Il governo spagnolo ha annunciato che presto imporrà il divieto assoluto di caccia al lupo, una misura salutata con grande soddisfazione dagli ambientalisti che si sono congratulati per la decisione presa. Proteste invece da alcune organizzazioni agricole.
Il governo spagnolo ha annunciato che presto imporrà il divieto assoluto di caccia al lupo. Lo riportano i media spagnoli. “Nei prossimi giorni aggiungeremo il lupo alla lista delle specie protette”, ha detto la ministra per l’ambiente Teresa Ribera. Il lupo in Spagna si è quasi estinto a causa della caccia programmata tra il 1950 al 1970. Fino a oggi si poteva ancora cacciare a nord del fiume Duero, dove vive la maggior parte dei 2.500 animali sopravvissuti.
Il gruppo Ecologistas en Acción si è congratulato con il ministero per la transizione ecologica: «Per la prima volta, dopo anni di mobilitazioni sociali e molte denunce da parte di organizzazioni ambientaliste, la maggior parte delle comunità autonome e il ministero hanno deciso di avviare il processo per ottenere la protezione del lupo iberico, il che significherà che il lupo cessa di essere una specie cacciabile, che ci saranno controlli sulle misure incontrollabili che le varie CCAA hanno realizzato e che viene promossa la convivenza tra bestiame e lupo, anche con il sostegno finanziario del Ministero».
L’ONG ambientalista spagnola ricorda che «il lupo è una specie chiave negli ecosistemi e la sua conservazione è una sfida necessaria, inseparabile dalla difesa della biodiversità iberica. Dagli anni ’70, quando il lupo iberico era molto vicino all’estinzione, il movimento ambientalista e molte organizzazioni ne hanno chiesto la protezione, denunciando la disastrosa gestione portata avanti dalle CCAA della metà settentrionale della penisola».
Anche il Wwf España ha definito «storico per la protezione della biodiversità in Spagna» il risultato ottenuto nella riunione tra MITECO e le comunità autonome ed evidenzia che «tra le altre questioni, questo passaggio segna la fine della caccia sportiva al lupo. Applaudiamo il fatto che oggi i criteri scientifici e il buonsenso abbiano prevalso per conservare e gestire una specie che è fondamentale per gli ecosistemi, dando priorità alla sua conservazione rispetto alla sua persecuzione e morte».
Per il Wwf, «la maggioranza delle Comunità Autonome ha seguito i criteri della scienza, scommettendo prima di tutto sulla conservazione di una specie e sulla convivenza e non sulla sua persecuzione. Nonostante l’opposizione di alcune Comunità autonome che hanno votato per dettare gli interessi di determinati settori e difendere un modello basato sulla caccia e sul controllo letale delle specie, la scienza e la coerenza per la gestione dei nostri ecosistemi sono state le vincitrici di questo voto».