L’arte dell’allattamento
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Allattare secondo natura
Terra Nuova Edizioni
di Veronika Sophia Robinson
cod. EA047 – pp. 280 – € 13.00
(prezzo per gli abbonati € 11.70)
Ingorghi, Dotti bloccati e Mastite
Pochi giorni dopo la nascita è facile che i seni divengano eccessivamente pieni. Questa condizione è nota come “ingorgo” e si riconosce da un aumento moderato della temperatura corporea, che dura 12-48 ore. Usa impacchi caldi e umidi; allatta spesso; accertati che il bambino sia posizionato bene e abbia un buon attacco al seno; prova un massaggio delicato della mammella usando il palmo della mano e muovendolo giù verso il capezzolo (è particolarmente efficace se lo fai sotto la doccia calda). La normale pienezza del seno può essere fastidiosa, ma non è dolorosa.
Se hai un dotto bloccato, cioè un nodulino o un punto dolente nel seno, continua ad allattare. Il dotto si infiamma perché il latte non riesce a defluire liberamente. Hai un reggiseno troppo stretto? Il bambino è attaccato correttamente e ben posizionato? Le poppate sono troppo distanziate fra loro? C’è del latte secco che occlude l’apertura dei pori del capezzolo?
– Riposa.
– Applica calore.
– Allatta spesso. Mettiti a letto con il bambino e non fare nulla!
– Cambia sistematicamente posizione di allattamento.
– Chiedi aiuto per le faccende di casa. In questo momento il tuo unico compito è startene distesa col tuo bambino e riposarti. Non smettere di allattare.
Mastite
La mastite è un’infiammazione della mammella. Può essere la conseguenza di un dotto bloccato che non è stato curato. Alcune donne hanno febbre e sintomi simili a quelli dell’influenza. Spesso succede quando la mamma che allatta è affaticata e giù di tono. Se dopo ventiquattr’ore non è passata, consulta un medico.
Confrontati con il tuo medico per comunicare…
Le ricerche mostrano che è meglio continuare ad allattare e non svezzare e che gli anticorpi nel latte proteggono il bambino dai batteri.
Se decidi di assumere antibiotici, fanne uso per tutto il tempo prescritto per evitare ricadute. Prendi dei probiotici per rifornire l’intestino di batteri saprofiti. Fai attenzione ad avere una dieta equilibrata. Limita la tua attività esclusivamente ad allattare.
Alcuni farmaci possono ridurre la produzione del latte, così come i traumi o gli interventi chirurgici al seno. La produzione di latte può essere inibita a causa di una nuova gravidanza, della pillola contraccettiva, di una ritenzione della placenta o del tabagismo. Un parto traumatico, l’ittero, un bambino ammalato di raffreddore, otiti e infezioni urinarie possono avere un effetto negativo sul riflesso di eiezione del latte materno.
Se tuo figlio produce feci verdi, prova a tenerlo al seno più a lungo: può essere il sintomo di uno squilibrio fra primo e secondo latte. Allatta frequentemente a entrambi i seni, anche durante la poppata, in modo da mantenerlo interessato e fargli assumere il secondo latte. Offri ogni seno almeno due volte, e allatta per almeno mezz’ora. Quando il bambino comincia a rallentare la suzione, cambiagli seno.
Dotti bloccati
Un dotto bloccato è il segno che stai facendo troppo. A volte i dotti lattiferi si “bloccano”. Significa che senti una zona dolente nel seno. Non ti senti malata, come nella mastite, anche se potresti sentire dolore. Occorre però fare qualcosa, perché può svilupparsi un’infezione. È importante che tu continui ad allattare dal seno colpito; il latte non è pericoloso per il bambino. Se ti fa troppo male per allattare, allora tirati il latte, o mettiti sotto la doccia calda e usa il palmo della mano per mandare il latte giù dal seno verso il capezzolo. Se attacchi il bambino per primo al seno che ti fa male, succhierà con la massima forza, aiutandoti a rimuovere il latte, e non rischi che cada addormentato sul bel mezzo dell’impresa! Come sempre, controlla che l’attacco sia buono, in modo che il latte possa venire drenato.
La miglior cura è la prevenzione
Se immagini il tuo seno come fosse un orologio, con differenti posizioni delle ore intorno all’areola, potrai immaginarti i dotti disposti a raggiera verso il centro. Prova differenti posizioni di allattamento, in modo che il bambino raggiunga i dotti da tutte le angolazioni, drenando il latte con più efficienza.
