Amnesty rinnova e rilancia un appello per l’immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto in Israele e Palestina per porre fine alla sofferenza della popolazione civile. I morti sono migliaia, tantissimi i bambini.
«L’escalation senza precedenti del conflitto tra Israele da un lato e Hamas e altri gruppi armati palestinesi dall’altro sta distruggendo innumerevoli vite –
scrive Amnesty rinnovando l’appello per il cessate il fuoco che ha già raccolto migliaia di firme – Gli incessanti bombardamenti israeliani stanno facendo salire in modo impressionante il numero delle vittime civili a Gaza: al momento della pubblicazione di questo appello sono almeno 8000, inclusi moltissimi minori. Questa è stata la risposta agli orribili attacchi compiuti in Israele da Hamas e altri gruppi armati palestinesi, che hanno causato circa 1400 morti. Almeno 200 israeliani presi in ostaggio da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi restano in pericolo. I razzi che continuano a essere lanciati contro Israele pongono a rischio la popolazione civile».
«L’assedio rafforzato di Israele nei confronti di Gaza ha bloccato l’ingresso di beni fondamentali come acqua, cibo e carburante, costringendo oltre due milioni di abitanti a lottare per la sopravvivenza. La catastrofe umanitaria provocata da 16 anni di blocco illegale di Israele nei confronti della Striscia di Gaza occupata non potrà che peggiorare se i combattimenti non si fermeranno immediatamente – prosegue Amnesty – Tutte le parti in conflitto continuano a commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi crimini di guerra. Di fronte a questa devastazione e a questa sofferenza senza fine, deve prevalere l’umanità».
Amnesty raccoglie le firme e «sollecita i leader mondiali a chiedere un immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto e a porre fine alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza. Un cessate il fuoco porrebbe fine agli attacchi illegali di tutte le parti, interromperebbe il crescente numero di vittime a Gaza e consentirebbe alle agenzie umanitarie di portare aiuti salvavita, acqua e forniture mediche nella Striscia di Gaza per contrastare l’indicibile livello di sofferenza umana. Gli ospedali potrebbero ricevere medicine salvavita, carburante e quelle attrezzature di cui hanno disperato bisogno per rimettere in funzione i reparti danneggiati. Un cessate il fuoco fornirebbe anche l’opportunità di negoziare la liberazione degli ostaggi israelianidetenuti a Gaza e di avviare indagini internazionali indipendenti sui crimini di guerra commessi da tutte le parti in conflitto, in modo da porre fine alla perdurante impunità che altrimenti continuerà ad alimentare ulteriori atrocità. Affrontare le cause di fondo di questo conflitto, smantellando il sistema di apartheid cui Israele sottopone i palestinesi, è più urgente che mai» conclude Amnesty.
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LETTURE UTILI
Pensato come un vero e proprio atlante, dove ogni conflitto ha pari dignità, è un annuario aggiornato delle guerre in atto sul Pianeta. Vengono analizzate e spiegate le ragioni di tutti gli scontri armati in corso: chi combatte e perché, qual è la posta in gioco e le ragioni che muovono al conflitto.
Senza prendere posizione a favore di qualcuna delle parti in causa, l’Atlante è uno strumento fondamentale di informazione e di costruzione di una coscienza civile.
L’IX edizione dell’Atlante ha il suo focus sulle conseguenze della guerra in Ucraina.
Contiene dossier tematici su:
– crisi alimentare generata dal conflitto Russia-Ucraina
– riarmo e nuovo pericolo nucleare
– pandemia da Covid19: a che punto siamo?
– il dramma dei civili in zona di guerra e le evoluzioni del diritto umanitario (in collaborazione con Anvcg e Intersos)
– schede conflitto e infografiche generali
Ass. Culturale 46° Parallelo
L’Associazione 46° Parallelo è nata a Trento. È nata per la voglia di affrontare alcuni temi, o forse di agire. Si è chiamata Associazione geografica, perché di geografia – intesa come conoscenza dei luoghi, delle persone, delle storie – si parla sempre meno. Si è detta culturale, perché suona bene. Soprattutto, però, l’associazione cerca di usare gli strumenti che ha disposizione – legati ai mestieri dei fondatori – per raccogliere fondi da investire in progetti di solidarietà e culturali.
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Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia.
Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti.
Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.
Gli autori
Raffaele Crocco è direttore responsabile dell’
Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo , dei siti atlanteguerre.it, atlasofwars.com, ed è direttore editoriale di
Unimondo. È stato giornalista RAI, collaboratore delle trasmissioni
Est Ovest e
Mediterraneo. Ha lavorato come inviato di guerra, è autore di libri e documentari.
Emanuele Giordana, giornalista e asiatista, già docente di Cultura indonesiana, direttore di Ecoradio e del mensile Terra, insegna giornalismo ed è cofondatore di Lettera 22. È presidente dell’associazione Afgana e ha scritto saggi, curato collettanee di geopolitica. Scrive per diverse testate ed è direttore editoriale del sito atlanteguerre.it.