Sono in molti a conoscere e seguire il gruppo di intellettuali e scrittori che si è dato il nome di Wu Ming e che, oltre a tenere un blog molto letto, hanno pubblicato libri e si sono affermati per le loro analisi critiche su vari temi riguardanti il Paese. Interessanti anche le loro analisi sul Certificato verde Covid, che forniscono spunti di riflessione e danno voce a posizioni che sottolineano ombre e contraddizioni nelle scelte che il governo sta compiendo.
Da
un loro recente intervento si legge: «
Del lasciapassare dobbiamo denunciare, tutte e tutti insieme, irrazionalità e secondi fini. Dobbiamo lottare perché venga richiesto in sempre meno circostanze e, meglio ancora, venga abolito. Gli argomenti a favore di quest’abolizione sono numerosi e facilmente spiegabili. A questo proposito, ricordiamo un paio di
banalità di base.
■ Il lasciapassare è l’ennesimo provvedimento emergenziale descritto come inevitabile… eppure evitato nella maggior parte dei paesi. Quando qualche esperto da social vi dice che «il pass c’è in tutta Europa», sappiate che sta confondendo, forse a bella posta, due documenti diversi: il
Certificato Covid Digitale dell’UE – che consente di viaggiare tra paesi membri e ha praticamente solo quello scopo – e il lasciapassare sanitario, che con queste caratteristiche, almeno al momento, esiste in pochissimi paesi [2].
■ In Italia il lasciapassare è stato introdotto e viene usato in modalità – e per finalità – da cui la stessa OMS mette in guardia
in questo documento ufficiale. Chi non ha tempo di leggerselo può farsene un’idea grazie
al sunto di
Fabio Chiusi».
Proseguono poi con un monito: «
La padella e la brace: occhio a non chiedere l’obbligo vaccinale». E scrivono: «Nel frattempo, anche qui
unici in Europa, si discute dell’obbligo vaccinale generalizzato. Draghi ha detto che se ci sarà l’ok dell’EMA (il che è improbabile) il governo andrà in quella direzione. Non è detto che lo faccia davvero. Finora ha avuto i suoi buoni motivi politici per non farlo e
li ha spiegati Wolf Bukowski. Secondo il duo
Corbellini & Mingardi, storici liberali e liberisti e perciò molto distanti da noi, ovviamente
i motivi del governo sono altri, ancorché sempre politici. Uno di questi è che “ci esporremmo al ridicolo mondiale”. Citare le ragioni di una tale affermazione consente di dare informazioni interessanti: “Oggi ci spiegano tutti, a cominciare dai più insigni giuristi, che l’obbligo vaccinale è costituzionale. Ci mancherebbe! Questo lo capiscono anche i bambini. Ma già qualche adolescente può dire: scusate, ma chi lo adotta l’obbligo? […] chi ha introdotto finora l’obbligo vaccinale anti-Covid per tutti? Solo quattro Paesi: le dittature del Turkmenistan e del Tagikistan, la democrazia islamica dell’Indonesia e la Micronesia […] Nemmeno Vladimir Putin, che non riesce a far vaccinare quasi nessuno e forse è meno liberale di Letta, Draghi, ecc. si è fatto venire l’idea di obbligare alle vaccinazioni”.
Dobbiamo stare attenti, nel criticare il lasciapassare in quanto obbligo surretizio e ipocrita, a non dare l’impressione di preferire l’obbligo tout court. Quest’ultimo
è sconsigliato dalla stessa OMS se non come
extrema ratio in particolari condizioni
che oggi in Italia non si presentano».
I Wu Ming proseguono poi soffermandosi sul fortissimo impatto che il Green Pass ha avuto e sta continuando ad avere sulla cultura, sui luoghi dove la cultura si fa e sui potenziali ed effettivi fruitori e non mancano di sottolineare: «Siamo ostaggi in Assurdistan».
