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Banca Etica: «Il denaro? Un mezzo per scopi a impatto positivo»

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Chissà quanti di voi si sono chiesti che fine fa il vostro denaro una volta che lo depositate in banca o lo destinate a qualche investimento. E chi ha cercato di saperne di più, spesso ha avuto amare sorprese, scoprendo destinazioni tutt’altro che etiche. «Noi invece abbiamo scelto di garantire una filiera virtuosa e totalmente trasparente» spiegano da Banca Etica.

Banca Etica: «Il denaro? Un mezzo per scopi a impatto positivo»

Nel mondo di oggi il denaro è uno strumento che permette di raggiungere obiettivi. Ma di quali obiettivi si tratta? E come sceglierli? Una volta che i soldi finiscono in banca o in investimenti per i quali si delegano consulenti finanziari, i cittadini sanno veramente poco o nulla di ciò che accade dopo. E spesso, quando ottengono risposte, non sono rassicuranti.

Banca Etica ha scelto un’altra strada: ha scelto di impiegare il denaro di risparmiatori e investitori in modo etico e di garantire sempre la massima trasparenza. E scegliendo una gestione etica del denaro si possono evitare brutte sorprese. «Banca Etica nasce dall’idea di persone, associazioni e movimenti sociali che per prime si sono poste domande, si sono informate e sono divenute consapevoli che il loro denaro veniva utilizzato in modo non etico dalle banche convenzionali dove versavano il proprio denaro» spiega Samuele Degli Innocenti, della Fondazione Finanza Etica, la fondazione culturale di cui Banca Etica si è dotata per sensibilizzare la popolazione su queste tematiche. 

«Per il movimento della finanza etica in Italia si doveva partire prima di tutto da una domanda: “cosa succede ai miei soldi una volta che li deposito in banca o li investo?” – prosegue Degli Innocenti – Da qui, una volta ottenute le informazioni, si è capito che non c’era continuità tra i valori seguiti nelle scelte di consumo personali quando poi si trattava di portare questi soldi in banca. Infatti già dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso molti movimenti pacifisti che manifestavano contro guerre, armamenti e l’export delle armi si sono accorti che in realtà, una volta depositati in banca, i loro soldi andavano proprio a finanziare ciò che combattevano. Questo ha portato prima alla legge 185 del 1990 sulla trasparenza del commercio di armi, e qualche anno dopo alla cooperativa verso la Banca Etica, che è poi divenuta l’attuale Banca Etica. Quindi per Banca Etica è decisivo informare e rendere consapevoli le persone e per questo si è reso necessario affiancare all’attività bancaria anche l’attività culturale e di diffusione della finanza etica, a opera della Fondazione Finanza Etica. Attraverso una gestione etica del denaro si contribuisce all’economia reale, quella fatta di artigiani, contadini, cooperative sociali, associazioni, piccole e medie imprese, ma si evita anche di investire in armi, in combustibili fossili e persino nel gioco d’azzardo».

La gestione etica del denaro in pratica

Nel Manifesto della Finanza Etica, a cura dell’Associazione Finanza Etica, già nel 1998 venivano esplicitati i sette princìpi di una gestione etica del denaro, princìpi che si ritrovano anche nello statuto di Banca Etica.

«Innanzitutto il credito è visto come diritto umano senza discriminazione alcuna; si valutano non solo le garanzie patrimoniali ma anche personali, di categoria o di comunità – prosegue Degli Innocenti – Riuscire a fare credito significa considerare l’efficienza una componente della responsabilità etica, che significa essere banca a tutti gli effetti, solida e sicura, prendendo la responsabilità di gestire il risparmio altrui. Nella gestione etica del denaro, è fondamentale non ritenere legittimo l’arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro; ciò significa che il tasso di interesse, in questo contesto, è una misura di efficienza nell’utilizzo del risparmio, una misura dell’impegno a salvaguardare le risorse messe a disposizione dai risparmiatori e a farle fruttare in progetti vitali. Vitale è per noi anche la trasparenza, perché non può esserci una gestione etica del denaro se non sono trasparenti i processi di funzionamento dell’istituzione finanziaria e le sue decisioni di impiego e di investimento. Fare finanza etica significa anche prevedere la partecipazione dei soci e dei risparmiatori alle scelte importanti dell’impresa; si diviene così promotori di democrazia economica, garantendo sia meccanismi diretti di indicazione delle preferenze nella destinazione dei fondi, sia meccanismi democratici di partecipazione alle decisioni». 

«L’eticità nella gestione dei soldi sta anche nell’esclusione di alcuni tipi di investimento – prosegue ancora Degli Innocenti – mentenendo, come criteri di riferimento per gli impieghi, la responsabilità sociale e ambientale. Si escludono dunque rapporti finanziari con quelle attività economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona, come la produzione e il commercio di armi, le produzioni gravemente lesive della salute e dell’ambiente, le attività che si fondano sullo sfruttamento dei minori o sulla repressione delle libertà civili. Infine la finanza etica è etica in tutta la sua attività; e qualora lo potesse essere solto parzialmente, è necessario spiegare, in modo trasparente, le ragioni della limitazione».

Dividendi di pace

Banca Etica ha avviato anche l’iniziativa “dividendi di pace”, «un corso promosso con il supporto di Etica Sgr – spiega Degli Innocenti – È rivolto ai responsabili finanziari di sindacati, enti del terzo settore, parrocchie e organizzazioni religiose, per aiutarli a compiere scelte consapevoli di disinvestimento dall’industria militare. In collaborazione con la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, il corso fornisce informazioni chiare su come identificare se gli investimenti finanziari supportano l’industria bellica e offre consigli su come disinvestire in modo responsabile. Con il coinvolgimento di esperti del settore, questo corso è uno strumento prezioso per le organizzazioni che cercano di fare scelte di investimento più etiche e consapevoli». Il corso è disponibile gratuitamente QUI.

Salvaguardia di ambiente e diritti

Gli investimenti scelti da Banca Etica, come detto, rispettano ambiente e diritti, e vengono quindi escluse appunto imprese del settore delle energie fossili o che comunque danneggiano gravemente l’ambiente, nonché imprese che violino i diritti umani e dei lavoratori. «Questo lavoro di studio sui criteri di esclusione è in continuo aggiornamento – prosegue Degli Innocenti – per avere indicatori sempre attuali, che servono a comprendere se un prodotto è etico o meno. Inoltre ogni richiesta di credito da parte di persone giuridiche è accompagnata da una Valutazione Socio-Ambientale che, attraverso un set ampio e diversificato di indicatori, misura l’impronta sociale e ambientale del progetto finanziato e dell’impresa nel suo insieme. Così facendo si ha modo di attenersi a criteri etici sia quando si investe che quando viene erogato un credito».

Le iniziative per il 2025

Per il 2025 sono tante le iniziative in programma.  A giugno è prevista la seconda edizione di Eticall, la Summer School sulla Finanza Etica. «Inoltre, sono previste continue formazioni per le persone socie e non solo. Per clienti e soci c’è una vasta gamma di opportunità per conoscere e entrare nel mondo della finanza etica» spiegano dalla Fondazione.  Per rimanere aggiornati su tutti gli eventi, le campagne e le iniziative del 2025 si può visitare il sito di Banca Etica, www.bancaetica.it, e le pagine social. Quest’anno sarà il 25° anno di vita di Etica Sgr, la finanziaria del Gruppo, e saranno numerosi gli appuntamenti rivolti a persone socie, clienti e lavoratrici.

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