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8 marzo. Che “genere” di differenze?

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L’infografica dell’Istat, diffusa proprio nel giorno della festa nazionale della donna, illustra le differenze nei carichi di lavoro, nelle responsabilità nei diversi ambiti e nei vari aspetti del quotidiano tra donne e uomini.
Riguardo ai salari, come spiega Andrea Gianotti su Il Sole 24 Ore, «è ancora forte la differenza di genere tra i salari orari percepiti in Italia. Secondo le ultime rilevazioni dell’ Istat, riferite ai dati 2014, in media gli uomini guadagnano 1,8€ all’ora in più rispetto alle donne, per una differenza percentuale di oltre il 12%. E la distribuzione delle disuguaglianze tra i settori produttivi rivela anche numerose sorprese: nel settore finanziario, che garantisce ai dipendenti di banche e assicurazioni mediamente livelli retributivi più alti, la differenza è particolarmente alta, sia ad inizio carriera dove i ragazzi hanno retribuzioni maggiori dell’11% rispetto alle ragazze, sia alla fine quando questa forbice si allarga a quasi il 40%. Ma il record negativo spetta alle impiegate nelle attività professionali, scientifiche e tecniche: gli uomini hanno uno stipendio medio orario, superati i 50 anni, dell’85% più alto rispetto alle donne. Tra i (pochi) settori che invece presentano dati in controtendenza spicca il commercio: i giovani con meno di 30 anni guadagnano il 7% in meno delle coetanee. Eppure questa differenza è destinata a invertirsi nel tempo, poiché al termine della propria carriera professionale anche qui i maschi guadagnano il 20% in più rispetto alle femmine».

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