Vi riportiamo l’esperienza della Rete italiana villaggi ecologici – RIVE, che ha svolto la riunione invernale dei soci a fine Gennaio 2016, in Toscana. Un incontro speciale, di bilanciamento tra il pensiero, l’azione e il movimento.
La
Rete italiana villaggi ecologici – RIVE, è un’associazione nazionale che si incontra 4 volte all’anno, ogni volta in un ecovillaggio o progetto diverso, per permettere la conoscenza reciproca fra le differenti esperienze che la compongono. In estate si tiene il raduno estivo aperto a tutti mentre in autunno, inverno e primavera, l’incontro è riservato ai soli soci. Questi sono momenti per valutare le attività associative, prendere decisioni insieme attraverso il metodo del consenso, dare spazio alle idee per progetti futuri e per conoscersi e scambiare esperienze sulla vita ecologica e comunitaria.
L’incontro invernale dei soci, si è tenuto dal 29 al 31 gennaio 2016 presso il progetto di ecovillaggio Tribù Universo, in provincia di Pisa. a cui hanno aderito 55 persone provenienti da 21 realtà tra ecovillaggi e ecovillaggi in costruzione italiani. L’evento si è svolto all’insegna della relazione, la conoscenza reciproca e allo scambio di esperienze. E’ stato un evento ricco di giocosità, movimento, spontaneità artistica e cura reciproca.
L’ordine del giorno ha scandito i tempi per i temi che i partecipanti hanno affrontato nel fine settimana. Partendo dalla riflessione sul percorso personale, l’incontro è andato in crescendo passando attraverso l’esperienza delle singole comunità fino ad arrivare al significato concreto di fare Rete sia a livello nazionale che internazionale. Per fare questo, la Rete si è dotata di strumenti di condivisione in piccoli gruppi come la tecnica dell’Open Space e del World Cafè. La condivisione in plenaria di quanto elaborato dai gruppi e l’espressione di valutazioni individuali ha reso le elaborazioni una conoscenza collettiva, uno stimolo per il futuro e una consapevolezza su quanta “ricchezza” abbiamo adesso per attuare subito dei cambiamenti, a tutti i livelli.
Anche i giochi e il movimento, hanno aiutato il gruppo a rimanere connessi e coinvolti nel processo. Oltre a dare un senso di leggerezza e coinvolgimento, sono stati usati come espedienti per coinvolgere anche i corpi dei partecipanti che trovano solo marginalmente spazio nelle riunioni tecnico-organizzative. Lasciare spazio alla fisicità e al movimento nelle riunioni spesso è visto come “una perdita di tempo” ma è statyo entusiasmante constata come i partecipanti abbiano accusato meno la stanchezza e si sono sentiti coinvolti dall’inizio alla fine del programma. Eppure orami è noto che l’80% della comunicazione tra esseri umani avviene attraverso l’espressività corporea, è fondamentale nella comunicazione ma è spesso sottovalutata. Per ciò la Rete, volendo sperimentare nuovi forme di relazione, ha lasciato ampio spazio a momenti di comunicazione non verbale, balli, giochi di gruppo o a coppie, pensate per trasmettere un concetto o un significato ma anche per il puro e semplice divertimento – a questo proposito è frequente sentir dire “se non è divertente non è sostenibile!”
Il sabato sera, tradizionalmente lasciato come momento di aggregazione spontanea, dopo i balli popolari internazionali, è stato acceso un fuoco attorno al quale si sono riunite una trentina di persone. Si è venuto a creare spontaneamente un ”
Teatro di Paglia“, non tanto nella sua forma, quanto nell’essenza: un giocoso scambio di racconti, canzoni, citazioni teatrali, barzellette, spezzoni di vita comunitaria, ricordi, si sono alternati creando uno spazio genuino di intrattenimento e risate, di apprezzamento per quanto è possibile creare di bello stando semplicemente insieme, senza struttura, supporti tecnici o professinalità specifiche.
E’ stato un incontro in cui si è nutrita la voglia di stare insieme, la voglia di collaborare a progetti più grandi e la forza di non essere soli a nuotare contro corrente. Ho visto persone riuscire a scendere oltre la realtà superficiale per condividere quanto più gli sta a cuore o li “muove” interiormente. Ho visto abbracci sinceri tra persone apparentemente molto diverse fra loro; discussioni accese ma non dogmatiche; accoglienza del luogo che ci ha accolto, la cura dello spazio da parte dei partecipanti e la disponibilità da parte di tutti di aiutare a lavare i piatti, pulire le sale, tener accesi i fuochi delle stufe, rispettare le indicazioni di togliere le scarpe all’ingresso… un’attenzione di responsabilità e di cuore che non si trova ovunque.
Ho avuto la sensazione che sia stato un esperimento di autogestione e di relazione ben riuscito.
Grazie RIVE.