore di libertà di scelta, ampiezza di veduta e un retrogusto di comunità. Proietta l’individuo e la collettività a sperimentare il nuovo e lo sconosciuto, gli unici luoghi dove è possibile trovare una via di uscita alla crisi globale.