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Vaccini e asili: a Roma nessuna espulsione, lo ha deciso il sindaco

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A Roma l’amministrazione comunale ha adottato la linea di non procedere con l’esclusione dei bambini non vaccinati da asili nidi e scuole materne nemmeno dopo il 10 marzo.  Il ministro Lorenzin lancia i suoi strali, ma il sindaco Raggi va avanti.
A Roma i bambini non vaccinati resteranno nei nidi e scuole materne anche dopo il 10 marzo, scadenza citata nei nuovi provvedimenti come ultimatum per mettersi in regola. E’ la decisione del Comune, comunicata dal sindaco di Roma Virginia Raggi a tutte le istituzioni coinvolte dopo l’approvazione all’unanimità dell’Assemblea Capitolina che indica la necessità di rispettare “la continuità didattica ed educativa per tutti gli alunni non ancora vaccinati”.
La Raggi ha scritto, per informarli, anche al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al presidente dell’Anci Antonio Decaro. “L’intera Assemblea Capitolina – si legge nella lettera – ha ritenuto la mancata vaccinazione non ostativa al prosieguo e alla continuità dell’attività e del percorso educativo considerando quest’ultimo (stesso insegnante, stesso contesto educativo, stessa aula, stessa rete di relazioni socio-affettive) una condizione psicodidattica da garantire a tutti in totale certezza ed assoluta equità «occorre consentire che la sua applicazione, specie in fase iniziale, non contrasti con il diritto dei nostri figli e delle famiglie alla continuità scolastica».
A sostenere la decisione della Raggi è anche il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.
«L’iniziativa del Consiglio comunale di Roma è condivisibile nella parte in cui mira a consentire alle famiglie in lista d’attesa per il trattamento vaccinale, e sembrerebbero tantissime, di proseguire nella frequenza scolastica anche dopo il 10 marzo.  Questa, per l’associazione dei Comuni, non è una concessione, ma un modo equilibrato di applicare una normativa così innovativa e ad alto impatto per i cittadini. Stiamo cercando di fare una rapida ricognizione: abbiamo chiesto agli uffici tecnici del Miur, del ministero della Salute e delle Regioni di conoscere i dati in possesso delle Asl, e notizie sulle procedure di dialogo con le famiglie previste dalla legge. Abbiamo saputo che i ministeri competenti stanno lavorando insieme al garante per definire le indicazioni da dare dopo il 10 marzo».
Ma cosa accadrà dopo il 10 marzo e cosa potranno o vorranno fare dirigenti scolastici e Ausl? Trovate il dossier completo che spiega la situazione sul numero di febbraio del mensile Terra Nuova.

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