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Muore bimbo di 4 anni: accusata l’omeopatia

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Un bimbo di 4 anni muore nel Leccese: media ed esponenti della comunità medica allopatica puntano il dito sulle cure omeopatiche, l’autopsia per ora afferma: “Morto per insufficienza respiratoria”.
Una coincidenza che alcuni hanno notato: lunedì 24 ottobre si apre a Verona un seminario nazionale sull’omeopatia, intesa come medicina della complessità dell’uomo e del vivente (tra i cui relatori c’è il fisico Fritjof Capra), e tutti i giornali e i telegiornali sabato 22 ottobre titolano sulla morte di un bimbo di 4 anni curato con l’omeopatia. La conseguenza è prevedibile: brividi freddi lungo la schiena di tanti genitori che si ripromettono che mai (o mai più) useranno l’omeopatia per curare i propri figli e calo d’attenzione, se non fuga vera e propria, nei confronti di un appuntamento che vede personaggi di elevato spessore, si pensi a Nicola Del Giudice e Vittorio Elia, oltre naturalmente a Capra. Poi però, rispetto all’abbinamento omeopatia-morte del primo giorno, la notizia ha una sua evoluzione. Sulla salma del bambino della provincia di Lecce, figlio di un medico che cura con l’omeosinergia e che aveva somministrato al figlio medicinali omeopatici, è stata eseguita l’autopsia alla presenza dei cinque indagati per omicidio colposo: oltre ai due genitori, anche tre medici dell’ospedale dove il bimbo è stato portato dopo che si era sentito male a casa. Dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe che il medico legale abbia addebitato la morte a insufficienza respiratoria acuta. I medici hanno però disposto gli esami istologici, i cui risultati saranno depositati entro 60 giorni, e che accerteranno anche se la morte sia stata causata da una qualche forma di infezione in corso. Pare che i medici dell’ospedale sostengano che il bimbo sia arrivato già morto al pronto soccorso, mentre il padre e la madre (assistiti dall’avvocato Alfredo Cardigliano) hanno poi chiarito che il piccolo è stato portato vivo in una sala del Pronto soccorso e che lì i sanitari gli hanno prestato le cure, comunicando l’avvenuto decesso dopo circa un’ora. Sempre stando a quanto avrebbe raccolto il pm che segue l’inchiesta sulla morte del bimbo, pare che il piccolo da qualche settimana soffrisse di gastroenterite e broncopolmonite e giovedì mattina si sia sentito male dopo aver bevuto una tisana. I genitori avrebbero affermato che quando lo hanno visto diventare cianotico, hanno prima chiamato un’ambulanza, poi lo hanno portato in ospedale. Il magistrato contesta ai genitori “di non avere prestato le cure adeguate, in presenza di un perdurante, grave e preoccupante, quadro patologico”. I familiari, però, respingono le accuse al mittente, puntando il dito contro i medici. Proprio sull’accusa di pericolosità che alcuni rappresentanti della  comunità medica allopatica rivolgono all’omeopatia, riportiamo uno stralcio di un documento particolarmente calzante redatto da Ciro d’Arpa, medico che fa parte della scuola di medicina omeopatica di Verona.  “L‘affermazione sulla “pericolosità” dell’omeopatia (e, in generale, delle altre medicine designate come non-convenzionali) parrebbe voler indicare uno specifico tipo di pericolosità, dovuta al fatto che tali terapie sottrarrebbero i pazienti alle cure convenzionali indicate per quella patologia. Di tale affermazione, tuttavia, non viene fornita alcuna giustificazione né sono noti, a riguardo, dati nella letteratura. Fra gli autori della supposta “pericolosità da sottrazione” vi sono alcuni medici di rilevante autorità scientifica, quali ad esempio  Silvio Garattini o Giuseppe Remuzzi. Nel caso in questione, tuttavia, essi sembrerebbero pronunciarsi al di fuori del loro campo di competenza, sostenendo tesi pesantemente avverse all’operato di altri medici. Nel momento in cui le loro opinioni escono dalla sfera dell’esternazione personale e si configurano come “divulgazione scientifica” o “informazione sanitaria”, parrebbe doveroso che essi adducessero almeno delle motivazioni convincenti”. 

Sulla vicenda interviene anche Fausto Panni, presidente di Omeoimprese. “Le notizie a disposizione sul bambino di Lecce sono davvero poche per sapere la causa reale della morte. Una cosa possiamo affermare, che mentre ogni giorno muoiono persone per terapie allopatiche inadeguate o per reazioni avverse e non se parla, basta un caso, oltretutto dubbio, per titolare che si muore a causa dell’omeopatia. Forse pochi sanno che esiste un sistema di farmacovigilanza nazionale che registra le reazioni avverse ai farmaci anche omeopatici. Bene dagli ultimi dati resi disponibili dall’ISS è emerso che su cinque anni di osservazioni le reazioni avverse attribuibili ai prodotti omeopatici sono state 21, a fronte di milioni di farmaci omeopatici venduti, e senza alcun decesso”. “L’omeopatia – fa sapere Omeoimprese –  è molto diffusa in età pediatrica, fonti autorevoli parlano di circa il 50% nelle regioni del nord, perché permette di risolvere molte malattie stagionali senza ricorrere a farmaci ricchi di controindicazioni, come gli antibiotici o gli antipiretici“.

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