Gaya Mondo di Unione è un progetto di ecovillaggio (in costruzione) nato nel 2019 nei dintorni di Reggio Calabria, i cui abitanti fanno rete, organizzano eventi e laboratori e propongono la visione di un cambiamento positivo nelle relazioni umane e nel rapporto con il Pianeta.
“Gaya Mondo di Unione” è nata grazie alla grande energia e alla indomita passione di Paolo Frascati che già dal 2014 aveva in mente l’individuazione di un luogo dove dar vita a una comunità dove poter vivere a contatto con la natura, in condivisione e con stimoli per diffondere una sensibilità profonda per le relazioni umane e l’amore per la Terra.
«L’idea di dar vita a un progetto culturale di recupero del territorio e scambio di saperi è nata da una gita in moto nell’entroterra calabrese, quando rapito dalla bellezza dei luoghi, immaginai per la prima volta la possibilità di narrare questa meraviglia che è la Calabria con parole diverse» spiega lo stesso Paolo.
La ricerca del luogo
«Da quel lontano 2014, ci sono voluti altri 4 anni per trovare il luogo adatto e le condizioni favorevoli per far mettere radici a quel pensiero che nel frattempo non mi aveva più abbandonato. Nel 2018, quando sono arrivato in queste terre vicino a Reggio Calabria ma nel cuore di un polmone verde, ho capito che era il posto giusto». «Da lì è iniziato il processo di trasformazione di questo paradiso abbandonato e, insieme, anche della mia anima e della mia vita».
Per motivi burocratici, Gaya è nata dapprima come azienda agricola, «ma con aspirazioni ben diverse della mera produzione – precisa Paolo – Il 3 marzo 2020, giorno prima del lockdown, ho presentato l’idea alla facoltà di architettura dell’Università di Reggio Calabria per ottenere un supporto progettuale, ma ho trovato molto di più: Valentina (allora assistente del professore a cui mi ero rivolto), che ora è la mia compagna di vita e moglie. Due anni fa lei ha dato vita all’associazione culturale no profit che incarna l’anima di Gaya (grazie alla quale vengono promossi tutti gli eventi e le attività culturali) ed è anche nata nostra figlia Lila».
Il legame con il territorio
«Sento profondamente che esiste uno scambio biunivoco con questo luogo – spiega Paolo – È un viaggio che stiamo percorrendo insieme, di crescita ed evoluzione. Ogni passaggio avvenuto in questi anni, ogni azione e avvenimento ha contribuito a trasformarci e risolvere parti che andavano curate e sistemate. Avere questa opportunità di confrontarsi con aspetti della natura che non si vedono più come distaccati dal proprio sé è il più grande dono che questa avventura mi ha fatto».
«È come vivere costantemente in una relazione tra maestro e discepolo, in cui l’interscambio alternato dei ruoli, attraverso una sempre crescente reciprocità, svela pian piano conoscenze antiche e profonde che trovano riscontro nella manifestazione della natura stessa».
Le attività
Le attività che vengono proposte a Gaya hanno come filo conduttore la riconnessione con la natura e il proprio sé. «Si va dagli workshop di agricoltura sostenibile ai ritiri di yoga e meditazione, poi momenti artistici, attività con i bambini e una volta l’anno proponiamo il Gaya Fest, momento di condivisione, cultura e bellezza – prosegue Paolo – Gli scout ci hanno scoperto da poco e già siamo diventati un luogo per loro importante dove fare attività in natura. Gaya è il posto dove parlare di religione e spiritualità, di astrologia e astronomia, agricoltura e natura e di molto altro ancora, sempre senza divisioni, cercando di avvicinare ciò che è normalmente lontano: è un “mondo di unione”».
I progetti a breve termine
A Gaya si sta lavorando su due progetti a breve termine. Il primo è «l’installazione di una speciale cupola geodetica di 100 metri quadri dove svolgere attività culturali di varia natura in tutti i periodi dell’anno – spiega ancora Paolo – Ci teniamo che nasca attraverso il contributo di coloro che vorranno poi fruire delle attività che verranno svolte all’interno. Per questo lanceremo una campagna di raccolta fondi in modo da poter accogliere il contributo di tutti coloro che sentono di condividere il fascino, la bellezza, il privilegio di crescere assieme prendendosi cura di un luogo che altrimenti sarebbe rimasto vittima dell’incuria e dell’abbandono. Il secondo progetto è il Gaya Bimbi, un’area interamente dedicata ai bambini, alle famiglie e al gioco didattico in natura, dove la natura diventi lo strumento di apprendimento e scoperta».
Il terzo Gaya Fest
È poi già iniziata l’organizzazione per il terzo Gaya Fest, che si terrà il 30 e 31 agosto e l’1 settembre e che sarà incentrato sull’ albero di ulivo. Ci saranno simposi con università, attività di trekking insieme al Fai, momenti musicali, incontri per scoprire insieme le proprietà e le possibilità di ogni parte dell’ulivo, dalle foglie al tronco, ai rami, al frutto, passando per una narrazione che lo vede protagonista nella nostra tradizione spirituale e mistica».
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LETTURE UTILI
Sono sempre più numerosi giovani e meno giovani che decidono di andare a vivere in un cohousing o in un ecovillaggio, una scelta dettata non solo da motivi economici (vivere insieme costa decisamente meno), ma anche dal crescente bisogno di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà.
Il panorama delle esperienze comunitarie, in Italia e all’estero, è assai ricco e variegato. Sempre più spesso si riconosce il valore sociale oltre che ambientale del vivere insieme, tanto che anche in Italia sono in crescita le amministrazioni locali che promuovono bandi per l’assegnazione di terreni o edifici destinati al cosiddetto housing sociale; è successo in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e altrove.
L’autrice racconta la storia e soprattutto il presente di ecovillaggi e cohousing già attivi in Italia, dei numerosi progetti in via di realizzazione e aperti a nuove adesioni, e delle esperienze internazionali più significative. Quella che emerge è una mappa completa e variegata, utile per chi vuole approfondire una tematica ancora poco conosciuta oppure per chi ha già avviato una riflessione e un percorso, e che nel libro può trovare suggestioni, stimoli e contatti per proseguire il proprio cammino.
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Il cohousing è una particolare forma di vicinato dove coppie e singoli, ognuno nel proprio appartamento, decidono di condividere alcuni spazi e servizi comuni come i pasti, la gestione dei bambini, la cura del verde.
Qualcosa di più rispetto al tradizionale condominio, dove ognuno è trincerato all’interno del suo appartamento, ma qualcosa di meno di una comune, dove a legare tutti i membri è anche la condivisione dell’economia.
Le esperienze raccolte in questo libro provengono da paesi dove il fenomeno è ormai ben radicato e diffuso, e in alcuni casi addirittura sostenuto dalle amministrazioni pubbliche per le evidenti ricadute positive di tali progetti sia sul piano ambientale che sociale.
Più ci si addentra nella lettura, più il cohousing appare come una valida proposta contro la crescente atomizzazione e solitudine delle grandi città, dove il problema principale è senza dubbio la perdita di coesione sociale e il diffuso senso di isolamento.