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La coppia, la famiglia… e la comunità!

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Che cosa significa essere coppia e famiglia in una comunità? Ne parliamo con Alfredo ed Amy coppia da quarant’anni e residenti a la Comune di Bagnaia da ventuno anni.
Come conciliare la vita di coppia all’interno di una comunità? L’argomento risulta essere molto delicato poiché la relazione tra due innamorati è complessa per sua natura e muta col passare del tempo, così come l’esperienza di comunità. La relazione non è più limitata a me e te, ma si estende, volente o nolente, a tutte le persone della comunità intorno a noi. La comunità è direttamente o indirettamente coinvolta in ciò che succede nella coppia e la coppia influenza gli equilibri e il “clima” nella comunità in base a “come sta”. Questo accade normalmente nelle famiglie e nei gruppi ma l’effetto è spesso meno prorompente perché ognuno a sera, rientra nel suo spazio di intimità, nella sua casa, nel suo nucleo e ciò che accade nelle relazioni altrui poco influisce. In comunità spesso le “distanze” sono più vicine. Cambiano le dinamiche anche quando la coppia diventa famiglia, dove la relazione di coppia si somma a quella con i figli.
A volte è inconsapevole il legame che esiste tra la coppia e la comunità e troppo spesso si sottovaluta l’interdipendenza e l’influenzabilità reciproca dei due sistemi.
Molte persone che si affacciano per la prima volta agli ecovillaggi, associano direttamente le comunità moderne alle Comuni degli anni ’70, dove spesso si sperimentava l’amore libero ed il rifiuto di qualsiasi formalità o convenzione culturale. La Comune di Bagnaia (Siena) nasce effettivamente in quel contesto e in quegli anni, dalla fusione di due Comuni in un unico progetto che si riconosceva nell’ideale comunista. Inutile dire che le maldicenze e le più sfrenate fantasie correvano tra le stradine dei paeselli della Montagnola senese mentre alla Comune di Bagnaia si lavorava con zelo e passione in agricoltura per l’autosufficienza alimentare. Addirittura si vociferava che fosse una comunità orgiastica… e invece, niente di tutto questo. Anzi, la Comune di Bagnaia ha visto storie d’amore durature, come quella che voglio raccontarvi qui, tra Alfredo Camozzi e Amy Kabat.
Alfredo Camozzi, ventiquattro anni, è insegnante di storia e filosofia, attivista politico e per molti anni è stato presidente della RIVE– Rete italiana villaggi ecologici.
Amy Kabat, giovane ventenne americana trasferitasi da poco in Italia, con un grande amore per l’arte, la cultura italiana ed una gran passione per gli aperitivi. Conosce Alfredo ad Urbino e dopo otto mesi decidono di sposarsi.
Da allora, sono passati quarantatrè anni, di cui ventuno trascorsi alla Comune di Bagnaia.
Essere coppia e famiglia in un periodo storico e in un contesto dove esserlo non ha più tanta importanza a livello convenzionale/formale, deve essere una scelta davvero sentita. Infatti Alfredo ammette che una delle difficoltà è stata “cercarci e vivere più intensamente il nostro rapporto, dal momento che la vita in una comune è molto coinvolgente e non sempre si è in grado di separare il collettivo dalle esigenze individuali” però questo, continua “vivere in coppia nella comunità ci ha rafforzato reciprocamente, soprattutto nei momenti di dubbio, sulla coerenza della nostra scelta rispetto agli ideali comunisti della nostra vita”. Chiedo allora ad Amy se si sono mai sentiti un’unica entità rispetto al gruppo: “ci sentiamo soprattutto individui con le nostre idee e modalità diverse in rapporto al gruppo. Sento molto il sostegno di Alfredo… ma anche del gruppo”. “Prima di entrare a far parte della comune” riprende Alfredo “vivevamo come famiglia in un contesto ricco di amicizie, di impegno politico e sociale. In questo senso, almeno per quanto mi riguarda, non è cambiato molto e sicuramente in meglio. Forse un pochino mi è mancata l’intimità della nostra casa, che abbiamo venduto nel 2004 mettendo il patrimonio a disposizione della Comune. Abbiamo ricevuto molto: l’affetto e la solidarietà dei nostri compagni di vita in primo luogo, ma anche la consapevolezza di costruire un’esperienza di vita alternativa ai modelli imposti dal sistema capitalistico, in un ambiente tutelato”. La sensazione che ho ascoltando Alfredo ed Amy è che tutto sommato, hanno continuato a vivere la vita come avevano sognato, aggiungendo un pizzico di sale in più alle loro attività quotidiane. “Abbiamo perso l’intimità della vita quotidiana” aggiuge Amy “il mangiare insieme o muoverci nella dimensione casa… ma ci ha stimolato ad apprezzare di più e a ricercare maggiormente i momenti in cui siamo solo noi due, come ad esempio le vacanze… e non solo”.
