Etiopia: il massacro degli Hamar
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Gli Hamar, come le altre tribù della bassa valle dell’Omo in Etiopia, sono vittime di una politica governativa detta “villagizzazione”. Vengono sfrattati e trasferiti in villaggi ai margini delle strade senza il loro consenso, e le loro terre da pascolo ancestrali vengono svendute agli investitori per farne piantagioni commerciali.
In alcune aree della bassa valle dell’Omo, questi accaparramenti di terra hanno già ridotto alla fame molte famiglie.
Da diversi anni gli sfratti nella bassa valle dell’Omo sono accompagnati da altre gravi violazioni dei diritti umani, come pestaggi, stupri e arresti arbitrari.
“Il governo ci ha detto che se non li asseconderemo, saremo sgozzati in pubblico come capre” ha raccontato a Survival un rifugiato hamar.
Secondo quanto riportato, i soldati sono ancora nella valle dell’Omo e starebbero minacciando di violenze i Mursi e i Bodi, vicini degli Hamar. “Ci dicono che ci uccideranno. Piangiamo molto; piangiamo per noi stessi” ha detto un indigeno che vive nella regione.
Survival continua quindi a sollecitare i suoi sostenitori a scrivere alla Farnesina per scongiurare qualsiasi forma di complicità nella catastrofe umanitaria che incombe nella Valle dell’Omo, e per chiedere che l’erogazione degli aiuti italiani sia subordinata al rispetto dei diritti dei popoli indigeni e all’interruzione degli sfratti da parte delle autorità etiopi.