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Green pass e vaccino obbligatorio per il lavoro: le posizioni dei sindacati

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In Italia a oggi, con i decreti legge del governo, per quanto riguarda il lavoro, sono previsti l’obbligo della vaccinazione per il personale sanitario e l’obbligo del green pass per il personale della scuola e delle università. Ma si parla già di estendere obblighi e restrizioni a tutti i lavoratori. Vediamo che posizione hanno i sindacati.
Green pass e vaccino obbligatorio per il lavoro: le posizioni dei sindacati
In Italia a oggi, con i decreti legge del governo, per quanto riguarda il lavoro, sono previsti l’obbligo della vaccinazione per il personale sanitario e l’obbligo del green pass per il personale della scuola e delle università. Ma si parla già di estendere obblighi e restrizioni a tutti i lavoratori. Con i decreti legge, il governo ha anche introdotto l’obbligo del green pass per l’accesso dei cittadini a determinati luoghi, strutture e servizi, nonché per gli studenti universitari.
Riguardo al lavoro vediamo che posizione hanno i sindacati. Ma prima una breve panoramica sulla situazione in Francia.
Come scrive Raffaele De Luca su L’Indipendente, in Francia «la Cgt, una confederazione sindacale francese che conta 700.000 membri, ha annunciato di aver presentato un «avviso di sciopero illimitato a partire dal 9 agosto» e ha chiesto ai suoi sindacati territoriali di «organizzarsi e mobilitarsi». Tale iniziativa ovviamente si fonda sui principi sostenuti dalla confederazione, che si oppone alla tessera sanitaria e all’obbligo vaccinale».
Anche il sindacato SUD Santé Social ne ha indetto uno a livello nazionale. «Non siamo contro la vaccinazione ma deve rimanere una libera scelta»,  ha affermato il segretario generale Jean-Marc Devauchelle. Inoltre, la Federazione Autonoma dei Vigili del Fuoco Professionisti e del Personale Amministrativo e Tecnico Specializzato (FA/SPP-PATS), uno dei principali sindacati francesi dei Vigili del Fuoco, ha annunciato di aver presentato alle istituzioni un avviso riguardante uno sciopero nazionale.
E in Italia?
Scrive l’agenzia di stampa AGI, in un lancio del 6 agosto: «Tutti d’accordo sulla necessità di proseguire la campagna vaccinale e tutti favorevoli anche al Green pass nei luoghi di lavoro, purchè sia una legge dello Stato a stabilirlo e non accordi tra le parti. Al tavolo sulla sicurezza tra i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e della Salute, Roberto Speranza, associazioni datoriali e sindacati, non è stata presa alcuna decisione ma è emerso che da oggi il Green pass è obbligatorio nelle mense aziendali».
«Tutti i partecipanti hanno indicato al governo i rischi della misura che se verrà assunta dovrà avere regole chiare e con tempi definiti – scrive ancora l’AGI – Problemi comuni sono le modalità di applicazione e i costi. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ha avvertito: se il Green pass divenisse obbligatorio per legge nei luoghi di lavoro, la spesa del tampone per i non vaccinati non può ricadere sul lavoratore. Naturalmente non vogliono accollarsi i costi le aziende».
E la Confesercenti, sempre leggendo il lancio di AGI, ha affermato che «soprattutto non deve scaricare responsabilità eccessive sulle spalle delle imprese. L’Alleanza delle Cooperative ha osservato che il Governo deve valutare di estendere le attuali previsioni in materia di obblighi vaccinali anche ad altre categorie e professioni del sistema produttivo ma ha lanciato un appello a non lasciare le aziende sole nella gestione. La Cna ha chiesto chiarezza e coerenza delle norme in quanto l’adozione del Green pass nei luoghi di lavoro pone una serie di problematiche per artigiani e micro imprese che svolgono prevalentemente attivita’ a diretto contatto con la clientela».
E ancora scrive l’AGI: «Sul fronte sindacale, il leader Uil Pier Paolo Bombardieri ha dato la disponibilità a migliorare i protocolli sulla sicurezza ma ha espresso la totale contrarieta’ a un possibile uso surrettizio del Green pass per cambiare mansioni, licenziare o fare modifiche dell’organizzazione del lavoro, magari destinando ambienti ai vaccinati e altri ai non vaccinati. La Cisl, infine, ha auspicato un’interlocuzione permanente, via maestra per individuare le soluzioni e gli interventi da porre in essere in tempi brevi».
Quindi, da parte dei sindacati non è stata evidenziata preclusione all’introduzione del green pass obbligatorio per i lavoratori, ma sono state avanzate richieste per evitare responsabilità.
Su un altro mezzo di informazione si legge: «Nessun pregiudizio sul green pass, ma quanto annunciato dal Governo sulla scuola è incredibile e inaccettabile, protesta la Flc-Cgil dell’Emilia-Romagna. Per il sindacato della scuola è più una questione di metodo, che di merito».
