Regalano abbracci ai bimbi abbandonati
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A tagliare il nastro insieme a lei, il Vescovo Luciano Monari e l’assessore Felice Scalvini. Presente il direttore sanitario dell’Ospedale dei Bambini Raffaele Spiazzi.
«L’Associazione sta crescendo e il numero di persone interessate ad aderire si fa più importante. Era necessario uno spazio per le attività di back office, un ambiente accogliente e aperto, dove gli oltre 300 volontari e amici potessero incontrarsi e condividere pensieri, azioni e momenti di crescita. I minori di cui ci occupiamo vivono in ospedale, finché Tribunale e Servizi Sociali decidono cosa fare: adozione, affido o istituto» ha spiegato Castelli. Dal primo gennaio a oggi, sono 1453 le ore prestate dai volontari di corsia, suddivisi in turni, per dare ai bambini biberon o pappa, cambiarli, leggere loro le fiabe, svolgere mansioni per farli stare meglio: «Noi lo chiamiamo coccolaggio» hanno raccontato. All’aspetto pratico dell’accudire si intreccia quello affettivo, perché se l’assenza dei genitori rischia di cancellare le prime «impronte» di questi piccoli, ci pensano i volontari a riempire il loro «libro della vita», che altrimenti rimarrebbe bianco: raccogliendo in un diario i momenti più significativi, regalando il corredino. Questi oggetti, simboli fondamentali che narrano i primi giorni, sono inseriti nella valigetta consegnata a chi, in futuro, continuerà a prendersi cura di loro.
«Medici e infermieri non bastano. E allora arrivano i volontari Dharma, con le loro meritorie azioni» ha aggiunto il direttore dell’Unità di Neonatologia al Civile, Gaetano Chirico. Lo spazio vivo di via Bollani è lo specchio delle avvolgenti e amorevoli cure che i 300 angeli – volontari riservano ai bambini nelle strutture ospedaliere bresciane. «La legge italiana – è stato ricordato – dà la possibilità di partorire negli ospedali e non riconoscere il figlio. Tale normativa ha ridimensionato gli abbandoni per strada, ma queste creature restano nei reparti in attesa di una famiglia adottiva o affidataria, o di essere accolti in istituto».
In attesa cioè di un futuro che prenda forma. Ad aspettarlo insieme a loro ci sono i volontari e i sostenitori dell’Associazione, che creano attorno ai bimbi un “guscio” di affetto, calore umano e “cose di casa” – lettino, seggiolone, passeggino, bagnetto, cassettiera – affinché non vedano solo spazio ospedaliero. «Una realtà come questa è corrispondente alla volontà di Dio, perché il bambino è al centro. È Vangelo puro – ha detto il Vescovo, leggendo il famoso passo di Matteo (Mt 18, 1-5; 18-10) -. Gesù ha risposto ai discepoli mettendo al centro un bambino, esortando a imparare dal suo atteggiamento. La società è ricca dove chi è debole non è pestato perché è debole» ha concluso Mons. Monari, benedicendo la sede. La ricchezza di una comunità è data da chi, grande, si fa piccolo: il percorso affrontato dai volontari che hanno nel cuore i bambini “Dharma”, figli di un «principio di armonia e unione che regola il mondo naturale e morale» – questo il senso del termine mutuato dalla cultura orientale -, di cui il volontariato è alta espressione.