La maggioranza degli europei vorrebbe poter dire l’ultima parola su quando e come morire e ritiene che, se il proprio paese legiferasse in favore del suicidio assistito, questo non costituirebbe una forma di indebita pressione sul singolo. In Italia d’accordo due su tre.
La maggioranza degli europei vorrebbe poter dire l’ultima parola su quando e come morire e ritiene che, se il proprio paese legiferasse in favore del suicidio assistito, questo non costituirebbe una forma di indebita pressione sul singolo. E’ l’inequivocabile risultato di un ampio sondaggio sul tema dell’eutanasia che l’istituto di ricerca svizzero Isopublic, che fa capo alla rete internazionale di ricerca Gallup ha compiuto in 12 paesi europei che non si sono dotati ancora di una legge sulla ‘dolce morte’. Il campione preso in esame dal 24 settembre al 9 ottobre, affermano alla Swiss Lawyers medical association (SMLA) che ha commissionato la ricerca, ha volutamente tralasciato i quattro paesi europei in cui l’eutanasia è consentita dalla legge (Svizzera, Olanda, Belgio e Lussemburgo) e non ha sondato i paesi dell’Est Europa. I risultati riguardano quindi Spagna, Portogallo, Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Austria, Italia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Germania e Grecia e danno un’idea di grande compattezza poichè le percentuali di risposte a tutte le domande rivolte agli intervistati non scendono mai sotto il 52%. Dalle posizioni rilevate emerge con chiarezza che oltre i tre quarti della popolazione europea guardano con favore ad una definitiva legge che dia la possibilità a ciascuno, solo di fronte ad una scelta che appartiene alla più profonda sfera etica dell’uomo, di poter decidere di sè e del proprio destino. La prima domanda è infatti basilare: ritiene che ciascun individuo debba avere la possibilità di determinare in modo autonomo quando e come vuole morire oppure che non dovrebbe essere la singola persona a decidere? Nel range ottenuto tra il 52% della Grecia e l’87 della Germania, l’Italia si colloca al centro, con il suo 76%, in aumento secondo l’ultima rilevazione Eurispes del 2011 quando era circa il 67% a schierarsi a favore. La percentuale del 76% scende al 71% quando si esamina l’ipotesi della grave malattia accompagnata da sofferenze. Va detto che le risposte a questa seconda domanda fanno registrare una flessione in tutti i paesi. Le percentuali si impennano e arrivano a quasi il 90% (Svezia) quando si tratta di stabilire se l’eutanasia si deve eseguire con o senza la presenza di medici o di assistenti qualificati: il consenso alla prima ipotesi è plebiscitario ed è compreso tra il 76% e l’89 (in Italia l’83%), implicita ammissione che in quell’ora si ha bisogno di non essere lasciati soli. E ancora, la maggioranza assoluta degli intervistati non è d’accordo sul fatto che i medici e gli assistenti all’eutanasia rischino condanne (in Italia il 76%) e vedono male l’idea che si possa vietare a quei soggetti di esercitare tale attività (in Italia il 75%). Va ricordato che alcune delle domande del sondaggio non sono state poste al pubblico tedesco perchè in quel paese si sta dibattendo proprio in queste settimane una legge sull’eutanasia, ma sono state loro rivolte due domande supplementari sulla reale volontà dei politici di varare una legge sul suicidio assistito e sulle motivazioni per le quali finora questo non è stato fatto. La Smla conclude che “in praticamente tutti i paesi europei emerge che l’attuale normativa non riflette i desideri della maggior parte della popolazione a proposito del suicidio assistito” e che i risultati di questo sondaggio “dovrebbero permettere ai politici di non tralasciare i principi democratici quando sarà il momento di scrivere una nuova legge”.
Fonte: Ansa