Cataplasma
Mia madre mi ha mostrato cosa possono fare i cataplasmi. Anni fa, uscita per fare una passeggiata serale con mio padre, è stata accidentalmente colpita al petto da una pallottola sparata da alcuni campeggiatori. Il proiettile si era fermato così vicino al polmone che i medici non potevano operare senza rischiare di danneggiarlo seriamente. Allora lei si è fatta un cataplasma di uva schiacciata e ha “tirato fuori” la pallottola.
Se hai un ingorgo al seno o una mastite, puoi usare un rimedio olistico per curare queste seccature. E se non le hai mai avute, allora sei una ragazza fortunata. Ti senti come se avessi delle pietre nel petto, al posto di seni soffici e morbidi. E poi c’è la febbre… ma non aggiungiamo altro.
Ecco come si fa: prendi dei semi di fieno greco e mettili a bagno in una tazza di acqua bollente. Quando si sono raffreddati, macinali o impastali.
Poi riponili dentro un telo o un pannolino pulito e riscaldato, e infine applica il cataplasma sul seno. Ti farà defluire di nuovo il latte.
Aumento di peso lento o scarso
In genere è il risultato di un’errata gestione dell’allattamento. Meglio non parlare della pratica, assurda e inutile, di usare tabelle ponderali che sono state calcolate negli anni Settanta, basandosi su un campione di bambini alimentati artificialmente e a orari. Piano piano, sono state Ingorghi, dotti bloccati e mastite introdotte nuove tabelle nel Regno Unito, ma sono ancora inadeguate, perché non si riferiscono a pratiche di allattamento guidato dal bambino.
Occorre distinguere l’accrescimento lento dalle situazioni a rischio. Per accrescimento lento si intende che l’aumento ponderale è costante, e che le tappe dello sviluppo vengono raggiunte. Il bambino ha feci morbide, urine chiare (sei pannolini bagnati al giorno), è ben sveglio, succhia e deglutisce attivamente, poppa spesso e ha un buon tono muscolare. La madre sente il riflesso di discesa del latte. Ci sono veramente pochi motivi biologici per non poter allattare. Se hai una difficoltà, per qualsiasi ragione, dovresti contattare la consulente in allattamento più vicina a te.
Come riconoscere un apporto insufficiente di latte in un neonato allattato al seno
– È svogliato.
– Ha la fontanella infossata.
– Non si sveglia la notte per poppare.
– Poppa meno di dieci volte al giorno.
– Ha la bocca e/o gli occhi secchi.
– Piange flebilmente.
– È letargico.
Come accorgersi di un malaccrescimento
– È disidratato.
– Presenta un colorito grigiastro.
– Le urine sono concentrate.
– Ancora cala di peso dopo il decimo giorno.
– Le feci scarse.
– Si rifiuta di poppare dalla nascita.
– Dopo tre settimane ancora non ha recuperato il peso di nascita.
– Vi è calo di peso superiore al 10% dopo 7-14 giorni.
– Perdita del grasso sottocutaneo.
– Malnutrizione.
– Letargia.
– Aumento in altezza o della circonferenza cranica scarso o nullo.
– Peso al di sotto del decimo percentile.
Per favore, rivolgiti a un operatore sanitario esperto in allattamento materno o da una consulente de La Leche League, che comprenda i bisogni del tuo bambino allattato. Perdere il 5-10% del peso di nascita è considerato “normale”; in genere viene poi recuperato entro due o tre settimane. L’aumento del peso andrebbe calcolato a partire dal peso più basso raggiunto (in genere verso il quarto giorno). A 3-4 mesi, il bambino dovrebbe aumentare di 113-227 grammi a settimana. Il peso di nascita dovrebbe raddoppiare a 5-6 mesi.
L’aumento in lunghezza in genere è di 2,5 cm al mese. La circonferenza cranica aumenta di circa 1,27 cm al mese. Comunque ricorda sempre che ogni bambino è unico e ha il suo personale ritmo di crescita.
Come aumentare il latte
– Controlla il posizionamento e l’attacco al seno.
– Allatta spesso.
– Offri entrambi i seni a ciascun pasto, allattando frequentemente, in modo che il bambino prenda il secondo latte.
– Evita biberon e ciucci.
– Scala progressivamente i biberon di formula.
– Fai in modo che si prendano cura di te.
Piante medicinali con proprietà galattogoghe sono i semi di finocchio, fieno greco e cumino. Ne puoi fare un infuso, mangiarli così come sono o metterli a bagno e farli germogliare per aggiungerli alle insalate. Il latte materno dovrebbe essere l’unica fonte di nutrimento per almeno sei mesi e idealmente fino circa l’ottavo-nono mese.
Testo tratto da pagina 65 e seguenti del libro.