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Sui libri di carta si impara meglio

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Il libro scolastico in formato cartaceo ha risentito meno di altri prodotti sia della concorrenza digitale (e-book ) sia dell’effetto COvid 19, con le scuole chiuse per il lockdown e la didattica a distanza. I libri stile “vecchia scuola” dimostrano che la carta vince ancora, il digitale si conferma unicamente come strumento di supporto alla didattica.
Sui libri di carta si impara meglio
Un mercato importante sia per gli  editori sia per le aziende grafiche, tenuto conto che negli anni scorsi la delocalizzazione della commesse verso la Cina e l’Est Europa  aveva fatto temere per le sorti delle aziende produttrici di libri.
Oggi gran parte dei libri scolastici viene stampata in Italia e secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’ AIE (associazione italiana editori) nel  2019 conferma che nel 2018 il mercato del libro in Italia valeva un fatturato di 3.170 miliardi di euro con una crescita di +2% rispetto all’anno precedente  e quasi un quarto di questo fatturato è rappresentato dai testi educativi . Un valore che in attesa dei dati ufficiali aggiornati sul 2020 stima abbastanza stabile. Del resto la previsione di chi dava in forte flessione il libro stampato su carta rispetto all’introduzione dei testi digitali , peraltro previsti per legge, si è rivelata sbagliata. Infatti  gli innumerevoli studi effettuati  confermano la maggior capacità di apprendimento e  di consultazione rappresentata dalla lettura sul  testo di carta,  per questo i libri tradizionali continuano a vincere e alla grande  la sfida con l’ e-Book.
Riguardo alla tipologia di libri adottati, sempre secondo fonti AIE,  il libro misto (carta + digitale) è ancora  la parte più consistente con una quota di 99.84% nelle primarie e 98.93 nelle scuole secondarie di primo grado e del 98.65 nelle secondarie di secondo grado. Al contrario il libro esclusivamente  digitale continua a rappresentare una quota minima: le adozioni virtuali si assestano sull’1.07 % sulle scuole secondarie di secondo grado, sull’1.35% sulle scuole secondarie di primo grado e solo dello 0.16% nelle primarie.
Lo scorso anno scolastico nelle case dei circa 6.7 milioni di studenti italiani erano presenti 2.6 milioni di libri di testo solo cartacei (tipo A) , 37 milioni in versione cartacea + digitale (tipo B) e solo 463 mila nella versione esclusivamente digitale (tipo C). Così se oggi (sempre per legge) devono rientrare in una di queste categorie, oltre il 92% usa il sistema misto (tipo B), indicazione che la carta è uno “strumento” indispensabile ma non sufficiente : gli insegnanti e gli studenti ritengono fondamentale non solo la versione digitale del testo ma anche le piattaforme.
Gli editori scolastici si sono fatti trovare pronti e proprio i libri di testo, insieme ai supporti digitali e alle piattaforme online per l’apprendimento a distanza messe a disposizione degli studenti, sono stati strumenti essenziali per garantire le continuità didattica con la chiusura fisica delle scuole a causa della pandemia.
Sia in precedenza sia, a maggior ragione, nell’emergenza Covid, il punto di riferimento per docenti e alunni si è confermato il libro di testo. Ma un  libro “arricchito” dalle molte cose già presenti sulle piattaforme degli editori, la possibilità di accedere a contenuti aggiuntivi , a versioni e-book , a esercizi e test di verifica.
Molto altro è stato aggiunto e reso disponibile fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, tanto che nei primi giorni di lockdown  uno studente su tre (circa due milioni) hanno scaricato almeno un libro di testo in formato digitale dalle piattaforme degli editori scolastici, quasi 2 milioni di materiali didattici integrativi e di approfondimento e l’aggiornamento con webinar gratuiti  curati dagli editori a oltre 700 mila docenti.
Il futuro del libro scolastico sarà sempre più legato al binomio inscindibile tra carta e arricchimento digitale. Un binomio che dovrebbe ridurre anche il peso del mercato dell’usato perché uno studente che acquista un testo di seconda mano non può avere accesso alle piattaforme per l’integrazione online dei contenuti digitali dei libri di testo.
La produzione dei testi scolastici inizia in autunno con le novità  e nel periodo novembre-  gennaio vengono stampate la maggior parte  dei libri che gli editori promuoveranno tra gli insegnanti per le adozioni .  In base alle prenotazioni tra maggio e settembre  si procederà poi alle ristampe per garantire la corretta  distribuzione  e la disponibilità dei testi  agli studenti all’apertura delle scuole.
Guardando ai formati ed al tipo di carta utilizzata, il trend degli ultimi anni è stato di cercare di porre  una maggior attenzione all’inclusione sociale, con font speciali utilizzati per favorire l’apprendimento a chi soffre di disturbi di dislessia e per il fatto che ormai il bianco e nero è stato abbandonato a favore della stampa a colori.
La carta utilizzata per i testi scolastici  è in genere uso mano senza legno con grammature comprese tra i 55 e 120 gr  o patinata opaca tra i  51 e 115 gr . La scelta della grammatura utilizzata è a seconda del numero delle pagine del testo. La scelta della tecnologia di stampa dipende molto dalla tiratura.  Per quelle più elevate  si utilizza la stampa rotooffset  (bobina), mentre per le quantità più basse si utilizza la stampa offset in piano (a foglio)  o la stampa digitale, che risponde all’esigenza di massima flessibilità per gli editori nell’ottenere ristampe  di titoli e aggiornamenti anche per poche copie in tempi rapidissimi.
Le novità introdotte dagli editori che vedono come protagonista il libro di carta integrato con i contenuti digitali e le piattaforme usufruibili da studenti e docenti hanno generato un profondo arricchimento  dell’offerta che di traduce in formazione didattica per i docenti oltre che formazione digitale  per gli studenti. Quindi tantissimi contenuti specifici , personalizzati e interattivi con proposte di carta+digitale evolute anche per il ripasso e il recupero dei debiti. L’impatto sui rincari dei testi scolastici, tra l’altro fissati per legge con il tetto di spesa non hanno superato l’1% .
Gli allarmi delle associazioni dei consumatori  sono dovuti al fatto che nei canali di vendita della scolastica; grande distribuzione organizzata, librerie,  cartolerie , E-commerce, non è più possibile applicare riduzioni di prezzo superiori al 15%. Questo perché dallo scorso febbraio con l’approvazione della legge sul libro (ex ddl promozione lettura) è stato fissato un limite agli sconti applicabili sui libri in vendita che è passato dal 15% al 5%  per i libri e al 15% per i testi scolastici.
Per maggiori informazioni:
www.dueemmepack.it

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