Fra il 15 maggio e il 9 giugno le comunità intenzionali italiane apriranno le proprie porte, fisiche e virtuali, in una costellazione di eventi volti a far conoscere le esperienze e i valori che permeano l’abitare collaborativo. Un’occasione da non perdere, promossa da RIVE – la Rete Italiana Villaggi Ecologici – e dalla Rete Italiana Cohousing e Abitare Collaborativo.
Come da tradizione, dopo la sospensione del 2020, tornano le Giornate dell’Abitare Collaborativo. Un’iniziativa corale, multiforme, durante la quale le comunità intenzionali sono invitate ad aprire le porte per far conoscere le esperienze e i valori dell’abitare collaborativo.
Nata in Olanda, nel 2009, con le “Giornate delle Comunità Intenzionali”, l’iniziativa si era estesa a livello europeo già a partire dal 2013 grazie all’associazione Habitat Partecipatif, dando vita ad una costellazione di eventi organizzati dalle singole realtà rivolte a tutti i curiosi e simpatizzanti dello stile di vita comunitario e dei valori che lo permeano. Coabitazione, dunque, ma anche condivisione delle relazioni, delle decisioni, degli spazi, delle risorse e del tempo libero, all’insegna di uno stare insieme più ecologico, solidale e partecipato.
In questo 2021, l’iniziativa europea slitterà a Settembre, ma RIVE e Rete Italiana Cohousing e Abitare Collaborativo non hanno voluto rinunciare all’appuntamento di maggio.
Tutte le realtà comunitarie italiane, aderenti o non aderenti alle Reti, sono dunque invitate a partecipare al
Maggio dell’Abitare Collaborativo, proponendo incontri fisici e virtuali, open day ed eventi conoscitivi nel periodo che va dal 15 maggio al 9 giugno e compilando
questo breve modulo.
Il titolo delle Giornate dell’Abitare Collaborativo di questo Maggio sarà «Ri-Conosciamo le Comunità», un po’ per richiamare l’attenzione alla proposta di legge per il riconoscimento delle comunità intenzionali recentemente depositata e alla raccolta firme che la sostiene, e un po’ per mettere in evidenza che le esperienze comunitarie sono vive, mutano, e dunque non si conoscono mai una volta per tutte, ma vanno ri-conosciute.
«La Rete Italiana Cohousing, per esempio, è nata nel 2010 ispirandosi ad un modello ben preciso – quello dei Cohousing. Da allora, nel corso degli anni, si sono tuttavia unite alla Rete anche realtà caratterizzate da altri modelli abitativi “sociali” che mettono al centro le relazioni, come le coabitazioni solidali», ha spiegato Chiara Casotti, portavoce della Rete Italiana Cohousing e Abitare Collaborativo.
Una tendenza, questa, colta anche Lara Fontanelli, co-presidente della Rete Italiana Villaggi Ecologici, in una
recente intervista.
«Le Comunità Intenzionali stanno assumendo connotazioni diverse rispetto a quanto conoscevamo storicamente, eppure lo spirito che le anima è lo stesso. Che si tratti di cohousing, ecovillaggi, comuni, coabitazioni solidali o altre forme di abitare collaborativo, che si trovino in aree urbane o rurali, alla base c’è sempre la scelta di condividere un cammino comune. C’è sempre un voler essere incisivi nel proprio agire, sociale, ecologico, coabitando, prendendosi la responsabilità di un luogo, di un territorio», ha sottolineato Andrea Stagliano, della Rete Italiana Villaggi Ecologici.