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Tutta un’altra scuola 2018 a Bologna: un successo

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Tutto esaurito, belle emozioni, tanto entusiasmo e tantissime idee: la terza edizione di “Tutta un’altra scuola 2018”, che si è tenuta a Bologna sabato 8 settembre, è stata un successo. Grazie a tutti coloro che hanno condiviso con noi questa bellissima giornata.
Una giornata densa di opportunità, di novità, di occasioni, di incontri: la terza edizione di “Tutta un’altra scuola”, che si è tenuta a Bologna sabato 8 settembre, è stata un successo. Vogliamo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno condiviso con noi questa bellissima giornata, che ha regalato spunti, riflessioni e grandi emozioni. «Si continua così nell’impulso positivo di trasformazione dei paradigmi dell’apprendimento, che fa sempre più breccia tra genitori, educatori e insegnanti» spiega Claudia Benatti, coordinatrice del gruppo di esperti del mondo dell’educazione che, con il coordinamento di Terra Nuova, porta avanti il progetto.

Al convegno “Scuola mia fatti capanna” i posti erano esauriti e i partecipanti hanno seguito con attenzione e interesse gli interventi che si sono susseguiti.
Un grazie di cuore anche a tutti i protagonisti che hanno regalato cuore e competenze sul palco, fornendo spunti preziosi e un concatenarsi di riflessioni che ha certamente lasciato il segno.
Grazie anche a tutto il gruppo che da quattro anni anima il progetto “Tutta un’altra scuola” e senza il quale nulla di tutto quanto fatto finore sarebbe stato possibile:
Il progetto “Tutta un’altra scuola” è nato quattro anni fa da un’idea di Terra Nuova, la comunità che da quarant’anni racconta e pratica l’ecologia dell’azione e del pensiero. Si è costituito un gruppo di lavoro, di cui fin dall’inizio fanno parte protagonisti delle scuole pubbliche nelle quali sono in atto cambiamenti importanti, delle scuole Steiner Waldorf, di quelle che seguono il metodo Montessori, le esperienze di scuola pubblica più all’avanguardia, poi ancora voci autorevoli e competenti delle scuole parentali e libertarie, dell’educazione esperienziale, fino all’homeschooling e alla pedagogia del bosco. E questo tavolo tecnico lavora da quattro anni per censire, raccontare e mettere in rete le esperienze educative che in Italia mettono il bambino al centro.

La “contaminazione” educativa 

«L’idea che ci muove è quella di dare voce alle realtà educative che oggi in Italia hanno deciso di mettere il bambino al centro, siano esse pubbliche o private, strutturate o destrutturate, con una gerarchia o un’organizzazione orizzontale – spiega Claudia Benatti, coordinatrice del progetto – vogliamo portare il loro racconto al pubblico, favorire il confronto tra esperienze, mettere in rete i patrimoni di conoscenze, informazioni, tentativi riusciti e non, che possono nutrire l’aspirazione a un modello educativo e scolastico differente da quello che oggi si è andato cristallizzando e all’interno del quale spesso non stanno male solo i bambini, ma anche gli operatori e le famiglie».
«Mai come oggi appare evidente, a chi possieda una sensibilità pedagogica non normativa e non autoritaria, che l’approccio scolastico convenzionale per molti versi è divenuto obsoleto e inadeguato – prosegue Benatti – E non si tratta solo delle procedure o della frequente mancanza di considerazione nei confronti dei bambini e dei ragazzi, ma emerge anche una crisi di credibilità ed efficacia rispetto agli obiettivi dichiarati. Occorre fare in modo che la scuola abbia a cuore l’interesse peculiare di bambini e ragazzi, che li coinvolga nelle scelte, che ne coltivi singolarità e vocazioni».
«Oggi la scuola convenzionale rischia spesso di essere un luogo schiacciato da logiche “altre”, che impongono contenuti, metodi e procedure di selezione e competizione. Nel tempo è cresciuta la consapevolezza nei bambini, nei ragazzi e nelle loro famiglie che la proposta educativa è inadeguata e spesso mortificante. Una proposta che non è nella maggior parte dei casi capace di coinvolgere, di interessare, di motivare adeguatamente i suoi ospiti».

Il tema centrale del passaggio di conoscenze ed esperienze

«Di contro, da molto tempo, ma con particolare forza più recentemente, sono nate esperienze alternative di educazione per bambini e ragazzi – aggiunge ancora Benatti – Proposte certamente anche molto differenziate tra loro ma in generale accomunate da una preoccupazione comune: quella di fornire a bambini e ragazzi, a bambine e ragazze, risposte corrispondenti a quello che essi sono più autenticamente, risposte ai loro interessi, alla loro natura, alle loro potenzialità. Questo mondo, almeno qui in Italia, finora ha dialogato relativamente poco».

«Appare invece urgente, proprio per fornire risposte organizzate, orientamento e approfondimenti, attivare iniziative che consentano agli attori di questo mondo sommerso di incontrarsi, conoscersi, confrontarsi, con lo specifico obiettivo di affermare nuove idee per la formazione dei bambini e dei ragazzi. È urgente e vitale conoscere e valorizzare tutti quei percorsi dove i bambini e i ragazzi possano finalmente essere davvero pienamente coinvolti, come soggetti a pieno titolo, come persone che possiedono intelligenza ma anche emozioni, intuizioni, immaginazione, creatività, corporeità. Ed è questo che cerchiamo di fare con “Tutta un’altra scuola”. Speriamo che in tanti si uniscano a noi».

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