Il 23 febbraio giornata di azione per la chiusura delle basi militari
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Il movimento internazionale World Beyond War lancia una giornata mondiale per la chiusura delle basi militari nel mondo il 23 febbraio e invita a organizzare manifestazioni per chiedere il loro smantellamento.
Il movimento internazionale World Beyond War lancia una giornata mondiale per la chiusura delle basi militari nel mondo il 23 febbraio e invita a organizzare manifestazioni per chiedere il loro smantellamento.
Per l’organizzazione «la loro chiusura è un passo necessario per trasferire il paradigma della sicurezza globale verso un approccio smilitarizzato che ponga al centro la sicurezza comune: nessuno è al sicuro finché tutti non lo sono».
World Beyond War espone diverse ragioni sulla base delle quali chiede una giornata mondiale di azione per la richiesta di chiusura delle basi militari. «I militari hanno sottratto terre preziose alle popolazioni locali, spesso estromettendole senza il loro consenso e senza risarcimenti – scrive l’organizzazione – Inoltre, il costo delle sole basi militari degli Stati Uniti sparse nel mondo è stimato nell’ordine di 80 miliardi di dollari all’anno, denaro che potrebbe essere meglio speso per la sanità, l’istruzione, le energie rinnovabili e molto altro».
«Le emissioni militari sono esentate dagli accordi sul clima, come il Protocollo di Kyoto. La costruzione delle basi ha causato danni ecologici irreparabili, come la distruzione delle barriere coralline e dell’habitat di specie già in pericolo a Henoko, Okinawa. Inoltre, è ben documentato che in centinaia di siti in tutto il mondo, le basi militari rilasciano sostanze tossiche note come “inquinanti eterni” (PFAS/PFOS) nelle locali falde acquifere, con conseguenze devastanti per la salute delle comunità vicine – scrive ancora WBW – Alle truppe di stanza nelle basi straniere è spesso concessa l’impunità per i loro crimini grazie agli accordi sullo status delle forze armate (SOFA) con il cosiddetto Paese “ospitante”. Le basi possono anche comportare un aumento delle tasse sulla proprietà e dell’inflazione nelle aree circostanti, che notoriamente spingono gli autoctoni ad andarsene».
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LETTURE UTILI
ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO – XIII EDIZIONE
La XIII edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo rivela quali sono le vere cause delle tante (troppe) guerre in corso ed è intitolato Il pianeta gioca a risiko. Nel volume approfondimenti e riflessioni sulle origini dei maggiori conflitti in corso, sugli attori in gioco e sulla corsa al riarmo, che non riguarda solo i paesi in guerra ma coinvolge la maggioranza degli Stati.
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Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia. Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti. Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.