Il Coordinamento No Nato: «Uniamo le realtà che vogliono cambiare direzione»
homepage h2
L’8 dicembre si è costituito il Coordinamento nazionale No Nato e in queste settimane i promotori stanno mettendo a punto una serie di mobilitazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica.
L’8 dicembre si è costituito il Coordinamento nazionale No Nato e in queste settimane i promotori stanno mettendo a punto una serie di mobilitazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica: «Vogliamo dare forza all’impegno per un cambiamento di direzione».
Abbiamo intervistato i promotori del Coordinamento.
Da chi è stato costituito il Coordinamento nazionale No Nato e per quale obiettivo?
«Il Coordinamento nazionale No Nato è stato costituito da una serie di organismi che, a livello locale, si occupano di lotte specifiche su temi che sono direttamente connessi all’adesione del nostro paese alla Nato e in generale alla sottomissione del nostro paese agli imperialisti Usa, di cui la Nato è il braccio armato. Queste lotte vanno dalla denuncia della presenza delle armi atomiche nelle basi di Ghedi (BS) e Aviano (PN), al problema della penetrazione degli apparati militari nelle scuole e università pubbliche fino al tema dell’inquinamento da poligono militare. L’obiettivo generale ovviamente è riassunto nella parola d’ordine “Fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia”. Siamo consapevoli però che simile parola d’ordine può risultare un pio desiderio se non è sostanziata da un’attività ampia e dispiegata di lotta e mobilitazione. Obiettivo nel breve e medio termine quindi è quello di animare iniziative, mobilitazioni e campagne di lotta contro la Nato in tutto il paese in maniera coordinata e il più possibile capillare. Nel nostro paese sono già tantissimi gli organismi che lottano, ognuno a suo modo, contro quella che definiamo una vera e propria occupazione degli Usa e della Nato. Questi organismi, tutti con esperienze e capacità e anche grandi battaglie alle spalle, oggi vedono le proprie istanze infrangersi contro il muro di gomma istituzionale, contro i tentativi di repressione, contro la frammentazione delle proteste. In questo senso il Coordinamento nazionale No Nato, sulle parole d’ordine no alla Nato, no alle politiche di guerra e no all’economia di guerra vuole raccogliere tutti questi organismi per agire il più possibile uniti su obiettivi comuni. Intento del Coordinamento è far convergere queste realtà, puntando a valorizzare ogni specificità ed esperienza ma allo stesso tempo dare una cornice nazionale a queste battaglie, per dar loro più forza e prospettiva».
Da che situazione e da che impulsi trae origine e motivazione?
«Riteniamo che l’Italia sia un Paese occupato e che ogni giorno i lavoratori italiani ne paghino le conseguenze. È sotto gli occhi di tutti, benché si cerchi di far passare questa occupazione come “necessaria”, “salutare”, utile a proteggerci da nemici creati di volta in volta ad hoc. Dalle oltre 120 basi e installazioni militari Usa-Nato disseminate su tutto il territorio nazionale agli accordi tra le università italiane e le agenzie e aziende militari pubbliche e private degli Usa e dello Stato sionista d’Israele, dai percorsi didattici per i giovani studenti all’interno delle caserme all’uso del nostro territorio per l’addestramento degli eserciti dell’Alleanza Atlantica (che rendono, ad esempio, i poligoni Nato in Sardegna delle vere e proprie zone contaminate), il nostro Paese è un retroterra strategico della Nato, principale promotrice di una condizione di guerra a cui il nostro Paese partecipa ogni giorno di più. A riprova del ruolo deleterio della Nato non ci sono solo la guerra in Ucraina e il genocidio del popolo palestinese, ma vediamo le recenti operazioni in Siria, i tentativi di ostacolare gli esiti elettorali in quei Paesi che tramite il voto esprimono preferenze in contrasto con gli obiettivi e interessi degli Usa e della Nato (Romania, Georgia), la guerra ibrida contro il Venezuela e tutti quei Paesi che non intendono assoggettarsi al blocco imperialista Usa e Nato. Il denaro speso per il sostegno alla Nato e alla guerra viene tagliato dai posti di lavoro, dalle tutele ambientali, dalla sanità e istruzione pubbliche».
