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La leadership condivisa nella Rete degli ecovillaggi

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Mi chiedo se ci sia ancora qualcuno che pensa che solo un grande leader può cambiare le sorti dell’umanità. Credo che al giorno d’oggi, anche se arrivasse, si troverebbe spiazzato. Ognuno vuole fare a modo suo. Allora perchè stare ad aspettare? Creiamo subito lo spazio in cui possiamo valorizzare ciò che abbiamo già, senza farsi la guerra.
Avete mai provato a mettervi in fila indiana, in 6-9 persone, tutte bendate tranne l’ultimo? Provate a mettere le mani sulle spalle della persona che vi precede, tranne la capofila, ovviamente. Senza mettersi d’accordo in precedenza e in assoluto silezio, il gruppo deve fare un percorso, guidato dagli impulsi di chi sta in fondo e vede. Per girare a destra potrebbe tirare indietro la spalla destra di quello che gli sta davanti, o se volesse far abbassare tutti, potrebbe fare pressione verso il basso su entrambe le spalle. Provate a farlo e poi ditemi che cosa succede. Qual’è la sensazione di chi guida? E quale quella dei “guidati”?
Protrebbe emergere che chi guida in realtà lo può fare solo fino ad un certo punto, perchè dipende dal grado di fiducia che i membri del gruppo hanno verso di lui/lei e verso se stessi. Dipenderà da come passerà il segnale di mano in mano e di come il primo della fila reagirà ai cambiamenti repentini, alla lettura dei segnali, all’irregolarità del terreno. Sarà cauto? O indipendente? E chi sta nel mezzo, come si sentirà a guidare ed essere guidato?
Questo piccolo esercizio fa vivere, attraverso l’esperienza corporea, alcune dinamiche che si instaurano in una leadership condivisa. Nella forma di governo orizzontale, ognuno copre il suo ruolo nel processo e ognuno ha il potere di intervenire e condizionare la realtà. Tutti possono essere leader a seconda del motivo o del contesto in cui il gruppo si esprime. Detto così può sembrare una forma di governo suicida, dedito al caos e alla prevaricazione del singolo. In realtà, la libertà di scelta è direttamente proporzionale al grado di rispetto che si ha dei principi condivisi. Pena, l’autoesclusione dai giochi. Tirannia, egocentrismo, autoritarismo, presunzione, egoismo, pienezza di sè, violenza, non hanno vita facile in questo contesto e spesso finiscono per autoespellersi naturalmente. E’ necessario però che il “sistema immunitario”, ovvero l’entità gruppo, abbia chiari i suoi principi di autogoverno.
La Rete italiana villaggi ecologici – RIVE che mira ad un governo orizzontale, ha recentemente eletto i suoi rappresentanti legali (leggi articolo). Ecco i principali valori di riferimento, un sostegno per tutti i membri dell’associazione che hanno scelto di basare la propria esperienza sulla condivisione di potere.   
Diversità: più la comunità è diversificata al suo interno e maggiore è il bacino a cui può attingere per trovare le migliori soluzioni. I ruoli non si cristallizzano ma variano a seconda delle esigenze del gruppo nel momento storico contestuale. Nel qui ed ora, per adesso. Sperimentare diversi ruoli conduce prima o poi a vivere ed esercitare la responsabilità personale associata al volere collettivo. Permette di sperimentare la complessità delle scelte. Allena a “smollare” il proprio punto di vista e abbandonarsi alla fiducia.
Prendersi cura: in ogni sistema vivente, quando una parte non sta bene o si ammala, tutto l’organismo ne risente. Ogni cosa è connessa e interdipendente. Ignorare i feedback significa ignorare segnali che ci stanno comunicando qualcosa di importante: esercitare la leadership significa prendersi cura di questi segnali, imparare ad accogliere un’osservazione e dedicarvi il tempo che essa richiede. In questo modo è possibile mantenere “puliti” i canali di relazione e quindi un rapporto di fiducia.
Continuità: un sistema di autogoverno orizzontale di un gruppo assomiglia al corpo umano: è importante le la mano porti il cibo alla bocca per nutrirsi, che il cervello coordini il passaggio tra le informazioni del mondo materiale e quello delle idee e viceversa, che le gambe ci sostengano nelle azioni e accompagnino al riposo, che il cuore dia l’impulso costante per motivare l’azione di ogni giorno. Così, come ogni organo sano svolge continuativamente la sua parte, anche il gruppo in cui la leadership è condivisa, ha bisogno che ogni sua parte mantenga la costanza nel proprio impegno, piccolo o grande che sia.
Proattività, propositività: alla luce dei tre precedenti caratteristiche va da sè che un gruppo che vuole autogestirsi e ritiene di non aver bisogno di un capo, non sta nella posizione di chi subisce gli eventi. Sarebbe un controsenso. La sfida del governo orizzontale è dare spazio ad ogni membro di partecipare ed esprimere il proprio pensiero e sentire. Ognuno può formulare proposte “per” e non solo “contro”. La ricchezza dell’intelligenza collettiva apre un canale più immediato per rispondere alla domanda “che via alternativa possiamo intraprendere, coerente con i nostri valori, per migliorare?”  
Responsabilità: è la caratteristica sottintesa a tutte le precedenti. Senza di questa, qualunque tentativo di accogliere la diversità, prendersi cura, dare continuità ed essere propositivi, si svuotano del loro potere ed efficacia. La fiducia stessa si instaura anche attraverso la responsabilità reciproca. La responsabilità è strettamente legata ad una visione ampia, che considera le scelte, le azioni, le situazioni nella loro complessità.  
Portare nella propria vita e nei propri gruppi questi punti di riferimento o simili, allena i singoli alla dimensione collettiva, rispettando le specificità di ognuno e indirizzando le energie in una prospettiva comune. Quando saremo in grado di fare questo, non ci interesserà più cercare un idolo perfetto a cui delegare le scelte della nostra vita.

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