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Covid: oltre 150 organizzazioni chiedono al governo libero e trasparente accesso ai dati, precisi e aggiornati

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Sono oltre 150 le organizzazioni della società civile e del mondo scientifico che hanno lanciato un appello al governo inviando anche una lettera aperta chiedendo che i dati sull’epidemiologia e la diffusione del Covid siano resi accessibili a tutti in modo trasparente, puntuale e aggiornato. Perché sono i dati sulla base dei quali vengono adottate le misure restrittive che pesano in maniera sempre maggiore sui cittadini stremati.
Covid: oltre 150 organizzazioni chiedono al governo libero e trasparente accesso ai dati, precisi e aggiornati
Sono oltre 150 le organizzazioni della società civile e del mondo scientifico che hanno lanciato un appello al governo inviando anche una lettera aperta chiedendo che i dati sull’epidemiologia e la diffusione del Covid siano resi accessibili a tutti in modo trasparente, puntuale e aggiornato. Perché sono i dati sulla base dei quali vengono adottate le misure restrittive che pesano in maniera sempre maggiore sui cittadini stremati.
Le organizzazioni firmatarie sottolineano che «la società civile italiana ha bisogno di dati. La cittadinanza, stremata, chiede risposte mirate, meno gravose di “tutti in lockdown“. Elaborarle richiede dati pubblici, disaggregati, continuamente aggiornati, ben documentati e facilmente accessibili a ricercatori, decisori, media e cittadini». 
Queste le richieste che avanzano al Governo Italiano:
  • rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall’inizio dell’epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico (compresi tutti gli indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio, di accertamento e quelli di risultato). Fare lo stesso per tutti i dati che alimentano i bollettini con dettaglio regionale, provinciale e comunale, della cosiddetta Sorveglianza integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità e i dati relativi ai contagi all’interno dei sistemi, in particolar modo scolastici. Tutti i dati devono riportare la data di trasmissione e aggiornamento;
  • rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi, che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato;
  • recepire nella gestione, pubblicazione e descrizione dei dati tutte le raccomandazioni della task force “Gruppo di lavoro 2 – Data collection and Infrastructure“, presenti nel documento “Analisi dei flussi e mappatura delle banche dati di interesse per la task force dati per l’emergenza COVID-19”;
  • nominare un/a referente COVID-19 su dati e trasparenza e un/a referente per ogni regione, a cui la società civile possa fare riferimento;
  • istituire un centro nazionale, in rete con omologhi centri regionali, dedicato ai dati Covid, che non solo imponga standard e formati, ma che coordini e integri nuovi sistemi di raccolta e individui le criticità in quelli esistenti.
Vediamo di continuo decisioni prese per limitare il contagio sulla base di dati che non sono pubblici: la trasparenza è alla base di ogni democrazia! I cittadini hanno il diritto di conoscere su quali dati e quali analisi si basano le decisioni prese dal governo per le restrizioni dei prossimi DPCM. Da questi dati dipende la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro, la nostra salute mentale: vogliamo che siano pubblici! E vogliamo che siano in formato aperto, perché dobbiamo permettere agli scienziati e ai giornalisti di lavorare per bene.
I firmatari di questa lettera sono estremamente preoccupati per il crollo di fiducia generato dalla gestione dell’emergenza COVID-19. In questo momento una corretta comunicazione, basata sull’evidenza dei dati, è quanto mai importante per comprendere le scelte istituzionali che hanno profonde conseguenze sulla vita delle persone».
Intanto l’associazione Luca Coscioni ha ideato e realizzato una piattaforma di segnalazioni, che ha chiamato CovidLeaks, che protegge l’identità del mittente «ed è finalizzata a portare alla luce i dati sul coronavirus, attualmente resi in gran parte inaccessibili dalle istituzioni che li rendono parzialmente disponibili solo in forma aggregata o in formato chiuso, impedendo così elaborazioni complesse o analisi più puntuali, ad esempio a livello territoriale» spiega la stessa associazione sul proprio sito.
«Sono passati ormai più di 20 giorni da quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la condivisione con la comunità scientifica dei dati sul coronavirus. Da allora, nessuna informazione in più è stata condivisa e l’Istituto Superiore di Sanità continua a fornire solo alcuni dati aggregati a livello regionale e provinciale. Già 9 mesi fa la Società italiana di Statistica e alcuni tra i più autorevoli scienziati italiani chiese la disponibilità dei dati disaggregati e in formato aperto» ha dichiarato Marco Cappato, già europarlamentare e tesoriere del’associazione.
«È arrivato dunque il momento di organizzarsi in concreto per una soluzione diversa, che prescinda dall’incapacità del Governo di comprendere l’importanza della condivisione dei dati. Per questo abbiamo attivato  www.covidleaks.it e invitiamo chiunque sia in possesso di dati, anche a livello locale o di singola azienda sanitaria o centro medico, di caricarli sul sito in forma anonima, in modo che potremo verificarli e pubblicarli. Aiutateci a liberare i dati» aggiunge Cappato.

Ecco come fare una segnalazione su CovidLeaks

L’associazione Coscioni fornisce queste indicazioni per inserire una segnalazione sulla piattaforma:
  1. Collegarsi al sito  www.covidleaks.it;
  2. Scegliere il contesto (ad esempio Covid-19) della segnalazione;
  3. Inserire i dati richiesti sul questionario cercando di essere molto specifici e di indicare quale parte degli eventuali allegati è di particolare interesse;
  4. Inviare la segnalazione e attendere, poi, il codice;
  5. Conservare la ricevuta in un luogo sicuro, possibilmente diverso dal device utilizzato per inoltrare la segnalazione: sarà indispensabile per tornare eventualmente ad interloquire con  www.covidleaks.it, sempre protetti da anonimato

QUI le segnalazioni finora giunte

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