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Dall’Abruzzo: «Quella ferita che ha aperto la terra e i nostri cuori»

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Anna Marino è una ragazza di 23 anni che vive in Abruzzo e come molti altri suoi coetanei porta con sé la ferita del terremoto. E ha tenuto e tiene un diario di ciò che è accaduto e accade, dei disagi, delle dure prove, delle rinunce
Un solco, quello che si è aperto nelle terre e nei cuori degli abruzzesi, in parte riempito dai diari del Casale Il Baronetto, una cronaca che Anna scrive dal bed and breakfast eco-sostenibile di Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo, dove vive con i suoi genitori Josef e Jasmine e sua sorella Serena.
Originari di Saronno, ma innamorati da sempre di queste terre, Anna e la sua famiglia si sono trasferiti qui 16 anni fa per promuovere il turismo sostenibile con tecnologie per il risparmio energetico, la produzione di energie alternative e il recupero delle acque piovane e reflue. Tanti i sogni ancora nel cassetto e i progetti rallentati, ma non spezzati da Zio Terry, il terremoto, come lo chiama Anna nei suoi diari che raccontano le sensazioni che gli abitanti del casale hanno provato quando a gennaio la terra ha ricominciato a tremare.
Dal Baronetto arriva così una testimonianza forte e potente di chi, nonostante le scosse continue e le difficoltà accentuate dall’inverno, in quelle terre continua a viverci.
“Siamo riusciti a mettere in salvo tutti gli animali” spiega Josef, il papà di Anna. “Oche, galline, gatti, cani sono stati trincerati e messi al sicuro. Anche il casale, fortunatamente, ha subito solo crepe estetiche e non strutturali”.
Insieme al terremoto è arrivata anche la neve complicando le cose, provocando il black out, bloccando le strade ma anche attutendo tutti i suoni con quel suo “magico dono di zittire il mondo”.

La neve, Anna, l’ha desiderata tanto per il suo compleanno e, come ogni anno, si è presentata puntuale per quella data, ma invece di essere una coperta soffice e sottile si è distesa come un “piumone pesante”. Grazie a quella coltre spessa “Le papere riuscivano addirittura a camminare all’altezza del recinto. Una scena buffa, che rasentava il ridicolo” scrive Anna nel suo diario, ma appena ci si è lasciati scappare una risata, “qualcuno fece subito sentire la sua presenza. Mi prese per i piedi e mi scosse forte, così forte che mi sentii sballottare. Lì capii. Era tornato lo Zio Terry”.
“La neve ha ricoperto tutto; siamo stati sovrastati da metri di neve alti come un muro. Ci siamo sentiti come topi in trappola” dice Josef. ”Tremava tutto. E’ saltata la corrente, è andata via la connessione internet, siamo rimasti senza acqua e il generatore non ha funzionato per 7 giorni di fila. Il soccorso alpino è passato sulla motoslitta a distribuire medicine, ma per il resto ci siamo dovuti arrangiare. Gli amici  ci hanno dato un grande aiuto a spalare e sgomberare la strada dalla neve”.
E di sostegno, aiuto e solidarietà, Anna parla nei suoi diari e racconta di come “Passando per il Casale si diventa amici, intessendo una rete più forte di un terremoto o di un cataclisma. Pronti ad offrire soccorso e aiuto, chi tramite una chiamata, chi tramite e-mail si crea tutto quel calore necessario per far sciogliere il ghiaccio e l’amarezza che la neve aveva lasciato”.
Dall’estate scorsa la terra non ha più smesso di tremare. Zio Terry fa sentire che c’è e ritorna a far “Ballare il tip tap alle case insieme alla terra”. Eppure, nonostante la paura, Josef, Jasmine, Anna e Serena, da qui non hanno mai pensato di andarsene. Tornare a Saronno? “Nemmeno a pensarci” rispondono Josef e Jasmine praticamente in simultanea. ”Non si torna mai indietro. Abbiamo girato in lungo in largo e ci siamo innamorati di questi posti. Qui, nella tranquillità e semplicità della natura, abbiamo trovato pace. Vivere in città sarebbe insostenibile per noi oggi. E poi abbiamo i nostri ospiti affezionati, sensibili all’ecologia e alla sostenibilità ambientale, quegli amici che ci hanno supportato sin dall’inizio. Siamo partiti a poco a poco acquistando questo casale, ristrutturandolo un pezzettino alla volta. Abbiamo iniziato a farci conoscere e a farci apprezzare da chi, cercando la natura ha il desiderio di trascorrere una vacanza consapevole e sostenibile. Da noi c’è anche la possibilità di alloggiare alla pari scambiando, per una parte, le proprie competenze con vitto e alloggio nel nostro casale.”
Come in diverse parti d’Abruzzo, anche al Baronetto sono bastati alcuni giorni in compagnia di Zio Terry e della grande nevicata per tornare indietro di 50 anni. “Non eravamo più nel 21esimo secolo. Come in un film, sembrava fossimo stati catapultati in un’epoca passata” si legge nei diari di Anna. E allora che fare? “Per ora ci tocca aggiustare e rimettere in sesto il bosco, l’uliveto, il frutteto, il fito-depuratore con il relativo laghetto di raccolta delle acque, le pensiline e il tetto della stalletta oltre ad affrontare altri lavori edili ed elettrici” aggiunge Josef. “Ogni anno abbiamo dei nuovi progetti da realizzare, quest’anno, purtroppo, i danni imprevisti ci impongono di occuparci del vecchio e a rimandare il nuovo come l’installazione della pensilina fotovoltaica per la ricarica di biciclette elettriche , la realizzazione di alcune piazzole e l’acquisto di tende per agricamping in sostegno ad un progetto solidale per cui per ogni tenda acquistata se ne dona una ad un profugo. Vorremmo anche  creare una bio-piscina per gli ospiti.”
Ma se inizia la salita, siamo pronti a scalarla e goderci il panorama!”: un motto, uno sprone, un segno chiaro di speranza e determinazione quello che traspare dalle parole di Anna che racconta “dei danni, dei disastri dei problemi” ma allo stesso tempo vede che “C’è una falla in questa visione nera. Più mi avvicino, più vedo sprizzare una piccola speranza.” E’ come se “Reduce di tanti sforzi la nostra casa avesse bisogno di essere messa a nuovo dalla sua famiglia, fatta di familiari, amici e ospiti che non sono ancora passati di qui”.
In questa macchia di verde nel cuore dell’Italia ci sono camosci, orsi marsicani, lupi e aquile dorate che non di rado svolazzano sopra il casale. Qui, dove la terra trema e cade la neve che presto diventerà acqua troppo abbondante per essere assorbita dalla terra, ci sono persone che continuano a darsi da fare e a portare avanti i propri progetti e il proprio sogno di una vita genuina, semplice e naturale. Di quella vita e molto altro ancora parlano i diari di Anna che, mossa dalla passione per la scrittura, racconta di come trascorrono le giornate al casale Il Baronetto anche nei momenti di pace, quando il cielo è terso e la sventura è ben lontana da questa terra.

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