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Equo e solidale: avviati controlli dopo puntata di Report

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Il servizio “Cioccolato amaro” di Report andato in onda su RAI 3 denuncia alcune violazioni in una cooperativa di produttori di cacao del commercio equo. Il circuito internazionale Fairtrade ha già avviato la procedura di controllo rispetto a quanto è stato mostrato per verificare se ci siano violazioni degli Standard.
«Presentando un unico episodio di presunta infrazione, Report condanna il lavoro che da più di vent’anni le organizzazioni del commercio equosolidale di tutto il mondo svolgono per assicurare migliori condizioni commerciali ad agricoltori e lavoratori dei Paesi in via di sviluppo, in contesti estremamente difficili e articolati. Inoltre vengono completamente ignorati  tutti i risultati che il commercio equo nel mondo ha riportato nel tempo ». Sono le parole con cui Fairtrade Italia replica al servizio mandato in onda dalla trasmissione televisiva Report.
«Fairtrade è stato costituito per supportare le comunità marginalizzate e deboli, per rafforzare la loro posizione nel commercio globale, per superare la povertà, l’ineguaglianza e le difficoltà economiche – proseguono da FairTarde – Gli Standard Fairtrade proibiscono in maniera assoluta il lavoro minorile come viene definito dalle Convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) sullo sfruttamento del lavoro minorile (C182) e sull’età minima (C138). Questi sono requisiti di entrata e ciò significa che un’organizzazione che non li rispetta non può essere certificata Fairtrade. Se una organizzazione certificata viola questi criteri può essere sospesa, e, se non vengono prese le necessarie misure correttive, può essere decertificata. FLOCERT svolge controlli regolari, tra cui ispezioni di persona sul campo, negli impianti e negli uffici, revisioni documentali e delle finanze, interviste confidenziali con i membri dello staff a tutti i livelli. I controlli sono annunciati e non». 
«Qualsiasi dichiarazione o rapporto relativo allo sfruttamento del lavoro minorile è presa molto seriamente dal sistema – proseguono i responsabili del commercio equo – Fairtrade ha una procedura formale di segnalazione delle non conformità attraverso la quale chiunque può segnalare le violazioni degli Standard Fairtrade. Incoraggiamo i giornalisti ad usarla per condividere ogni prova, specialmente riguardo ai produttori certificati Fairtrade in Costa D’Avorio, in modo che il certificatore indipendente possa fare ulteriori indagini. Nel mondo Fairtrade lavora con 196.000 piccoli produttori di cacao, di cui circa 32.500 sono in Costa D’Avorio. Grazie al circuito Fairtrade solo nel 2015 nel Paese africano le organizzazioni hanno ricevuto 9 milioni di euro di Fairtrade premium che è servito in attività volte al rafforzamento delle comunità. Solo se ci saranno organizzazioni più forti e con più capacità di far valere il proprio lavoro nelle trattative commerciali, sarà possibile assicurare maggiori diritti ai lavoratori del settore, e, nel lungo periodo, si potranno trovare delle risposte per situazioni di estrema povertà del Paese. Attraverso il pagamento di un prezzo più giusto e di un Premio, il commercio equo infatti lavora per combattere all’origine le cause del lavoro minorile e della deforestazione». 
«Il mondo del commercio equo è fatto da migliaia di volontari, associazioni, 2.000 Fairtrade Towns in 28 paesi, scuole, chiese – aggiunge FairTrade – Per migliaia di consumatori in tutto il mondo i prodotti del commercio equo rappresentano uno strumento concreto per promuovere attraverso le piccole scelte quotidiane scambi commerciali che assicurano maggiori diritti ai contadini e ai lavoratori dei Paesi in via di sviluppo. Il servizio di Report non ha mostrato alcuna altra soluzione percorribile per affrontare i problemi che quotidianamente sono costretti ad affrontare i produttori agricoli dei Paesi in via di sviluppo come lo sfruttamento commerciale e la sudditanza economica».
La posizione integrale del circuito Fairtrade rispetto al servizio è disponibile  qui.

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