«Prendiamo a prestito le parole da
un recente comunicato dei
Cobas Scuola di Bologna, che definisce il lasciapassare “uno strumento prima di tutto inefficiente ed illogico in relazione alle pratiche di contenimento della pandemia e della sicurezza nelle scuole in genere […], che contiene sia nella sua definizione che nel prospettare una serie di sanzioni pesantissime, spropositate e ingiustificate,
un forte profilo di incostituzionalità, configurandosi, nei fatti, come una sorta di implicito obbligo vaccinale, imposto surrettiziamente e senza alcuna assunzione di responsabilità, che sarebbe doverosa, da parte delle autorità che impongono tale pratica”. Questa problematizzazione si può facilmente estendere dalla scuola alla società in generale. È quanto faremo, sviluppando le tre principali ragioni della nostra critica al lasciapassare:
1. È incongruo e inutile ai fini dichiarati – o dati per intesi – da chi lo ha introdotto.
2. È l’ennesimo diversivo che serve a scaricare verso il basso le responsabilità della malagestione della pandemia.
3. È presentato come “liberatorio” ma in realtà è restrittivo, discriminatorio, invasivo».
Si legge ancora in ciò che scrivono sul loro sito: «Dovremmo saper riconoscere l’ideologia contenuta nelle parole che il potere usa con entusiasmo. “No Vax” è un’espressione apparentemente inglese che però esiste solo in Italia ed è di conio giornalistico recentissimo, nata nella seconda metà del decennio scorso come calco di “No Tav” per descrivere una fantomatica “Italia dei no” popolata di ignoranti». «Oggi, come “negazionista” nel 2020, “no vax” è il nome separatore usato per annullare ogni sfumatura e criminalizzare il dissenso. (…) Il nome separatore non solo non aiuta a indagare e comprendere quel che sta accadendo, ma dà proprio una grossa mano a occultare, mistificare, omologare posizioni diverse e alimentare l’idea di un tentacolare nemico pubblico».
I Wu Ming proseguono: «In sintesi, noi siamo per scavalcare la trappola dicotomica vaccinismo / antivaccinismo perché:
1. Non è necessario essere contro i vaccini per essere contro la strumentalizzazione che ne fa il governo.
2. È necessario parlare ogni volta che è possibile con chi manifesta «esitazione vaccinale» o opposizione ai vaccini, e farlo senza burionismi, perché quelle posizioni si sviluppano a partire da nuclei di verità che dobbiamo saper riconoscere e perché va scongiurata la “cattura” di quel malcontento da parte di cospirazionismi vari.
3. Oggi molte persone che non sono mai state contro i vaccini sono additate come «novax», perché il «novax» è il nemico pubblico più facile da additare, il capro espiatorio dei fallimenti e delle porcherie della classe dirigente, e per quanto possibile dovremmo difendere le persone di cui sopra da questo mobbing politico-mediatico».
«In quest’anno e mezzo è successo qualcosa, un cambiamento pesante nella testa delle persone – si legge ancora nel loro intervento – Governo e mass media ci hanno fatto credere e fare cose assurde, senza senso, scaricandoci addosso il peso morale di tutto pur di sottrarsi all’evidenza dell’inettitudine politica e del disastro sistemico. Ancora una volta: suona strano che ci sia gente che non si fida più, o che ha paura, o che pensa a un complotto? È gente che è stata vittima di un trattamento scriteriato e oggi non vuole più subire alcun trattamento, nemmeno sanitario. Soprattutto dopo essere stati trattati come cretini e delinquenti dalle autorità per diciassette mesi, sentirsi dare dei cretini e delinquenti non smuoverà di un millimetro chicchessia. Da qualche giorno la colpevolizzazione sta raggiungendo il parossismo».
