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Crescere in libertà

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Da più di ottant’anni, a Summerhill, i bambini sono liberi di scegliere quello che vogliono imparare e partecipano alla vita della scuola al pari con gli adulti.
È il sogno di ogni bambino: una scuola dove non è obbligatorio studiare, dove si può giocare tutto il giorno, tutti i giorni. A noi viene subito in mente il Paese dei Balocchi e l’avvertimento del Grillo Parlante: «facendo così diventerai un grandissimo somaro!». Summerhill, a circa cento miglia da Londra nelle vicinanze di Leiston, è la prova vivente che il Grillo Parlante si sbaglia. Ciò che contraddistingue maggiormente questa scuola, fondata nel 1921 da Alexander S. Neill, è il fatto che bambini e adolescenti sono lasciati completamente liberi di decidere come utilizzare il loro tempo: possono prendere parte alle lezioni, ma anche solo giocare, oppure non fare assolutamente nulla. Summerhill infatti è stata fondata con uno scopo basilare: quello di adattare la scuola al bambino. Si penserà subito che in un contesto del genere i nostri figli non imparerebbero un bel niente. Ma l’esperienza di Summerhill dimostra non solo che non è così, ma che per certi versi è vero il contrario: «I bambini che vengono a Summerhill fin da piccoli seguono le lezioni senza problemi di alcun genere» spiega Neill in uno dei suoi libri. «Quelli che invece provengono da altre scuole, giurano che non frequenteranno mai più quelle bestiali lezioni. Giocano, vanno in bicicletta, stanno fra i piedi del prossimo, ma soprattutto stanno alla larga da ogni lezione. Il periodo necessario a superare questa reazione è proporzionale al disgusto rimasto loro dall’ultima scuola frequentata. Il nostro record è di tre anni, ma la media è di tre mesi. […] Il fatto è che un bambino sano non può essere pigro; ha sempre qualcosa da fare per tutta la giornata. Quella che viene chiamata pigrizia è mancanza di interesse o mancanza di salute».
Una comunità di pari
Summerhill è una scuola privata e residenziale dove i bambini, di età compresa tra i 5 e i 16 anni, vivono con gli insegnanti come in una vera e propria comunità. Il numero degli iscritti varia da un minimo di 60 a un massimo di 100. Vengono offerte tutte le materie che si possono trovare in una scuola convenzionale, dall’inglese alle scienze, dalle lingue straniere alla geografia, dalla storia all’informatica; ma anche tutta una serie di attività pratiche e artistiche quali falegnameria, fotografia, equitazione, musica, teatro. È proprio da questa libertà di approccio che si comprende come a Summerhill libertà non vuole affatto dire licenza: «Se Jimmy segue una lezione il lunedì» spiega Neill «e poi non si fa più vedere fino al venerdì della settimana successiva, gli altri obbiettano, con ragione, che così rallenta lo svolgimento del programma e possono escluderlo dal corso». Questioni come queste, insieme a tutte quelle che riguardano la convivenza a Summerhill, vengono discusse in un’assemblea settimanale, dove si applica un principio straordinario: sia gli adulti che i ragazzi hanno un voto a testa. «È bene premettere che aspetti come il lato economico, l’impiego degli insegnanti, le nuove iscrizioni, non rientrano nelle responsabilità della comunità» spiega la figlia di Neill, Zoë Readhead, che ha preso le redini della scuola dopo la scomparsa del padre nel 1973. «Ma tutte le decisioni che riguardano la vita di tutti i giorni vengono prese collettivamente con il sistema della maggioranza: quindi non solo i bambini si trovano sullo stesso piano degli adulti, ma possono facilmente superarli nel numero». Imparare quelli che sono i propri diritti e quelli degli altri, costituisce una risorsa preziosa offerta da Summerhill, pressoché assente nelle scuole convenzionali. «Proprio per il fatto di aver esercitato la propria libertà» prosegue Zoë «a Summerhill i ragazzi più grandi hanno già maturato un senso di responsabilità sociale e sono abituati a pensare ai bisogni del gruppo piuttosto che solamente ai propri. Questo naturalmente non vuol dire che non vi siano discussioni, eccome!». Ironicamente, proprio la scuola che, viste le premesse, si potrebbe immaginare come la più selvaggia e destrutturata del mondo, ha un numero di leggi che varia da 150 a 230; e per chi le viola vengono stabilite insieme delle punizioni. A Summerhill infatti puoi fare quello che vuoi, a condizione che non interferisca con la libertà di qualcun altro. «Puoi andare in giro senza vestiti, tingerti i capelli di rosa e non prendere mai parte alle lezioni, perché questi sono affari tuoi» spiega Zoë «ma non puoi suonare uno strumento musicale alle tre di notte, pisciare sul pavimento della sala da pranzo o fare dello skateboard nel corridoio, perché questo influisce sulle altre persone. E se non c’è una legge che lo proibisce, non vuole necessariamente dire che lo puoi fare!».
