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L’aria inquinata in classe: una cattiva scuola!

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L’aria che respirano i nostri figli dentro le aule scolastiche è più inquinata di quella esterna. Un problema per la salute, ma anche per l’apprendimento dei bambini. Col rientro a scuola tornano i problemi di sempre
Un recente studio del Berkeley Lab, in California, ha dimostrato che anche solo aprire spesso le finestre in classe migliora parecchio la ventilazione e riduce il numero di assenze per malattia degli studenti. Lo studio ha raccolto dati in 162 aule di 28 scuole elementari ed è arrivato alla seguente conclusione: se si garantisce una ventilazione ottimale (pari a 7 litri al secondo per studente) le assenze dei bambini si riducono di circa il 3,5% all’anno. Per le famiglie americane significa un risparmio di 80 milioni di dollari in cure, babysitter e costi per i giorni di lavoro persi dai genitori.
Il Corriere della Sera ha contattato il responsabile di “Progetto Scuole” di Pavia. In questa città dall’inizio dell’anno sono stati monitorati 8 istituti scolastici (5 primarie, 1 secondaria di primo grado e 2 secondarie superiori per un totale di circa 400 ragazzi) utilizzando il Radiello, uno strumento utile a valutare con precisione la qualità dell’aria che respiriamo. Il test dimostra che moltissime sostanze dannose sono più concentrate in classe che all’esterno: un pericolo accentuato nelle aule e nei laboratori degli istituti tecnici, dove si fa uso di composti chimici, e i VOC (composti organici volatili) ad esempio arrivano a essere fino a 40 volte più elevati, della norma, con valori 10 volte maggiori rispetto all’esterno. Purtroppo, non esistono regolamenti veri e propri per tutelare l’ambiente scolastico nel nostro Paese. Ma oltre a preoccuparci dell’assenza scolastica, o dei precari della scuola, non dovremmo occuparci anche della salute dei nostri figli?

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