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I benefici del gioco spontaneo nel selvatico

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Selima Negro, educatrice e fondatrice di un asilo nel bosco in Lombardia, nel suo libro “Pedagogia del bosco” descrive molto bene quali sono i benefici del gioco spontaneo nel selvatico per i bambini. Scopriamoli insieme.
I benefici del gioco spontaneo nel selvatico
Selima Negro, educatrice e fondatrice di un asilo nel bosco in Lombardia, nel suo libro “Pedagogia del bosco” descrive molto bene quali sono i benefici del gioco spontaneo nel selvatico per i bambini. Scopriamoli insieme.
«Abbiamo riassunto i principali benefici dell’immersione nel selvatico, che vengono approfonditi e spiegati meglio nel corso del libro “Pedagogia del bosco”» spiega Selima.
Benefici del gioco spontaneo nel selvatico secondo le quattro diverse aree di sviluppo
Corporea. Stimolazione del sistema immunitario (paradosso dell’igiene), del sistema linfatico e del sistema vestibolare. Sviluppo muscolo-scheletrico. Sviluppo delle competenze motorie (di spostamento e di posizione).
Propriocezione. Coordinazione. Stimolazione sensoriale. Integrazione sensoriale. Termoregolazione. 

Cognitiva. Pensiero pre-logico e logico (classificazioni e seriazioni). Capacità di osservare e descrivere. Pensiero scientifico (fare ipotesi e teorie). Competenze linguistiche. Problem solving e capacità di improvvisazione (prendere decisioni complesse in poco tempo). Creatività e pensiero divergente. Concentrazione e attenzione. Immaginazione e fantasia. Curiosità, capacità di fare domande e stupirsi. Coltivare il senso critico, saper formulare ipotesi e teorie e verificarle. Pensiero funzionale. Pensiero complesso. Saper fare previsioni. Saper cogliere negli errori e nei fallimenti delle opportunità. Piacere nell’apprendimento.

Socio-emotiva. Consapevolezza dei propri bisogni e dei propri limiti. Riconoscere, gestire e comunicare le proprie emozioni. Riconoscere e comprendere le emozioni altrui. Autoregolazione e autodeterminazione. Autoefficacia e autostima. Collaborazione, cooperazione e negoziazione. Gestione dei conflitti. Valutare e gestire i rischi e gli imprevisti. Senso del sé. Senso di responsabilità. Resilienza. Perseveranza di fronte alle difficoltà. Saper chiedere aiuto. Saper stare nell’incertezza. Capacità d’iniziativa. Attivazione nella noia. Gestione dello stress. 
Ecologica. Connessione con il mondo intorno a noi. Comprensione degli equilibri e dei processi di trasformazione. Consapevolezza dei limiti fisici dell’ambiente. Biofilia. Senso del luogo e di appartenenza. Consapevolezza ecologica. Riconoscere risorse e pericoli del contesto.
«Concetti come la biofilia e il deficit di natura ci aiutano a comprendere perché l’immersione in natura è un bisogno fisiologico imprescindibile dell’essere umano, senza il quale si creano carenze irrimediabili, e non è sostituibile – scrive Selima Negro nel libro – La biofilia è una propensione genetica e un bisogno evolutivo di affiliarsi alla natura potenzialmente presente in tutti gli esseri umani, che ha bisogno di esperienze dirette per manifestarsi (Barbiero e Berto 2016). Si manifesta con un’attrazione per gli ambienti dove sono presenti altre forme di vita oltre a noi, e con il desiderio di legarsi affettivamente ad esse».

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