Un breve racconto di un ecovillaggio nascente, un viaggio di volontariato e della potenza della fiducia.
Rendere possibile l’impossibile, scrive Nara Petrovic, autore di Human being, instruction for use, riferendosi all’incredibile trasformazione avvenuta nel suo ecovillaggio,Trajnostni Park Istra, in Slovenia. Guardate la foto a sinistra. No, non il campanile ma la struttura a fianco. Provate ad immaginare che precisamente un anno fa, quella casa aveva solo i quattro muri portanti. Con fiducia e un pizzico di follia, i membri del progetto hanno deciso di ospitare la riunione dei rappresentanti delle reti nazionali europee degli ecovillaggi, che si sarebbe tenuta l’anno successivo.
Grazie a ditte locali, tanti amici e un centinaio di volontari provenienti da tutte le parti del mondo, Park Istra è rinata dalle sue macerie. Sono arrivata all’ecovillaggio il 12 gennaio per fare la volontaria, due giorni prima dell’incontro delle reti. Il più era fatto ma la casa era ancora un cantiere: armadi, mensole, scarpe, pennelli, teli, stracci, secchi e sacchi di terra regnavano nel caos. Appena finito di posizionare le piastrelle del bagno, un ragazzo stanco, pieno di polvere, con le mani sporche di colla da mattonelle e un sorriso serafico mi ha accolto entusiasta dicendo: “domani testiamo la doccia!”. Ammetto di aver avuto dubbio riguardo al finire per tempo ma il sorriso di Peter, che da giorni lavorava per otto, dieci ore ininterrottamente, mi ha trasmesso speranza e ottimismo. Mi sono inginocchiata e l’ho subito aiutato con le rifiniture della doccia.
La mattina seguente ho premuto play allo stereo e a suon di Rhythm and blues io e gli altri volontari siamo entrati in un loop di divertente e ininterrotto lavoro; eravamo certi che entro sera il più sarebbe stato ultimato. Il giorno dopo, ho pulito l’ultimo gradino, ho bevuto e con le ultime forze mi sono messa a suonare l’ukulele. Trascorsi dieci minuti, sono arrivati i primi ospiti. Tutto perfetto, ce l’abbiamo fatta. Il cantiere è diventato un caldo e accogliente ecovillaggio. Cenerentola è diventata una principessa senza la bacchetta magica, solo con fiducia e forza di volontà. L’impossibile si è reso possibile.
Questa esperienza ha mostrato al gruppo le sue capacità, ha permesso loro di far incontrare la propria rete locale con la rete internazionale, generando maggiore comprensione reciproca. Ha palesato come i diversi ruoli, l’ecovillaggista, il volontario, l’amico, la mamma, l’ospite, il vicino, hanno reso estremamente ricca la realizzazione dell’obiettivo. Ogni cosa ha trovato il suo flusso e compimento, in un clima di abbracci e risate. Ci siamo sentiti tutti a casa.
Un grazie di cuore a Park Istra e a tutti coloro che dedicano la propria vita a realizzare sogni.
Nella foto: abitanti e volontari di Park Istra
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