Quindi la comunità non vi ha messo mai in contrasto? Non siete stati trascinati nel litigio a causa di conflitti comunitari? “No. In realtà abbiamo trovato più armonia fra di noi. Litighiamo di meno, ma per non perdere questa sana abitudine, troviamo motivi di contrasto prettamente all’interno delle nostra storia di coppia” esclama con un bel sorriso Amy mentre Alfredo si appresta a rispondere: “Vivere in una comune significa essere toccati dalle problematiche non solo generali ma anche individuali di ciascun membro. Quando sentiamo che vi è tensione cerchiamo di capire e di mediare. Certamente vi può essere stanchezza o irritazione, ma sono sempre ben mescolate insieme alla fiducia nel gruppo. Non abbiamo avuto contrasti tra noi come conseguenza delle dinamiche della vita comunitaria ma qualche volta abbiamo sentito il desiderio di assentarci per un pò. Sono sorti anche dubbi sulla durata della nostra scelta, chiedendoci se fosse ancora, quello della comunità, un percorso valido per noi”.
Alfredo ed Amy, alla Comune di Bagnaia, oltre ad essere coppia, sono anche una famiglia. Alessandra, la figlia, è cresciuta alla Comune insieme a tanti altri bambini e bambine della sua età: “Abbiamo avuto tanto aiuto sia nella gestione pratica che nelle responsibilità genitoriali” mi spiega Amy, con un grande senso di gratitudine “abbiamo sentito il sostegno e l’aiuto collettivo sia nella fase del nostro inserimento sia in seguito: il liceo, gli studi universitari all’estero…” le fa eco Alfredo “ad Alessandra abbiamo trasmesso i nostri valori e lei, finché è vissuta nella Comune, vi ha partecipato attivamente, crescendo libera e consapevole, tra stimoli molteplici: dall’agricoltura, all’impegno sociale, alle attività teatrali e culturali in genere, alle feste”.
I figli dei comunardi erano i figli della Comune e tutti avevano il diritto/dovere di prendersene cura. Sono stati fatti anche tentativi di gestione collettiva dei figli ma dopo un po’ i comunardi hanno sentito il bisogno di tornare ad un sistema intermedio: “Essere genitori e più forte di ogni altra cosa” spiega Amy. “Alla Comune di Bagnaia tutti si prendono cura dei giovani ma i genitori hanno l’ultima parola rispetto all’educazione dei figli. Solo una volta abbiamo preso una decisione senza il consenso della Comune, quando abbiamo deciso con lei di cambiare Liceo”.
E da qualche mese Amy ed Alfredo sono diventati nonni. I nonni della Comune, come molti altri loro comunardi. “Alessandra ha avuto due fantastici gemelli e pensa che suo marito Roberto lo ha conosciuto mentre era ospite come wwoofer a Bagnaia!” racconta Alfredo. E che cosa può dare ancora la Comune a queste due piccole creature, dopo i suoi quasi 40 anni di esistenza? “Un’occasione bellissima per crescere in un mondo migliore” risponde Alfredo mentre Amy con gli occhi che le luccicano “La gioia immensa da condividere! Tante braccia amorevoli che li possono accogliere”.
Vuoi saperne di più su ecovillaggi e comunità intenzionali?

Sono sempre più numerosi giovani e meno giovani che decidono di andare a vivere in un cohousing o in un ecovillaggio, una scelta dettata non solo da motivi economici (vivere insieme costa decisamente meno), ma anche dal crescente bisogno di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà. Il panorama delle esperienze comunitarie, in Italia e all’estero, è assai ricco e variegato. Sempre più spesso si riconosce il valore sociale oltre che ambientale del vivere insieme, tanto che anche in Italia sono in crescita le amministrazioni locali che promuovono bandi per l’assegnazione di terreni o edifici destinati al cosiddetto housing sociale; è successo in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna e altrove. L’autrice racconta la storia e soprattutto il presente di ecovillaggi e cohousing già attivi in Italia, dei numerosi progetti in via di realizzazione e aperti a nuove adesioni, e delle esperienze internazionali più significative. Quella che emerge è una mappa completa e variegata, utile per chi vuole approfondire una tematica ancora poco conosciuta oppure per chi ha già avviato una riflessione e un percorso, e che nel libro può trovare suggestioni, stimoli e contatti per proseguire il proprio cammino.
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