Un territorio dove il termine “incontaminato” non è solo un’accattivante “etichetta”, ma una realtà da vivere in sintonia con la Natura al ritmo lento del camminare. Un anello escursionistico ricco di suggestioni, da godersi in poco meno di una settimana con i tempi e l’approccio responsabile e consapevole tipici del “socialtrekking”.
Essere poco invasivi con i territori dove si transita, interagendo anzi il più possibile con le popolazioni locali, è la maniera più sostenibile e consapevole per conoscere i luoghi. Troppo spesso il viaggiatore finisce con il tramutarsi in turista, un termine da intendersi nell’accezione più deleteria e invasiva che esso ha acquisito a seguito di fenomeni di massa gestiti in maniera poco responsabile. Visitare nuovi posti arricchendoli con il proprio transito, invece di sottrarre loro risorse, è spesso un risultato raggiungibile con naturalezza, quando il mezzo di trasporto sono…le proprie gambe! I tempi del camminare sono infatti, come è facilmente intuibile, quelli più congeniali a una fruizione sostenibile del territorio.
L’equilibrio tra l’ambiente naturale e la presenza umana è divenuto un obiettivo non facile. Ci sono però luoghi in cui queste due componenti del territorio interagiscono tra loro in maniera armoniosa. Un antico “patto” di pacifica e gratificante convivenza sembra pervadere talune zone fortunate. A chi non piacerebbe immergersi in questi posti, diventando parte rispettosamente attiva di una suggestiva “cartolina”?
La catena montuosa del Lagorai, in Trentino è uno di questi luoghi. Torrenti e cascatelle si alternano a malghe ed alpeggi, a testimoniare una ben collaudata sinergia tra le genti del luogo e la circostante Natura. L’Alta Val Malene, in particolare, è un’area remota e selvaggia di grande fascino e particolarità. Il suo charme è dovuto ad un ambiente naturale rimasto in gran parte incontaminato nel corso dei secoli. Nonostante la bellezza dei luoghi, il flusso di escursionisti e turisti è provvidenzialmente molto contenuto.
Proprio in tale contesto si sviluppa l’anello escursionistico dell’Alta Via del Granito. Si tratta di un percorso racchiuso nella parte del Lagorai denominata Cima D’Asta. Un ambiente dalla grande varietà, unita ad una certa austerità. La particolare scenografia è frutto della combinazione dei colori scuri delle rocce, delle grandiose distese di massi, del verde inteso della vegetazione. D’altro canto, Lagorai deriva, e non è un caso, dal termine “aurai” che sta a significare spazio erboso intorno all’acqua. Tanti sono gli antichi sentieri e mulattiere che si sviluppano in questa zona. Alcuni di essi risalgono alla prima guerra mondiale, della quale ancor oggi permangono reminiscenze quali trincee, caverne e postazioni belliche utilizzate per le battaglie tra l’esercito italiano e quello austriaco. Nei laghetti glaciali che si incontrano lungo il cammino, si possono sovente rimirare gli alti pinnacoli dolomitici.
La cooperativa Walden viaggi è di casa da queste parti, dove ogni anno si rinnova l’appuntamento con uno degli oltre cento viaggi a piedi rigorosamente improntati al modello virtuoso del “socialtrekking”, una filosofia del camminare nata poco meno di un decennio fa dall’ispirazione di alcune guide ambientali socie della cooperativa. Ogni estate, in genere a fine agosto quando il caldo torrido imperversa in gran parte della Penisola, particolarmente ispirante e invitante è un viaggio a piedi al fresco dell’alta quota. Cinque giorni di rispettoso contatto con gli elementi naturali e le tradizioni locali. All’ombra delle maestose Dolomiti, tutto si mescola e si rivela come per incanto lungo il cammino; i compagni di viaggio, i luoghi attraversati, gli abitanti delle zone toccate dalla “viandanza”, con le loro tradizioni e storie. Il tutto ben amalgamato – naturalmente – dal ritmo di tanti passi gratificanti, ben lontani dal limitarsi ad essere solo una incolore performance atletica.
Raffaele Basile
Responsabile editoriale del blog Socialtrekking
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