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Diciotto paesi nel mondo impiegano bambini soldato nei conflitti. Intersos: «Fenomeno da fermare»

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Sono 18 i Paesi nei quali, dal 2016 ad oggi, e’ stato documentato l’impiego di bambini soldato in conflitti armati. E il 12 febbraio, in occasione della Giornata mondiale contro l’uso dei bambini soldato, si è rinnovato l’appello a fermare questo fenomeno.
Diciotto paesi nel mondo impiegano bambini soldato nei conflitti. Intersos: «Fenomeno da fermare»
Sono 18 i Paesi nei quali, dal 2016 ad oggi, e’ stato documentato l’impiego di bambini soldato in conflitti armati: Afghanistan, Camerun, Colombia, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, India, Iraq, Mali, Myanmar, Nigeria, Libia, Filippine, Pakistan, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Siria e Yemen. Nonostante gli sforzi per contrastare questo fenomeno, il numero di casi registrati e’ costantemente aumentato dal 2012 al 2020.
Il 40% dei minori arruolati sono bambine, spesso vittime di violenza di genere. Ogni anno, il 12 febbraio, in occasione della Giornata Mondiale contro l’uso dei bambini soldato, l’organizzazione umanitaria italiana Intersos dedica la campagna #Stopbambinisoladato all’impegno delle organizzazioni, degli operatori e degli attivisti della societa’ civile per reintegrare gli ex bambini soldato nella societa’ e consentire loro una vita normale.
Ma chi sono i “bambini soldato”? Qualsiasi persona di eta’ inferiore ai 18 anni che e’, o che e’ stata, reclutata o utilizzata da una forza armata o da un gruppo armato. Vengono arruolati non solo per combattere anche sono anche utilizzati come spie, messaggeri, cuochi, sguatteri, assistenti di campo e per fini sessuali. Non esiste una statistica ufficiale, solo stime, per un fenomeno volutamente nascosto, considerato illegale dalle convenzioni internazionali ma ancora largamente diffuso. Sono decine, forse centinaia di migliaia, in questo momento, i bambini arruolati nei gruppi armati e coinvolti nei conflitti.
Diventano parte di una forza armata o di un gruppo per vari motivi. Alcuni vengono rapiti, minacciati, costretti o manipolati psicologicamente. Altri sono spinti dalla poverta’ e dal bisogno di sopravvivenza. Indipendentemente dal loro coinvolgimento, il reclutamento e l’utilizzo di bambini nei conflitti rappresenta sempre una grave violazione dei diritti dell’infanzia e del diritto internazionale umanitario.

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