Futuri disadattati?
Una delle critiche più frequenti che viene fatta alla scuola di Summerhill è: come potranno integrarsi nella società attuale dei bambini cresciuti in un ambiente così protetto? Zoë ha le idee molto chiare a proposito: «I ragazzi di Summerhill sono addirittura più preparati al mondo esterno rispetto alla maggior parte degli altri giovani, per il semplice fatto che qui sono abituati a prendere decisioni per se stessi e per la collettività – proprio come gli adulti. Per far andare avanti una comunità ci sono tante di quelle cose da fare, solo che invece di essere costretto da qualcun altro, devi prenderti la responsabilità per te stesso e la comunità che ti circonda. Devi essere motivato. E questo è fondamentale nella vita adulta: imparare ad affrontare le cose da soli e con una motivazione forte. Da questo punto di vista, chi frequenta una scuola convenzionale è più svantaggiato, non avendo mai partecipato assiduamente ad un processo decisionale: una grave mancanza, soprattutto in prospettiva del mondo del lavoro».
Una libertà d’élite?
Un limite inevitabile di una scuola come questa rimane il fatto di essere privata e quindi limitata ai bambini delle classi più abbienti. Il costo approssimativo di un anno a Summerhill – vitto e alloggio inclusi – è di circa 16mila euro: un prezzo proibitivo per una famiglia media in Italia, giustificato solo in parte dall’alto reddito medio del Regno Unito. «In realtà i nostri prezzi sono tra i più bassi del paese e non c’è modo di abbassarli ulteriormente» dice Zoë. «Comunque da qualche anno abbiamo fondato la A. S. Neill Summerhill Trust, con lo scopo di raccogliere denaro per aiutare i genitori che ne hanno bisogno e per incoraggiarne altri che non vengono da noi perché non se lo possono permettere. Si tratta comunque di un processo lento e difficile». E aggiunge ridendo: «Quello che vorremmo è un multimiliardario che ci dia un sacco di soldi!». Diventa interessante chiedersi se i principi di Summerhill sono applicabili anche nelle scuole statali. «Possono funzionare in qualunque contesto» afferma Zoë «dal momento che ogni bambino alla fine risponde positivamente alla libertà e all’autogoverno. Nel nostro Paese, ma non solo, ci sono già molte iniziative per creare ambienti più liberi per i bambini. E Summerhill sostiene queste iniziative aprendo le sue porte ai visitatori per fare conoscere la scuola in azione». Anche in altri paesi ci sono diverse scuole che si rifanno ai principi di Summerhill. Nella maggior parte dei casi tuttavia si tratta di realtà molto piccole, non più di 5-10 bambini, e quindi anche difficilmente rintracciabili, mentre è più facile sentir parlare delle esperienze più affermate. Numerosi esempi di scuole di questo tipo si trovano in Israele, dove vanno sotto il nome di Hadera; negli Stati Uniti, dove la più grande è Sudbury Valley, attiva ormai da una trentina d’anni; e poi anche in Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Tailandia, Costa Rica, Brasile, Germania, Francia, Spagna, Corea.
E nel nostro Paese?