QUIFinanza parla dell’incontro avuto tra governo e sindacati confederali: «Il segretario della CISL, Angelo Colombini, il leader della CGIL, Maurizio Landini, e quello della UIL, Pierpaolo Bombardieri, si sono presentati all’incontro con gli esponenti dell’esecutivo e dei datori di lavoro con una posizione unica: non c’è contrarietà al Green Pass, ma se obbligo deve esserci – lo stesso vale per l’obbligo di vaccinazione – dovrà arrivare per legge».
Ma ci sono altri sindacati che hanno assunto posizioni differenti.
Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), per mezzo del suo presidente Marcello Pacifico, ha lanciato una petizione rivolta ai parlamentari per la modifica della norma del Green pass sulla scuola. In poco tempo le firme sono già arrivate alle decine di migliaia.
Si legge nel testo della petizione: «Anief in collaborazione con Radamante ha deciso di avviare questa petizione rivolta ai parlamentari italiani perché cassino la norma in esame e per sollecitare insegnanti, ata, educatori della scuola, docenti, amministrativi, studenti dell’università a chiedere alla politica il rispetto delle norme sul distnaziamento sociale, la tutela della salute anche di chi non si vuole vaccinare ma ha diritto alla tutela della propria salute, ha diritto al lavoro e all’istruzione in luoghi sicuri senza penalizzazioni o sanzioni. Dopo la petizione saranno avviate le iniziative legali idonee per far riconoscere la violazione del diritto comunitario a seguito di formali diffide». 
Anche il sindacato dei dirigenti scolastici Udir critica il provvedimento del Green pass sulla scuola: “Viene scaricata per l’ennesima volta e in modo inaccettabile la responsabilità sulle scuole, che devono risolvere parte dei problemi legati ai trasporti, nominare un mobility manager e predisporre un piano degli spostamenti coerenti con i tavoli prefettizi entro il 31 agosto, con tempi troppo ristretti”, afferma.
Anche la Cub (Confederazione Unitaria di Base) ha una posizione estremamente critica sull’obbligo del certificato verde per i lavoratori.
«L’introduzione del Green Pass dall’1 settembre per i lavoratori della scuola segue a ruota l’intervento contro i lavoratori della sanità che dal primo aprile scorso sono stati posti davanti al ricatto ‘o ti vaccini o ti tolgo il salario’ – si legge su un lancio dell’agenzia di stampa AGI del 7 agosto – L’obbligo del Green Pass imposto ai lavoratori della scuola e dell’università è anche peggio, perchè chi non potrà o non vorrà vaccinarsi dovrà acquistare a sue spese il tampone e farselo fare ogni due giorni per avere il lasciapassare verde per poter andare a lavorare, altrimenti resterà a casa senza stipendio”. Così Maria Teresa Turetta segreteria nazionale del sindacato CUB Pubblico Impiego. “È evidente che siamo in presenza di una deriva autoritaria – denuncia Turetta – che, con la scusa della pandemia, colpisce la classe lavoratrice e le masse popolari, senza peraltro risolvere i problemi reali del contagio. Il Green Pass è uno strumento di controllo sociale – sottolinea Turetta – e i dipendenti pubblici sono le vittime sacrificali del Governo Draghi. Un Governo che colpisce i lavoratori pubblici, molti dei quali sono già stati contagiati nei luoghi di lavoro, per nascondere la gestione schizofrenica della pandemia, quando invece sarebbe stato necessario fin da subito investire nella sanità pubblica, con la riapertura delle strutture sanitarie territoriali e di prossimità, l’assunzione massiccia di medici e operatori sanitari, l’abolizione delle classi pollaio nelle scuole con adeguata assunzione di personale docente e Ata, investimenti sui trasporti pubblici locali per evitare il sovraffollamento che è la prima causa di contagio tra gli
studenti e i lavoratori”. “Il Governo Draghi – conclude Turetta – va contrastato nelle piazze organizzando i lavoratori del pubblico impiego unitamente ai lavoratori delle fabbriche e del lavoro privato: nessuno deve rimanere senza stipendio, nessuno deve perdere il posto di lavoro per la mancanza di Green Pass“».
Anche il sindacato Cobas ha espresso contrarietà a questa misura e Orizzonte Scuola ha riportato il parere critico dello Snals.
Intanto il movimento “La scuola che accoglie” ha dato notizia di numerosi gruppi di studenti universitari che si stanno organizzando per protestare contro l’obbligo del green pass che ora interessa anche loro. 
Scuola Informa annuncia anche che paiono essere ormai parecchie e a pioggia le disdette delle tessere sindacali da parte del personale scolastico; e pare che ve ne siano state numerose anche tra gli operatori sanitari.
Stanno anche circolando sui social i link a istruzioni e modulistica per disdire la tessera del sindacato, come ad esempio quello che è reperibile qui 

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