Vai al contenuto della pagina

Vaccini: in Emilia Romagna 200 ricorsi in autotutela e si pensa al Tar

homepage h2

Un folto gruppo di genitori e famiglie in Emilia Romagna non ha “digerito” la legge con cui la Regione ha previsto l’esclusione dagli asili nido dei bambini che non hanno assolto l’obbligo vaccinale. Sono stati infatti circa 200 i ricorsi in autotutela presentati all’ente locale e ora i legali della neonata associazione Lov stanno valutando il ricorso al Tar.
In Emilia Romagna, dopo decenni di convivenza relativamente tranquilla tra famiglie che decidevano di non vaccinare o vaccinare solo parzialmente i loro figli e gli enti locali, la legge regionale che ha escluso dagli asili nido i bambini da 0 a 3 anni che non hanno assolto l’obbligo vaccinale ha sollevato non poche proteste e polemiche. Un gruppo di genitori e famiglie di diverse province si è organizzato e ha dato vita a un’associazione, Lov, Liberi dall’Obbligo Vaccinale, che si è affidata a un pool di avvocati per valutare eventuali azioni legali.

«Un primo gruppo informale si è costituito nel luglio del 2016 – spiega la presidente di Lov, Ana Demian – quando poi la legge è stata approvata e pubblicata sul Bollettino Regionale allora abbiamo capito che era più utile costituire una vera e propria associazione e iniziare a valutare azioni a tutela della libertò di scelta delle famiglie». Prima del via libera alla legge, erano partite circa 200 richieste di riesame in autotutela dirette alla Regione stessa; si tratta di uno strumento che consente al cittadini di chiedere l’annullamento di un atto della pubblica amministrazione che si ritiene viziato o illegittimo senza dover adire al giudice e quindi sostenere lunghi iter legali. «Non abbiamo ancora avuto alcuna risposta dalla Regione – prosegue Ana Demian – e ora stiamo valutando i prossimi passi, che molto probabilmente contempleranno un ricorso al Tar a fronte delle prime esclusioni che saranno decise».

«Intanto confidiamo che l’associazione Lov divenga un punto di riferimento in Emilia Romagna per le famiglie che chiedono il diritto alla libera scelta. Personalmente, ritengo che la legge regionale approvata il 25 novembre scorso sia lesiva dei diritti fondamentali di bambini e genitori. Legge che peraltro contiene aspetti ambigui e confusi. Basti pensare che richiede la certificazione di avvenuta vaccinazione anche per attività che potrebbero essere svolte all’interno delle mura domestiche, come il servizio di baby-sitter. Sarebbe interessante sapere come potrebbe il Comune, ente preposto al controllo, entrare in casa mia mentre la baby sitter si prende cura di mia figlia».
«Risulta poi ridicolo che io possa iscrivere mia figlia alla scuola materna nel corso del quarto anno di età senza però poterle far mettere piede, per esempio, alla festa di compleanno di un amichetto se per caso dovesse tenersi dentro l’asilo nido da lui frequentato. Pare inoltre che Asl e assessorati comunichino che sono sufficienti solo 3 delle 4 vaccinazioni obbligatorie (tetano, poliomielite, epatite b) poiché la quarta (antidifterica) non è disponibile in formulazione singola. Insomma, una gran furia giustizialista immotivata e di conseguenza un gran pasticcio».

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!