«In Italia ci sono persone interessate che vorrebbero iniziare» risponde Zoë «ma per il momento non sono a conoscenza di realtà concrete. Comunque bisogna anche fare attenzione: molte scuole che si definiscono “libere”, alla prova dei fatti non lo sono». E qual è la differenza tra Summerhill e altre esperienze alternative quali Montessori, Pestalozzi, Steiner…? «È sostanziale» afferma Zoë, «dal momento che Summerhill è completamente condotta dai bambini: sono loro a prendere le decisioni ed hanno anche la libertà di sbagliare. È ovvio che se per esempio un bambino ruba qualcosa ai suoi compagni, viene richiamato dall’assemblea e multato. La differenza sta nel fatto che non sarà vittima di alcun giudizio morale, sarà lui stesso a potersi rendere conto in prima persona delle possibili conseguenze. Il bambino è lasciato libero di prendere la propria strada, perché secondo noi ha tutto il diritto di farlo; anche se i suoi interessi personali vanno in una direzione diversa da quella desiderata dai genitori. Molti altri metodi di apprendimento possono anche essere interessanti, ma alla fine si rivelano solo delle salse diverse per condire la stessa pasta: l’autorità coercitiva viene sostituita da un’autorità anonima. A Summerhill vale un concetto molto semplice: se vuoi impari, ma se non impari nessuno ti dice niente». Viene da chiedersi se questa libertà vale anche in altri ambiti, come quello dell’alimentazione: un bambino ha anche la libertà di rimpinzarsi di patatine fritte? «Certamente» risponde Zoë. «Ma a Summerhill, da una parte viene offerta una scelta ampia e variegata di cibi genuini, dall’altra al bambino che mangia solo patatine fritte non viene applicato alcun giudizio morale; grazie a questo, i casi di eccesso sono assai rari. Può darsi che un giorno un bambino si rimpinzi di patatine, ma dopo un po’ gli verranno a noia e mangerà qualcos’altro».
Saper aspettare
Quel che colpisce di più di Summerhill sono i numerosi aneddoti raccolti dal fondatore Neill. Riporto il mio preferito: «Tom venne a Summerhill quando aveva cinque anni. Se ne andò a sedici senza aver mai seguito in tutti quegli anni una sola lezione. Passava la maggior parte del tempo a costruire oggetti nell’officina. Il padre e la madre si preoccupavano del suo futuro. Tom non mostrò mai il desiderio di imparare a leggere, ma una notte all’età di nove anni, lo trovai a letto che leggeva David Copperfield. “Salve” gli dissi. “Chi ti ha insegnato a leggere?”. “L’ho imparato per conto mio”. Alcuni anni dopo venne da me a chiedermi: “Come si fa a sommare un mezzo per due quinti?”. Glielo spiegai e mi informai se non volesse sapere altro. “No, grazie” mi rispose. Lasciata la scuola trovò lavoro come assistente in uno studio cinematografico […] “È il miglior assistente che abbia mai avuto” mi disse il suo principale. “Non cammina, corre. E alla fine della settimana è un guaio perché non vuole stare lontano dai teatri da posa”». «Se uno dei genitori ha paura del futuro» prosegue Neill «si può dare con certezza una prognosi infausta per la salute dei figli. Questa paura di solito si manifesta nel desiderare che i figli imparino di più di quanto egli ha imparato. Io, invece, nel caso di un bambino che non fa progressi, ho imparato ad aspettare e osservare. Non ho mai dubitato che, alla fine, se non lo si intralcia e se non lo si danneggia, anche lui avrà successo nella vita. Naturalmente il benpensante dirà: “Uff! Se per voi un camionista ha successo nella vita…”. Il criterio con cui giudico io il successo è la capacità di lavorare con gioia e di vivere positivamente». «Non mi faccio illusioni» conclude Neill. «Credo che per molto tempo i metodi educativi di Summerhill non verranno messi in pratica o forse non lo saranno mai. Può darsi che si trovi un metodo migliore; solo un presuntuoso può pensare che il suo lavoro sia l’ultima parola su un argomento. Il mondo deve trovare un metodo migliore […]. Il futuro di Summerhill di per sé ha poca importanza, ma per la società, il futuro dell’idea che essa propugna è della massima importanza. Si deve dare alle nuove generazioni la possibilità di crescere libere. Concedere libertà significa concedere l’amore. E solamente l’amore può salvare il mondo».
per saperne di più
Summerhill school, Leiston, Suffolk IP16 4HY, Regno Unito – tel +44 1728 830540 office@summerhillschool.co.uk
www.summerhillschool.co.uk
Per una lista completa delle scuole alternative nel mondo e delle associazioni ad esse correlate:
Alternative Education Resource Organisation, 417 Roslyn Road, Roslyn Heights, NY 11577, Stati Uniti tel: +1 800-769-4171
info@educationrevolution.org
Rete internazionale di scuole alternative:
International Democratic Education Network, 4 Dene Cottages, South Brent, Devon TQ10 9JE, Regno Unito tel +44 1364 72558
davidgribble@idenetwork.org
Sito in italiano:
www.idenetwork.org/
idec_italiano.html
a cura di Nicholas Bawtree

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