Barcellona avrà una moneta solidale per i più poveri
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Poi, se tutto andrà per il meglio, la moneta “sociale” verrà diffusa nel resto della città nel giro di due anni. Il vero obiettivo è quello di dare impulso al commercio locale, da tempo strangolato dai giganti della grande distribuzione, e dinamizzare la piccola iniziativa economica. Il denaro, che si suppone sarà completamente virtuale, potrà essere utilizzato attraverso i dispositivi di telefonia mobile, smartphone e tablet, in quella rete di esercizi commerciali e servizi locali che decidano di aderire all’iniziativa. Sarà ovviamente il Comune a “battere” moneta, nel senso che potrà proporre ai suoi dipendenti, o ai fornitori, di riscuotere una parte del dovuto in denaro virtuale, la cui perfetta parità con l’euro è garantita dall’amministrazione municipale.
L’incognita sulla possibilità che l’esperimento funzioni è perciò duplice: ci sarà sufficiente moneta circolante solo se sarà abbastanza alto il numero di persone disponibili a farsi pagare in modo virtuale; e, in più, perché la novità abbia un senso, bisognerà riuscire a creare una rete abbastanza estesa di negozi e servizi che accettino questo metodo di pagamento. Colau, nonostante le perplessità del Banco de España (il vice-governatore Fernando Restoy parla di progetto “impossibile” da realizzare) confida nel fatto che l’esperimento ha già funzionato altrove. E comunque si suppone che non sia un’idea così astrusa, dal momento che si inserisce nel programma europeo Urban Innovative Action, che finanzierà anche l’esperimento pilota di Barcellona.
di Alessandro Oppes da Repubblica