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Green Pass, tra richieste di slittamento, censure di Facebook e manifestazioni

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Giorni intensi sul tema del Green Pass che il 15 ottobre diventerà obbligatorio anche per tutti i lavoratori. Il presidente di Confindustria Emilia Romagna chiede che l’entrata in vigore slitti di 15 giorni perché le aziende sono ancora nel caos; alcuni utenti hanno segnalato la censura di Facebook sul video dell’audizione del filosofo Agamben davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Senato; in piazza a Roma e a Milano (e non solo) sabato sono scese decine di migliaia di persone, alcuni episodi di disordini hanno tenuto banco sui media mainstream; sigle, movimenti e associazioni hanno preso le distanze dagli atti di violenza.
Green Pass, tra richieste di slittamento, censure di Facebook e manifestazioni
Giorni intensi sul tema del Green Pass che il 15 ottobre diventerà obbligatorio anche per tutti i lavoratori. Il presidente di Confindustria Emilia Romagna Valter Caiumi chiede che l’entrata in vigore slitti di 15 giorni perché le aziende sono ancora nel caos; alcuni utenti hanno segnalato la censura di Facebook sul video dell’audizione del filosofo Agamben davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Senato; in piazza a Roma e a Milano (e non solo) sabato sono scese decine di migliaia di persone, alcuni episodi di disordini hanno tenuto banco sui media mainstream; sigle, movimenti e associazioni hanno preso le distanze dagli atti di violenza.
Caiumi in una intervista al Corriere risponde alle domande affermando tra l’altro: «Si potrebbe, per esempio, guardare a due modelli che funzionano: quello francese e quello tedesco. In Francia i tamponi rapidi hanno la validità di 72 ore, non di 48. Proprio come qui accade per i test molecolari, che però sono più complessi da effettuare e hanno costi più elevati».
Sempre Caiumi aggiunge: «In Germania esistono percorsi formativi con cui, tramite webinar, si autorizzano alcuni addetti, medici aziendali o responsabili della sicurezza o altri, ad assistere i lavoratori che si “auto-tamponano” e a certificare su un documento della società di appartenenza l’esito dei test. Tali figure appartengono ad un albo ad hoc, l’albo dei certificatori. Questa modalità nei Länder tedeschi funziona e, secondo me, potrebbe funzionare anche sul nostro territorio. Potremmo creare un albo ad hoc, risolvere l’impasse in azienda senza dover poggiarsi sul sistema esterno delle farmacie o delle strutture sanitarie». «Viste le preoccupazioni del momento, si potrebbe benissimo pensare di far slittare l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass». «Credo che possano bastare 15 giorni, ma dipende dal governo».
E sui test fai da te aggiunge: «Se ci autorizzassero, i costi sarebbero chiaramente a carico delle imprese che vorranno aderire a questa opzione». Il governo ha però fatto trapelare l’intenzione di andare avanti senza cambiamenti.
Le Regioni hanno chiesto una riorganizzazione parlando anche loro di rischio caos.
Nel decreto legge 139 dell’8 ottobre all’articolo 3 si legge che: «In caso di richiesta da  parte del datore di lavoro, derivante da specifiche esigenze  organizzative volte a garantire l’efficace programmazione del lavoro, i  lavoratori sono  tenuti  a  rendere  le  comunicazioni  di  cui   al   comma   6 dell’articolo 9-quinquies e al comma 6 dell’articolo 9-septies con un preavviso   necessario   a   soddisfare    le    predette    esigenze organizzative».
Nei giorni scorsi si sono tenute le audizioni di diversi medici, giuristi, ricercatori e studiosi davanti alla Commissione Affari Costituzionali del Senato in sede di esame del decreto legge sul green pass per tutti i lavoratori. I video di numerosi interventi, fortemente critici nei confronti del green pass e delle scelte del governo, tenuti in Commissione sono stati diffusi sui social e alcuni utenti hanno segnalato la censura di Facebook nella condivisione dell’intervento del filosofo Agamben.
Qui sono disponibili i video delle audizioni:
Sabato si sono poi tenute manifestazioni di protesta contro il green pass in numerose città italiane con decine e decine di migliaia di persone che si sono mobilitate. A Roma, dove piazza del Popolo si è riempita, in alcune zone si sono registrati anche disordini. La protesta ha comunque avuto una forte partecipazione.
A Trieste i portuali si sono mobilitati e annunciano il blocco del porto per il 15 ottobre se il green pass non sarà revocato. QUI l’intervista a uno di loro.
Intanto per lunedì 11 ottobre è stato indetto da diverse sigle sindacali uno sciopero nazionale generale di cui anche il sito dell’INPS riporta notizia, per avvisare gli utenti dei possibili disagi.
Per il 15 ottobre (e fino al 20) il sindacato FISI ha indetto uno sciopero di cui spiega QUI le ragioni.
Riguardo ai fatti accaduti durante la manifestazione da Roma, molte voci si sono levate raccontando i fatti, stigmatizzando strumentalizzazioni e prendendo le distanze dalle derive che si sono verificate.

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