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“Ferma il riarmo”, la campagna entra nel vivo

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Entra nel vivo la campagna “Ferma il riarmo” promossa dalla società civile italiana contro l’aumento delle spese militari. «Un’iniziativa fondamentale e necessaria in un’epoca in cui le scelte politiche nazionali e internazionali puntano invece verso un pericoloso riarmo» affermano i promotori.

“Ferma il riarmo”, la campagna entra nel vivo

Entra nel vivo la campagna “Ferma il riarmo“ promossa dalla società civile italiana contro l’aumento delle spese militari. «Un’iniziativa fondamentale e necessaria in un’epoca in cui le scelte politiche nazionali e internazionali puntano invece verso un pericoloso riarmo» affermano i promotori.

«E’ tempo di intervenire, tutte e tutti, sulla politica, sui media, sulla nostra stessa società, per stimolare una riflessione su queste nostre proposte di alternativa alle spese militari, e su cosa sia davvero necessario per ridurre l’insicurezza armata globale e ridare fiducia nel futuro, in particolare alle nuove generazioni»: è il cuore del messaggio della mobilitazione promossa da Sbilanciamoci, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, Rete Italiana Pace Disarmo, Greenpeace Italia. Che si inserisce nell’ambito della Campagna globale sulle spese militari (GCOMS) che ha lanciato dal 10 aprile al 9 maggio prossimi le proprie giornate di azione globale GDAMS. «Un periodo in cui anche in Italia verranno organizzati incontri, conferenze, approfondimenti, eventi, manifestazioni, iniziative di varia natura proprio per rilanciare una richiesta di abbassamento della spesa militare e spostamento dei fondi verso usi più utili, necessari, capaci di promuovere pace e sicurezza. L’obiettivo di questo mese di mobilitazione della campagna internazionale è chiaro: Dobbiamo chiedere la fine di questa sconsiderata corsa agli armamenti. Il mondo non ha bisogno di più armi, ma piuttosto di dialogo, cooperazione e impegno per la giustizia e la dignità umana. Cittadini ed organizzazioni possono dare un contributo fondamentale a questa azione sia dal punto di vista informativo (il 28 aprile verranno anche diffusi in nuovi dati SIPRI sulla spesa militare mondiale) che di mobilitazione» dicono i promotori. 

Lo strumento principale di coinvolgimento della campagna “Ferma il riarmo” sarà la Fotopetizione con la quale anche i singoli cittadini, in aggiunta alle adesioni delle organizzazioni della società civile, potranno sostenere le richieste della Campagna. «Proposte chiare: riduzione nazionale ed internazionale della spesa militare, con creazione di nuovi percorsi di disarmo; utilizzo delle risorse liberate dalla spesa militare per spese sociali, ambientali e per il rafforzamento degli strumenti di pacetassare gli extra profitti dell’industria militare; diminuire i fondi destinati alle missioni militari all’estero; aumentare controlli su influenza indebita dell’industria militare su bilancio ed export militare – dicono i promotori – La nostra Campagna vuole contribuire ad invertire la rotta di scelte politiche sbagliate  che hanno portato alla cifra record di oltre 2440 miliardi di dollari impiegati per armi ed eserciti, con un quasi raddoppio in termini reali dall’inizio del secolo. La Legge di bilancio votata dal Parlamento alla fine dell’anno scorso prevede invece per l’Italia, secondo stime dell’Osservatorio MIL€X, una spesa militare record di oltre 32 miliardi, dei quali ben 13 sono destinati all’acquisto di nuovi armamenti (il 40% del totale, quota storicamente mai raggiunta prima)».

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