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È nato e si sta organizzando il movimento “Studenti contro il green pass”

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Dopo l’ultimo decreto legge che ha introdotto l’obbligo del green pass anche per gli studenti universitari, in quasi tutte le università italiane sono nati gruppi di studenti che hanno espresso contrarietà alla misura e che si stanno organizzando per fare rete e promuovere iniziative per contrastare i divieti per i ragazzi che hanno scelto di non richiedere il certificato covid. Abbiamo intervistato uno dei loro portavoce.
È nato e si sta organizzando il movimento “Studenti contro il green pass”
Dopo l’ultimo decreto legge che ha introdotto l’obbligo del green pass anche per gli studenti universitari, in quasi tutte le università italiane sono nati gruppi di studenti che hanno espresso contrarietà alla misura e che si stanno organizzando per fare rete e promuovere iniziative per contrastare i divieti per i ragazzi che hanno scelto di non richiedere il certificato covid. Abbiamo intervistato uno dei loro portavoce, Valerio Casali, del gruppo che fa capo all’Unversità La Sapienza di Roma.
«In meno di due settimane si è creata una rete nazionale che conta circa 14mila studenti e centinaia di docenti. Stiamo agendo su vari fronti, i gruppi locali si coordinano con i gruppi nazionali e portano avanti iniziative sia autonome che congiunte. A breve usciremo con un sito web e un manifesto – spiega Valerio – Precisiamo che siamo contrari al Green Pass in ogni sua applicazione nel territorio interno, e parteciperemo a tutte le azioni che mirano alla sua abrogazione, ma essendo studenti universitari siamo particolarmente sensibili verso i luoghi della cultura e in particolare le università. Non ci basiamo soltanto su un sentimento etico, ma anche sul diritto, e osserviamo una serie di violazioni di diritti fondamentali ottenuti con fatica e lunghe battaglie nel corso della storia, come quelli sanciti dalle costituzioni nazionali».
«Rivendichiamo in particolare il diritto all’autodeterminazione in ambito sanitario e il rispetto dei principi costituzionali, tra cui il diritto allo studio e alla ricerca di cui all’art. 33 e 34 e i diritti fondamentali sanciti dall’art.3 – prosegue Casali – La nostra richiesta quindi non può essere altro che la totale abolizione del Green Pass all’interno delle mura universitarie. Riteniamo l’attuale classe politica, e in modo speciale quella italiana, palesemente inadeguata ad affrontare le complesse sfide del presente e del futuro. Questa classe appare asservita a interessi economici sovranazionali e si dimostra del tutto sorda alla comprensione e al rispetto dei dettami della Costituzione, nonché delle ragioni che hanno spinto i padri costituenti a scriverla in seguito a un ventennio di dittatura e pensiero unico. Il governo negli ultimi due anni ha instaurato un regime di paura, in cui il dissenso viene messo a tacere con la minaccia dell’esclusione sociale, della privazione del lavoro e dei diritti fondamentali, usando una violenza che non ha precedenti nella storia della Repubblica». 
«Il Green Pass è una misura violenta e discriminatoria che nell’università avrà l’effetto di privare un gran numero di studenti e studentesse del diritto allo studio, nonché numerosi docenti dal diritto alla libera ricerca e al lavoro – prosegue il portavoce di Studenti Contro il Green Passa della Sapienza – Nel dibattito scientifico-sanitario vogliamo tenere conto del rapporto rischi/benefici, della molteplicità di voci della comunità scientifica, di cui molte in contrasto con le narrazioni governative, e soprattutto crediamo che il rispetto della volontà personale sia fondamentale, come sancito anche dall’ultimo regolamento Europeo che in Italia sembra essere ignorato. Vogliamo sviluppare un dibattito pubblico profondo in merito alle misure da adottare e alle loro conseguenze sociali. Negli ultimi due anni il dibattito in Italia si è alimentato di propaganda a reti unificate e ha ridotto a uno straccio la coscienza critica della società, fino a far accettare persino il Green Pass che è la più spregevole delle misure finora adottate, perché non solo agisce sulla cittadinanza ma crea due categorie di cittadini e una differenziazione dei diritti per ciascuna categoria. Diritti fondamentali e inalienabili dell’uomo che adesso vengono riconosciuti solo previa accettazione e esibizione della tessera».
«Noi studenti, insieme ai docenti, abbiamo la responsabilità di incarnare il pensiero critico e mettere in discussione il modo in cui stanno andando le cose, smettere di accettare acriticamente qualsiasi ordine e imposizione dall’alto per paura di ripercussioni lavorative o sociali. C’è da immaginare il mondo di domani, il mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli, non abbiamo altre priorità – conclude Valerio – Faremo quanto sarà necessario per evitare che il Green Pass diventi effettivo, e chiariamo che non accetteremo di conseguenza neanche l’obbligo vaccinale, che pare sia al vaglio del governo. Se la situazione non dovesse cambiare per l’inizio dell’anno universitario, forniremo supporto a tutti gli studenti che ne avranno bisogno per tutelare il loro diritto allo studio e alla partecipazione alla vita universitaria».

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