Proseguiamo nella lettura di alcuni stralci: «Simili campagne «d’opinione» sono sempre preludio a orrori concreti. E così, ecco
l’aberrante annuncio dell’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato: i “no vax” che si ammaleranno dovranno pagarsi la terapia intensiva (1500 euro al giorno). Ovviamente non può trattarsi di un’iniziativa individuale, questa trovata da flame sui social devono averla discussa in giunta regionale. E nella “sinistra” di questo paese molti si dicono d’accordo. E magari tra chi si dice d’accordo c’è qualcuno che fuma, e se un giorno si pigliasse un canchero non vorrebbe mai pagarsi la chemioterapia. La verità è che costoro, nonostante sproloquino incessantemente di «bene comune», la sanità come servizio pubblico e universale non hanno proprio idea di cosa sia. Del resto, come potrebbero, se ormai subordinano
l’appartenenza stessa al consesso umano a una certificazione su base etica da parte dello Stato? E in fondo, non sono proprio loro quelli che la sanità l’hanno aziendalizzata, tagliata con la mannaia, privatizzata e semi-smantellata, con le conseguenze che abbiamo visto l’anno scorso?».
«Il lasciapassare è lo strumento con cui il governo prosegue la strategia adottata fin dall’inizio della pandemia, quella di metterci tutti
sul chi vive gli uni contro gli altri. In questo caso potremmo dire: “sul chi merita di vivere” e chi invece deve stare chiuso in casa «come un sorcio» – proseguono i Wu Ming -Deviare l’attribuzione di responsabilità verso il basso e disperderla in orizzontale è ciò che ha fatto la classe dirigente fin dai primi di marzo del 2020. Prima il nemico pubblico era chi faceva la «corsetta» o anche solo la passeggiata. Ricordiamo bene la volta in cui il sindaco di Bologna
Virginio Merola paragonò le persone che continuavano a fare due passi o fare jogging a
«sacche di resistenza» da sgominare (…). Oggi è assodato che il divieto di camminare nei parchi e in generale di stare all’aperto
non aveva il minimo fondamento scientifico (…). Poi c’è stata la campagna – forse la più demenziale – contro… i “furbetti di Pasquetta”, gente che progettava di commettere gravi crimini come fare una gita in collina o raggiungere la propria casa delle vacanze. Poi si è sferrato l’attacco alla “movida”, termine spagnolo ma che
si usa così solo in Italia. Ancora una volta gente che stava all’aperto, nelle piazze, fuori dalle rotte reali del contagio. Poi è stato il turno degli stronzi irresponsabili che erano andati in ferie, molti dei quali… usando il bonus vacanze dato loro dal governo. Nel frattempo c’era la voga del
dare a chiunque del “negazionista“. Poi c’è stato l’obbligo di mascherina all’aperto, e chiunque dicesse che era insensato – cioè dicesse la pura verità – era un «no mask», altro esempio di
anglicorum di regime. E mica li abbiamo elencati tutti, i diversivi e i capri espiatori. Ogni volta si è trovato un modo di scaricare su bersagli implausibilissimi le colpe del governo e dei padroni, in modo da continuare a gestire l’emergenza in modo capitalistico, facendo leva sulla pandemia per un’enorme ristrutturazione. Ora è il turno dei “no vax”, e ormai viene chiamato così chiunque non abbia il lasciapassare, e persino chi ce l’ha ma non lo descrive in modo encomiastico».
«Chi ha il lasciapassare può fare ciò che prima poteva fare anche senza. Chi non ce l’ha, non può più fare ciò che prima poteva fare purché con mascherina e distanziato. L’asticella dei requisiti per poter vivere, lungi dall’abbassarsi, si è alzata. Senza alcun peggioramento della situazione da poter addurre a “giustificazione”» proseguiamo nella lettura. E: «Il lasciapassare è uno strumento di discriminazione dei lavoratori che facilita il controllo padronale, i licenziamenti, le vessazioni».
Gli interventi dei Wu Ming sono lunghi e articolati e anche ben più numerosi di quelli di cui qui abbiamo riportato alcuni interessanti brani. Chi li volesse leggere integralmente
li trova sul loro sito web.