“È angosciante assistere impotenti al numero crescente di episodi di bullismo che si concludono in tragedia, con la distruzione totale della vita di tante giovani vittime! Le nuove tecnologie, che per molti aspetti consentono di allargare le relazioni e le conoscenze dei ragazzi, purtroppo amplificano anche, e in maniera straordinaria, la portata devastante delle prepotenze fra pari”.Lo scrive in una lettera aperta
Carmencita Serino, docente di Psicologia Sociale presso l’Università di Bari. In rete “le maldicenze, l’isolamento, l’attacco alla reputazione si trasformano in una eclatante minaccia all’identità e alla libertà personale. E’ più difficile per un ragazzo o una ragazza mettere fra parentesi le aggressioni subite, perchè – ha proseguito la psicologa- queste continuano a inseguirli e a perseguitarli, in tutti gli spazi in cui si cerchi di ricominciare e ricostruire una propria vita sociale.Spesso i ‘carnefici’ sono inconsapevoli del dolore che generano o se ne pentono quando sono messi di fronte alle proprie responsabilità”. Vi è una “carenza di responsabilità reciproca, di empatia, oltre che di rispetto dei diritti umani fondamentali”. Il docente si è chiesto “se sarebbe così difficile imporre ai gestori dei social network frequentati dai giovani almeno l’obbligo di una doverosa avvertenza (come quelle che, a proposito di un certo prodotto, segnalano che esso può ‘nuocere gravemente alla salute”. “Se tecnicamente possibile, propongo che, all’interno degli spazi virtuali frequentati dai più
giovani, venga inserita un’avvertenza obbligatoria, del tipo: Usare internet per aggredire o danneggiare i tuoi compagni è una forma di vigliaccheria e di bullismo, sono i bulli a doversene vergognare, non le vittime. Vorrei che su questo obiettivo, che potrebbe rappresentare un sostegno e un antidoto alla solitudine di tanti giovani vittimizzati- ha concluso Serino- si moltiplicassero le prese di posizione e le iniziative”.