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Findhorn: spazio ai giovani europei!

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Dal 3 al 17 marzo, la storica Comunità di Findhorn, in Scozia, ha aperto le porte al primo scambio giovanile finanziato dal programma di scambio giovanile europeo Erasmus+.
Ventiquattro partecipanti di quattro diverse nazionalità, Italia, Regno Unito, Olanda e Spagna, hanno potuto vivere un’indimenticabile e intensa esperienza di comunità temporanea in una delle più grandi e delle più “anziane” comunità in Europa: Findhorn.
La Rete italiana dei villaggi ecologici – Rive, ha inviato cinque giovani italiani accompagnati da Nicoletta Benfatti, segretaria e referente Youth Exchanges del gruppo internazionale Rive: “Poter conoscere Findhorn e alcuni dei suoi abitanti, è stata una grandissima opportunità. Ho compreso veramente cosa significa ecovillaggio: un luogo in cui le persone vivono consapevolmente in armonia tra di loro e con l’ambiente, rispettandosi gli uni e gli altri con amore”. ”Entrare a Findhorn è stato come un sogno divenuto realtà” racconta Alice Quattrocchi, segretaria Rive, 24 anni (Ivrea) “Nel mio immaginario era un luogo irraggiungibile per la sua aurea spirituale e legato ad una storicità imponente.

Cluny Hill

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Invece siamo stati accolti e integrati con grande armonia ed è stato meraviglioso scoprire tutte le sfaccettature di diversità e complementarità presenti: lusso e semplicità, organizzazione e spontaneità, spiritualità e corporeità, lavoro e divertimento, ben amalgamati in una atmosfera di rispetto e attenzione verso se stessi e gli altri”. Non meno importanti sono stati i momenti di condivisione delle attività comunitarie, svolte nei vari dipartimenti che compongono l’ecovillaggio, all’insegna del love in action, uno dei tre principi che stanno alla base della filosofia di Findhorn. ”Ho molto apprezzato la scelta di passare la prima settimana a Cluny Hill, l’antico albergo tipico scozzese ristrutturato negli anni ‘70, in cui vivono i quaranta membri della Findhorn Foundation e gestiscono la struttura e tutte le attività e i corsi destinate agli esterni” racconta Paolo Pani, 25 anni di Bergamo “la convivenza stretta e continuativa tra noi ragazzi, ha permesso al gruppo di amalgamarsi creando coesione e fiducia reciproca, caratteristiche fondamentali per proseguire uniti nella seconda settimana alla scoperta del Park, l’altra sede della fondadzione, dove vivono la maggior parte dei membri della comunità, circa quattrocento persone.

Il tema principale dello scambio era incoraggiare i ragazzi ad esplorare cosa l’ecovillaggio sta facendo per affrontare la crisi ecologica e sociale, con l’obiettivo di incrementare lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva e l’occupazione giovanile. Per raggiungere tali obiettivi, il programma è stato costruito per approfondire molteplici temi, proposti da relatori con diversi tipi di esperienza, che hanno arricchito molto la qualità dell’offerta. Sono stati toccate le tematiche relative alla Permacultura, le dinamiche di gruppo, la comunicazione, l’economia locale, i metodi decisionali, le costruzioni ecologiche e il sistema di riciclo delle acque grigie, le erbe spontanee commestibili e medicinali. Le attività hanno ampiamente disegnato un quadro ricco di sfumature diverse e complesse collegate tra di loro da una relazione profonda tra l’essere umano e l’ambiente circostante: “si è passati dal raccogliere patate e pacciamare il terreno dell’orto” ricorda Paolo “ad arricchenti seminari che spaziavano dalla comunicazione empatica fino alle diverse metodologie decisionali delle comunità intenzionali”.

Anche le attività spontanee come i momenti di creatività e le chiacchierate serali, le passeggiate sulla spiaggia e lungo il fiume, i canti, i balli, le saune e i bagni caldi, hanno allietato lo spirito comunitario del gruppo e rafforzato il valore unico dell’amicizia e dell’essenzialità: “Ho apprezzato tutte le attività divertenti e rilassanti per il tempo libero: i cori, le meditazioni, i bagni nella hot-tab e nella sauna, e soprattutto i bagni nel gelido fiume di Findhorn, i balli tradizionali scozzesi e tutte le attività di condivisione dei saperi del gruppo” ricorda Mattias Schweitzer, 24 anni, di Bolzano. “Ma la vera ricchezza dello scambio è stata la coesione che si è formata tra il gruppo. Il gruppo supportava i singoli e condivideva le proprie abilità e conoscenze, i singoli si sentivano protetti e si aprivano al gruppo e i bisogni, i desideri e i sogni di ciascuno venivano ascoltati e rispettati”.

“Le due settimane a Findhorn sono difficili da spiegare a parole, poiché al di là di tutte le attività svolte, sempre molto interessanti e arricchenti per l’animo, la mente e il corpo,l’esperienza più bella è stata condividere il tutto con gli altri partecipanti” confida Gabriele Meccacci, 28 anni, di Cerveteri “tra di noi si è creata un’armonia che poche volte in vita mia ho potuto esperire e in passato non ho mai vissuto una tale connessione. Abbiamo passato notti intere a chiacchierare sfidando il sonno e la stanchezza, condividendo più possibile sogni e desideri, paure e debolezze, intimità, emozioni e segreti inconfessabili, senza aver mai percepito un solo pensiero giudicante o una sola parola di critica.

L’ascolto era sempre silenzioso e rispettoso, ogni tanto qualcuno poneva educate domande al fine di invitare un proseguimento nella condivisione ma niente più. Ho potuto realmente sperimentare cosa significa ascoltare l’altro profondamente e cosa significa ricevere lo stesso trattamento da un gruppo intero. È stata un’esperienza che mi ha cambiato drasticamente”. Simone Gronda, 22 anni, di Biella, gli fa eco: “Tutto il gruppo di ragazzi, nonostante la diversità, ha coltivato un rapporto basato sull’ascolto profondo, il rispetto e la fiducia reciproca. I pasti condivisi e il tempo passato assieme raccontando le nostre vite e le nostre idee sono state attività molto importanti per stringere legami forti. Torno a casa con un bagaglio arricchito di strumenti, esperienze e ventitré fratelli e sorelle sparsi per l’Europa”.

E mentre il quarto progetto di scambio giovanile si è concluso in Scozia, il quinto sta per iniziare in Spagna, a Madrid presso la comunità di Valdepielagos.
Il gruppo che organizza questi programmi è, Yes to sustainability, composto da giovani europei che hanno l’obiettivo di creare occasioni per vivere e fare esperienza dei valori e delle pratiche di sostenibilità ecologica negli ecovillaggi Per il 2019 sono in via di definizione tre nuovi progetti.
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La vita comunitaria e la condivisione dell’abitare si stanno espandendo sempre di più, non solo all’estero, ma anche nel panorama italiano, che offre un ricchissimo e variegato arcipelago di esperienze, dall’housing sociale ai condomini solidali, dal cohousing agli ecovillaggi.
mette a disposizione la sua attività di ricerca, accompagnandoci in maniera dettagliata all’interno delle varie realtà italiane, da nord a sud, fornendo una scheda dettagliata per ogni progetto, dalla personalità giuridica all’eventuale ispirazione spirituale, dall’organizzazione economica alla dieta scelta. Una guida per farsi un viaggio nelle esperienze comunitarie all’insegna non solo del risparmio economico ma soprattutto di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà. Continua a leggere…

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