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Volontariato europeo negli ecovillaggi

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Attraverso il Servizio Volontario Europeo è possibile trascorre settimane o mesi all’interno degli ecovillaggi, italiani o stranieri. Per molti è un’esperienza indimenticabile e ricca di spunti per la propria vita. Vi proponiamo la riflessione di Natalie Collins, di nazionalità inglese, avvenuta presso la Comunità di Etica Vivente, in Umbria.
Natalie Collins, di nazionalità inglese, è una dei tanti giovani che ha potuto usufruire dei finanziamenti europei Erasmus+ per svolgere un periodo di volontariato presso l’ecovillaggio Comunità di Etica Vivente, a Città di Castello, in Umbria. Giovani e meno giovani hanno la possibilità di viaggiare in Europa per formazione, lavoro o volontariato. Quella negli ecovillaggi è forse l’esperienza più completa perché unisce questi tre aspetti in un unico viaggio. Per restare sempre aggiornati sui progetti, è possibile consultare direttamente il sito ufficiale dell’Unione Europea, oppure quello dell’agenzia italiana o sul sito del Global ecovillage network Europa  e sul sito della Rete italiana villaggi ecologici.
Pubblichiamo la testimonianza di Natalie, per conoscere alcuni aspetti della Comunità di Etica Vivente, con la speranza che la sua esperienza possa ispirare molti lettori ed incoraggiare gli scambi internazionali, inesauribili fonti di crescita e contaminazione culturale.
 
“Ho appena trascorso tre mesi illuminanti di volontariato presso Comunità di Etica Vivente come volontaria del programma SVE (Servizio Volontario Europeo). È stato un periodo introduttivo colmo di esperienze e incontri unici che mi hanno permesso di sviluppare una comprensione e un maggior apprezzamento di ciò che è stato creato qui. Inizialmente, sono stata attirata qua dalla possibilità di sperimentare la vita in una comunità alternativa che pone l’accento sulla coscienza di gruppo.

L’idea di incoraggiare la crescita attraverso un piccolo gruppo di persone è qualcosa a cui sono abituata nel mio paese. Tuttavia credo sia importante riconoscere la crescita nelle sue molteplici manifestazioni. L’attenzione verso una crescita spirituale è qualcosa che manca in molte comunità rurali nel Regno Unito, di conseguenza il valore di essere presenti nelle attività del quotidiano è spesso trascurato.
Questo punto di differenza culturale mi è apparso molto chiaramente fin dalle prime sere trascorse a cena a Poggio del Fuoco. All’inizio ho dovuto fare uno sforzo cosciente per rallentare e godermi il semplice atto di mangiare. Sia io che Kadi, un’amica volontaria come me, eravamo consapevoli che oltre a essere le prime a finire, forse consideravamo i pasti in modo diverso dal resto della sala. Nelle nostre culture, mangiare è spesso visto come una necessità di scarso valore, senza pensare al significato più profondo dell’importanza dello stare insieme come gruppo.
Finora il concetto di dedicare tempo al servizio, nella vita moderna, è stata la parte della vita in comunità che mi ha risuonato maggiormente. Condividere il lavoro, che richiede un impegno significativo, non è solo un modo efficace di gestire le attività ma anche un’esperienza di umiltà per tutti i soggetti coinvolti. Il servizio implica un dovere ma c’è qualcosa di bello nell’atto di voler restituire ad una comunità che sceglie intenzionalmente e attivamente il sostegno reciproco.

Un aspetto significante del mio vivere in questa comunità, che sono grata di poter conoscere, è la pratica quotidiana dei mantra. Come atea non mi capita spesso di partecipare alla preghiera o di essere testimone delle vibrazioni che si producono quando un gruppo di persone dà voce allo stesso proposito. Anche la pratica della meditazione nei compiti comuni è un aspetto di questa comunità che desidero riportare con me in Inghilterra. L’associazione del tocco umano con una direzione guidata del focus di gruppo sembra essere un potente strumento per migliorare la capacità di un gruppo di lavorare armoniosamente.
Stranamente è possibile tracciare qualche parallelo tra questa nicchia in Umbria altamente interconnessa e la mia tranquilla parrocchia nascosta nell’East Sussex. È chiaro che le basi di una società sana e funzionante si fondano sulla condivisione non solo del tempo e dello spazio, ma anche di un flusso concentrato di energia e di conoscenze accumulate. Sono impaziente di imparare ancora di più sui valori e gli obiettivi di questa comunità nei prossimi mesi come pure sugli impatti positivi della vita cooperativa”.
 

Vuoi saperne di più sulla Rete degli ecovillaggi e delle comunità presenti in Italia e all’estero? Leggi il libro di Terra Nuova!
La vita comunitaria e la condivisione dell’abitare si stanno espandendo sempre di più, non solo all’estero, ma anche nel panorama italiano, che offre un ricchissimo e variegato arcipelago di esperienze, dall’housing sociale ai condomini solidali, dal cohousing agli ecovillaggi.
Francesca Guidotti nel suo libro Ecovillaggi e cohousing mette a disposizione la sua attività di ricerca, accompagnandoci in maniera dettagliata all’interno delle varie realtà italiane, da nord a sud, fornendo una scheda dettagliata per ogni progetto, dalla personalità giuridica all’eventuale ispirazione spirituale, dall’organizzazione economica alla dieta scelta. Una guida per farsi un viaggio nelle esperienze comunitarie all’insegna non solo del risparmio economico ma soprattutto di uno stile di vita sobrio e a basso impatto ambientale, basato su relazioni autentiche e di solidarietà. Continua a leggere…
 

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