Gli ecovillaggi italiani sbarcano in Spagna
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Nell’ottica di apprendere la modalità di operare della rete iberica e la volontà di intessere una relazione con loro, è partita una delegazione italiana tutta al femminile a rappresentare la Rive.
L’accoglienza è stata fin da subito molto calda e divertente e si è mantenuta per tutta la permanenza. Neanche il tempo di arrivare, si è formata una piccola comunità italiana: “las tres italianas”, come sono state soprannominate coralmente le rappresentanti Rive, e Nicoletta e Ferdinando, una coppia di italiani con le loro due figlie. La famiglia è partita dal raduno Rive in Lazio, si è fermata al Rototom Sunsplash, per poi giungere a Can Cases, l’ecovillaggio che ha ospitato l’incontro Rie, offrendo servizio volontario in cambio di ospitalità. La prima sera, andando verso il centro campo, suonava nell’aria una fisarmonica, sulle note della colonna sonora del film “la vita è bella”. Si, la vita è bella, quando sei in mezzo a persone che discutono di utopia e colorano la propria esperienza di impegno.
Alle 8:00 in punto, una conchiglia gigante suonata come un corno, richiama gli assonnati partecipanti dalle loro tende, per la colazione. Il cibo è vario e sfizioso, tutto biologico e fresco. L’organizzazione Rie, al contrario della Rive, prevede una suddivisione tra i costi di iscrizione da quelli dei pasti. Ognuno ha la possibilità di mangiare il cibo dell’organizzazione (pagando la quota di 18 euro al giorno per tre pasti) oppure portarsi i propri viveri da casa, a patto che non siano accesi fuochi o utilizzati fornellini da campeggio e che ogni immondizia venga portata via alla partenza. In giro per il campo, infatti non ci sono cestini, ognuno è responsabile degli scarti che produce. Solo un’eccezione per i posacenere, ma solo perchè i fumatori hanno il brutto vizio di buttare i mozziconi in terra.
Il pranzo servito alle 14:30 e la cena alle 21:00, al contrario di come accadeva al Gen in Svizzera, dove il pranzo era servito alle 12:00 e la cena alle 18:30 …molto difficile da far digerire ad un italiano medio. Tra un pasto e l’altro si svolgevano gli incontri tematici, i cerchi di conoscenza e i rituali di ringraziamento alla terra offerti dalla comunità residente.
Se nel frattempo ti viene fame o voglia di bere un succo, una cervesa, o un caffè, puoi andare al bar sotto il gazebo da circo, posto in una posizione centrale, dove a tutte le ore c’è qualcuno a fare due chiacchere, rilassarsi un pò, a godere dell’ombra del gazebo.
Il raduno Rie si articola in tre giorni aperti a tutti e i due giorni successivi sono dedicati all’ incubadora, il campo per i nuovi progetti. Il primo giorno, possiamo scegliere se di seguire 4 seminari, presentati da 4 relatori differenti (uno ogni ora), sulle 4 dimensioni dell’ecovillaggio: ecologia, economia, sociale e visione del mondo. Il sabato e la domenica invece sono dedicati ai talleres, ovvero i workshop/laboratori, dove per due ore i diversi relatori propongono ai partecipanti attività pratiche o il racconto della propria esperienza e condivisione delle competenze, come avviene anche al raduno
Rive.
Prima di cena, ci dividiamo per segni zodiacali, formando gruppi composti da una decina di persone che alla Rive vengono chiamati “clan”: per un ora, nel cerchio supportato da un facilitatore, abbiamo lo spazio per conoscerci e raccontarci ciò che più ci ha colpito durante la giornata, facendo partecipe tutto il gruppo di singoli aspetti che non tutti hanno potuto cogliere. A sera, neanche a dirlo: fiesta e danze, flamenco e musica improvvisata, proiezioni di documentari e tanta allegria.
L’obbiettivo del raduno è far conoscere in linea di massima la filosofia e lo stile di vita degli ecovillaggi. In quest’ottica, i relatori hanno inquadrato le proprie riflessioni attorno a tre aree tematiche: l’ecologia, l’economia, lil sociale, la visione del mondo. Nella dimensione ecologica vengono affrontate tematiche riguardanti la cultura ecologica e i dispositivi tecnologici che permettono la transizione da un sistema tradizionale ad uno a risparmio energetico, menzionando le diverse strategie e tipologie di organizzazione adottate negli ecovillaggi.
