Una campagna per abolire i compiti a casa nella scuola dell’obbligo, per un modello di apprendimento più attivo e operativo. I compiti sarebbero discriminanti e addirittura dannosi. Voi come la pensate?
I bambini italiani avrebbero troppi compiti a casa, molti di più rispetto ai coetanei stranieri. E gli stessi genitori a quanto pare sono piuttosto stufi, e meno propensi a credere che servano davvero a qualcosa. Nelle discussioni pubbliche di questi giorni, infatti, si dibatte sull’opportunità o meno di caricare gli alunni con la cosiddetta “lezione” domestica.
Qualche giorno fa, sulle colonne di Internazionale, è intervenuto anche il linguista, ed ex ministro dell’istruzione, Tullio De Mauro che cita l’ultimo rapporto Ocse, secondo il quale negli ultimi 10 anni le ore settimanali dedicate dai quindicenni ai compiti a casa in tutti i paesi decrescono in media da sei a cinque. Ma soprattutto l’insigne professore insiste sul fatto che nei paesi giudicati più efficienti nell’istruzione pubblica, che sono Finlandia, Corea e Giappone, si darebbero un terzo dei compiti rispetto a Italia e Russia. Secondo De Mauro “nella vita e nel lavoro il più e meglio s’impara interagendo con gli altri, cooperando e cercando di mandare a effetto quel che apprendiamo. Non così a scuola. Turba l’idea che la classe si trasformi in laboratorio, luogo di apprendimento attivo e cooperativo, e l’insegnante fornisca non formule da ripetere, ma consigli e assistenza sul cammino autonomo degli apprendimenti”. Il sistema del compito a casa si baserebbe in realtà su un modello piuttosto antiquato, che prevede l’interrogazione dello studente per verificare che ripeta esattamente le parole dette dall’insegnante. Un modello che forse diamo per scontato, ma che non funziona nei paesi che giudichiamo più avanzati.
Nel frattempo sul web ha preso il via la campagna:
“Basta compiti!” che ha già raccolto oltre duemila adesioni, auspicando la disponibilità dei docenti e degli organi di gestione della scuola a valutarne i contenuti, senza pregiudizio, guardando al benessere e alla crescita culturale dei giovani loro affidati.
Riportiamo il testo della
campagna, su cui vi invitiamo a dire la vostra, esprimendo e motivando, eventualmente, anche il vostro dissenso.
Chiediamo che i compiti a casa siano aboliti, nella “scuola dell’obbligo”, perché:
– sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima; non “insegnano”, non lasciano il “segno”: dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione;
– sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio;
– sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l’ingiustizia già sofferta; e costituiscono una delle ragioni, più gravi, dell’abbandono scolastico;
– sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori – e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”;
sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa);
– sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport…), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa;
– sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni…) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente;
– sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l’integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche.
Dalla Carta internazionale dei diritti dell’infanzia, art 31: “Gli Stati membri riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…