L’intelligenza artificiale sbarca nel mondo del riciclo
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Si stanno moltiplicando le sperimentazioni di sistemi che applicano intelligenza artificiale e tecnologie informatiche alla selezione dei materiali, per massimizzarne il recupero. Con prospettive interessanti in termini di economia circolare.
L’intelligenza artificiale può servire per il riciclo? Pare di si. Soprattutto per il riciclo delle numerose combinazioni di polimeri che danno vita alle plastiche le più problematiche da gestire in termini di recupero. Risponde esattamente a questa esigenza il modello messo a punto da un gruppo di ricerca francese dove la robotica e l’intelligenza artificiale applicate al ciclo dei rifiuti sono in grado di selezionare e riciclare meccanicamente gli imballaggi in polipropilene (per uso alimentare) derivanti dal circuito dei rifiuti domestici.
Recycleye, start up ideatrice del progetto Omni, ha destinato 17 milioni di dollari, raccolti dalla società di venture capital deep-tech DCVC, allo sviluppo di progetti di selezione mirata di rifiuti urbani, che si avvalgono di nuove tecnologie finalizzate a ottenere frazioni di rifiuto sempre più pulite (cioè con basse percentuali di frazioni estranee), quindi più efficienti in termini di riciclo. Una scelta di business che si muove solo sulla fase della selezione, senza intaccare il resto della filiera. Il tasso di purezza dei materiali selezionati, secondo i curatori del progetto, è risultato superiore al 95% sortendo come effetto, un polipropilene da riciclo pulito e inodore, adatto a realizzare nuovi packaging.
Il progetto non solo dimostra come una tecnologia all’avanguardia possa migliorare la circolarità dei materiali, ma apre anche la strada a una più ampia gamma di applicazioni accessibili per i polimeri riciclati e fornisce una risposta concreta alla sfida della gestione delle plastiche a fine vita.