La dimensione economica pone l’accento sul confronto tra il sistema economico contemporaneo con quella che potrebbe essere l’economia alternativa (monete complementari, banca del tempo, scambio microcredito e economie locali), sottolineando i valori che distinguono il secondo approccio dal primo: il dono, l’intercambio, la reciprocità. Il rapporto produzione-prezzo (valore di un oggetto) oggi è basato su indicatori che non tengono conto nè dell’impatto ambientale, nè del bene relazionale: se il sistema economico capitalista, tenesse conto di questo, si avrebbero merci con prezzi estremamante più alti rispetto a quelle provenienti da un sistema di produzione rispettoso della terra, e tante persone ritenute economicamente ricche, si scoprirebbero molto più povere di quanto pensano di essere .
La dimensione sociale e la visione del mondo, vengono definite attraverso la concezione olistica. La visone olistica intende ogni manifestazione della vita come un “tutto” interconnesso, dove ogni azione di ogni singola persona ha il potere di cambiare, nel bene e nel male, tutto ciò che ha intorno. L’individuo, che viva in un ecovillaggio o no, fa parte di una o più comunità: il quartiere, la città dove risiede, la terra natale, la famiglia, il gruppo di lavoro… e la relazione tra individuo e comunità rinbalza sempre entro quattro mura: io con me stesso, io con gli altri, il mio gruppo-comunità tra sè e il mio gruppo-comunità con il mondo esterno.
Dopo un interessante descrizione dei ruoli che si manifestano in un gruppo (riferimenti: Arnold Mindell, Essere nel fuoco, Terra Nuova edizioni e Anima Mundi), è palese come una comunità intenzionale si distingue da tutte le altre per la partecipazione paritaria dei membri del gruppo, per l’intenzionalità, la progettualità e la volontà non solo di realizzare il progetto, ma anche di mettersi in gioco, lasciare che le parti più brutte di te vengano allo scoperto per trovare un nuovo assestamento, accogliendo le diversità. Il gruppo è ritenuta un entità la cui grandezza va oltre la somma dei suoi membri e sopravvive solo se riesce ad ascoltare tutte le necessità dei singoli. La comunità è tale, quando condivide l’amore per sè, gli altri e per il progetto, il lavoro, il mangiare insieme, le decisioni, i problemi, la direzione, l’armonia, la concezione della vita, la comunicazione, lo spazio, il tempo ed il conflitto… e molto altro ancora.
La Base, Spagna, Cataluña, http://labase2001.blogspot.it
Tamera, Portogallo, Alentejo, http://www.tamera.org
Los Portales, Spagna, Andalucía, http://infolosportales.blogspot.it
Terramada, Portogallo, http://terramada.com/blog, web: www.terramada.com
Valdepielagos, Spagna, Madrid, http://www.ecoaldeavaldepielagos.org
Cortijo Los Baños Al-Hamam, Spagna, Andalucía, http://www.cortijo-al-hamam.com
Valle de Sensaciones, Spagna, Andalucía, http://www.sensaciones.de
Lakabe, Spagna, Navarra, http://rie.ecovillage.org/es/lakabe
Taller Karuna, Spagna, Madrid, http://www.tallerkaruna.org
Matavenero y Poibueno, Spagna, Castilla y León, http://www.matavenero.org
Arcadia, Spagna, Cataluña, http://www.arcadia.cat
Can cases – Amalurra, Spagna, Cataluña: http://amalurra.org/comunidades-amalurra/amalurra-catalunya
… e ancora molti altri progetti…
Foto del raduno Rie: https://www.facebook.com/RedIbericaDeEcoaldeasRIE/photos_stream
Sito web Rie: http://rie.ecovillage.org
Sito web Schweibenalp: http://www.schweibenalp.ch
Gen – Global ecovillage network (rete globale degli ecovillaggi): http://gen.ecovillage.org