Da qualche anno, quando chiudo gli occhi, ho spesso l’impressione di essere circondata da una fitta nebbia. Vedere, pensare, interpretare o immaginare il presente come il futuro è diventata una pratica complessa, inafferrabile.
Eppure, talvolta, basta un gesto, un frammento di inaspettata autenticità perché il mio cuore riprenda a battere con vigore, invaso da un’atmosfera di significato e di bellezza, e perché i miei sensi si riscoprano vivaci, sensibili.
Ve lo racconto perché è proprio questo che ha risvegliato in me l’incontrare per la prima volta Antonio, Fabio, Valeria, con i loro modi di muoversi, di guardare, di parlare, e perfino di restare in silenzio.
I tre – Antonio Bissiri, Fabio Sau e Angela Valeria Russo – insieme alla fotografa Lucia Baldini, sono gli artisti di Gaia La Nuova Umanità, progetto multidisciplinare che indaga la relazione fra essere umano, natura, guarigione e spiritualità attraversando comunità intenzionali, ma anche aziende agricole multifunzionali e altri innovativi laboratori di possibilità.
“Quest’esperienza nasce un po’ quando, nel 2015, con Antonio abbiamo fondato l’associazione Prendashanseaux per sperimentarci nel far interagire due linguaggi: la danza e la fotografia”, ha spiegato Fabio. “Noi siamo sardi, e la Sardegna è una terra in cui si sente ancora l’eco di usanze legate alla femminilità, alla morte alla rinascita, al paganesimo. Abbiamo iniziato così un lavoro di ricerca artistica che si interrogava in qualche modo su domande universali, andando a toccare la spiritualità e i rituali che nel corso della storia hanno permesso agli umani di connettersi con il divino.”
“Di allora ricordo che avevo una vita appagata.”, ha raccontato Antonio. “Avevo già sfondato varie barriere sociali: sono omosessuale, vivevo in Sardegna e da ragazzo ero l’unico maschietto nella scuola di danza. Lavoravo come danzatore e talvolta come coreografo, e avevo raggiunto già degli obiettivi importanti. Nell’animo mi sentivo un ribelle, ma nella pratica ero perfettamente allineato al sistema capitalistico e percepivo sotto i miei piedi un tappeto di insoddisfazione. Covavo il sentore che noi umani con tutto il nostro sapere siamo fuori posto e che c’è molto da riscoprire per noi.”
Con l’arrivo della pandemia, Fabio e Antonio hanno avuto l’occasione di rallentare, di entrare in contatto con quanto già li solleticava, finché, da un sogno, non è nato il progetto Gaia La Nuova Umanità, coinvolgendo fin da subito anche la fotografa toscana Lucia Baldini, e poi Angela Valeria Russo, performer e danzatrice.
Fabio, Antonio e Valeria, ad oggi, hanno già toccato con mano varie realtà innovative, prima immergendosi come volontari e poi ritagliandosi uno spazio in natura, poco distante dalla realtà ospitante, dal quale sublimare l’esperienza in arte.
Ognuno di questi cicli di scoperta e di creazione si è completato con un momento di restituzione, che ha visto gli artisti esibirsi in una performance a beneficio della realtà visitata e dei suoi invitati.
A tutto questo, nel corso di quest’ultimo anno, si sono intervallati laboratori di movimento e di fotografia nei quali i partecipanti sono stati invitati a vivere un’esperienza a tutto tondo, all’insegna della vita comunitaria, della fotografia, della danza, del lavoro sul corpo e contatto con la natura.
Nello spazio fra una realtà ed un’altra, inoltre, non sono mancate delle tappe in città e delle collaborazioni con musei durante le quali gli artisti hanno condiviso le immagini e i filmati nati dalla propria esplorazione e sollevato i temi via via sviluppati.
“Fra le nostre intenzioni c’è anche quella di costruire ponti, legami, fra la realtà cittadina e quella montana, rurale o ancora selvatica”, hanno spiegato.
“Una delle cose più interessanti e innovative di questo progetto è il modo in cui lavoriamo in natura. Non c’è una progettualità del tipo andiamo lì e ci muoviamo in questo modo, non c’è una natura intesa come sfondo, come cartolina”, hanno specificato.
“Ciò che realizziamo nasce da un processo reale di scambio biologico e chimico fra i nostri corpi e l’elemento natura in quanto vivo. Nasce dal vivere in prima persona la relazione con il non umano, dalla sensibilità dei corpi e degli animi.”
Anche per questo, l’immagine di natura e di esperienza nella natura restituita attraverso i filmati e le fotografie realizzati da Gaia Nuova Umanità sorprendono. Lontani da una natura spesso promossa come luogo di ristoro, comodo e addomesticato, quella che loro evocano è una natura ancestrale, selvatica, dimora dell’inconscio.
A questo punto del loro percorso gli artisti di Gaia La Nuova Umanità hanno in piano di sperimentarsi ancora per un anno, prima all’interno di due ecovillaggi storici italiani e infine raggiungendo la Terra Santa.
Fino al prossimo mese sarà ancora possibile sostenere il progetto partecipando alla campagna
crowdfunding, mentre le realtà che hanno dei fondi dedicati a progetti di ricerca artistica, sociale e culturale e che sono interessati a contribuire alla produzione possono scrivere
prendashanseaux@gmail.com
“Andiamo nelle caverne, ma non ci facciamo mancare nessuna piattaforma”, hanno scherzato a proposito.