Quali sono le attività che andrete a organizzare?
«L’assemblea dell’8 dicembre scorso che si è tenuta a Bologna è stata un successo e ha visto già diverse proposte al tavolo della discussione. Di sicuro già dall’inizio del 2025 prenderà piede un programma di iniziative in tutto il paese per creare gruppi locali del coordinamento e aggregare nuove forze, dare al Coordinamento un radicamento effettivamente nazionale. In secondo luogo, il Coordinamento si pone come prassi quella di valorizzare quelle iniziative che vanno nell’ottica di lottare contro la Nato, sostenerle e alimentarle».
Cercherete un dialogo con le istituzioni? Vi raccorderete anche con altri movimenti, associazioni, coordinamenti?
«Le istituzioni per lo più si configurano come attuatrici di decisioni prese altrove. A oggi, il governo Meloni esegue le direttive prese in sede Nato senza metterle in discussione. Nel rapporto con le istituzioni quindi dobbiamo avere sempre presente il ruolo che hanno e le contraddizioni che le attraversano. Di sicuro è possibile promuovere una serie di attività che facciano pressione sulle istituzioni affinché prendano alcune iniziative. Allo stesso tempo però siamo consapevoli che i principali e migliori alleati a cui dobbiamo rivolgerci sono le decine e decine di movimenti, associazioni, coordinamenti piccoli e grandi che a livello locale e nazionale svolgono già importanti battaglie per impedire la partecipazione dell’Italia alle guerre e contro la sottomissione del paese agli interessi guerrafondai degli imperialisti Usa-Nato. Queste realtà sono i nostri principali referenti».
Quali gli eventi/appuntamenti che avete già in programma?
«L’assemblea plenaria di domenica 22 dicembre, che si terrà a partire dalle ore 14.30, si pone l’obiettivo di dare continuità al lavoro avviato nel migliore dei modi lo scorso 8 dicembre e dare gambe alle linee di sviluppo discusse in quella sede, raccogliere nuove proposte, far marciare da subito il coordinamento. Puntiamo ad allargare ulteriormente la partecipazione al Coordinamento e vagliare ulteriori proposte e spunti per iniziative e campagne di mobilitazione. Si terrà in modalità on line e invitiamo tutti a partecipare, è possibile chiedere informazioni a coordinamentonazionalenonato@proton.me».
_____
_____
LETTURE UTILI
ATLANTE DELLE GUERRE E DEI CONFLITTI DEL MONDO. XII EDIZIONE AGGIORNATA
L’Atlante è uno strumento fondamentale di informazione e di costruzione di una coscienza civile.
La XII edizione ha il suo focus sui conflitti tra Israele e Palestina e tra Russia e Ucraina. Contiene dossier tematici su:
• La recrudescenza del conflitto Israele-Palestina
• Gli sviluppi del conflitto Russia-Ucraina
• Riarmo e nuovo pericolo nucleare
• Il dramma dei civili in zone di guerra
• Cina e nuovi equilibri
• Guerra e beni artistici
• Guerra e finanza
• Peacebuilding
• Donne e diritti
Con schede conflitto e infografiche generali.
Sono oltre 30 le guerre in corso sul Pianeta. Gli Stati si affidano alle armi per trovare soluzioni, mentre sarebbe urgente investire sull’emergenza climatica, sui diritti umani, sulla democrazia. Crocco e Giordana invitano a guardare il Mondo con occhi differenti, abbandonando le logiche armate della geopolitica a favore di una “geografia dei diritti umani”, che ponga al centro delle relazioni tra Stati la cooperazione e il rispetto dei diritti. Non si tratta di un approccio teorico o ideale, è semplicemente realistico, forse l’unico che può fermare questa pericolosa corsa alle armi.